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Lockdown su un'isola tropicale: è davvero un sogno?

Di Ymon da Pixabay.com
Modificato 20 Gennaio 2021

Lockdown. Confinamento. Condizione che avremo voluto lasciarci alle spalle con la fine del 2020, ma a causa della nuova ondata di coronavirus molti paesi sono nuovamente in blocco. A Mauritius, in questo momento, si respira maggiore libertà ma per gli abitanti dell'isola la stretta è stata dura l'anno scorso, quando hanno passato tre mesi in isolamento. Vi portiamo le testimonianze di alcuni espatriati che vivono li. 

 

Vivere a chilometri di distanza dai propri cari è complicato, ma lo è ancora di più non sapendo quando li si potrà rivedere. Anne è un'espatriata tedesca che vive a Mauritius con il marito. Aveva pianificato di andare in Germania in agosto 2020, per le vacanze; purtroppo, a causa della chiusura dello spazio aereo, non si è potuta muovere. 

Anne sarebbe voluta andare dalla nonna. "Non godeva di buona salute, desideravo passare del tempo con lei, e purtroppo è mancata senza che potessi starle vicino. Dopo la morte della nonna, mio padre aveva desiderio di vedermi ma non ho potuto viaggiare a Mauritius perchè l'accesso agli stranieri era bloccato. Durante il lockdown ho avuto anche difficoltà a trovare il latte per i miei due bimbi perchè c'è stata una penuria dei prodotti di base".

"Ad un certo punto è diventato complicato anche trovare prodotti freschi come frutta e verdura. Non se ne trovava perchè tutti, agricoltori compresi, eravamo costretti a casa. Potevamo fare affidamento solo su alcuni supermercati che facevano consegne a domicilio ma si potevano comprare solo pacchi preconfezionati, senza possibilità di scelta. Prodotti essenziali come farina, legumi in scatola, riso, tonno...un'altra cosa che mi ha messo alla prova è stata l'educazione scolastica di mio figlio più grande. Dato che le scuole erano chiuse l'ho seguito io a casa, mentre lavoro a distanza, e mi prendevo cura della casa. Ciò detto, questo periodo ci ha resi molto più uniti come famiglia. Passare più tempo insieme è stato un bene", ci dice Anne.

Nisha Hassamal, un'espatriata indiana sposata con un mauriziano, ha  trascorso il periodo del lockdown con i suoceri. “All'inizio ero un po' spaventata ma tutto sommato la convivenza è andata bene. Ero molto più preoccupata per quel che riguarda la spesa perchè la maggior parte dei prodotti sono importati. Fortunatamente, molti supermercati e piccoli negozianti sono passati al digitale. Ho potuto pertanto fare la spesa online che mi veniva consegnata a casa. Sotto questo aspetto devo dire che i commercianti locali hanno risposto con prontezza alla situazione".

Nisha aveva un volo prenotato per l'India e doveva partire la sera prima dell'annuncio del lockdown. "Era tutto pronto ma alla fine non me la sono sentita, preferendo non correre rischi. Da allora non ho più visto i miei genitori, e ne soffro. Meglio che vengano loro qui a Mauritius, appena possibile, perchè è più sicuro", fa sapere Nishna.

Maria, un'espatriata colombiana e suo marito tedesco Eric, vivono a Mauritius da maggio 2018. Si è trasferita per seguirlo nel suo lavoro, ed assieme hanno una bambina di 3 anni. Per Maria, il blocco è stata un'esperienza particolarmente impegnativa poiché non ha famiglia sull'isola. “È il tipo di situazione che devi accettare perché non c'è alternativa. La parte più difficile è stata dover gestire tutto, senza alcun aiuto. Mio marito lavorava da casa e finiva molto tardi ", dice.

Tuttavia, Maria ritiene di essere stata fortunata. “I miei vicini, una famiglia mauriziana, ci hanno dato un grande supporto, condividendo con noi il loro cibo e dandoci coraggio. Sono valori che nelle grandi città si sono persi”, aggiunge.

Le cose sono andate diversamente per Ronda, a Mauritius con il marito, sudafricano come lei, e due bambini piccoli. Dopo prima del blocco era da suoi, in Sud Africa. Sono stata costretta a posticipare il volo previsto a Mauritius perchè io e i piccoli ci siamo ammalati. Nel contempo Mauritius ha chiuso i confini e siamo rimasti bloccati. Mio marito, che era rimasto sull'isola per lavoro, mi mancava molto e così, appena possibile, sono rientrata... ma l'ho trovato cambiato", ci confida.

La giovane mamma ci spiega che il lockdown ha avuto un impatto negato sul matrimonio. "Purtroppo il nostro legame si è incrinato ma devo essere forte per i miei figli. Per ora preferisco restare al sicuro a Mauritius, perchè la situazione in Sud Africa, a causa del coronavirus, è grave. Non ho scelta al momento", ci fa sapere Ronda.

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Commenti

  • laviniavirginia
    laviniavirginia4 anni fa(Modificado)
    Già, giá.... E neppure so se potrò un giorno tornare a casa mia almeno per sistemare -non fosse che per l'ultima volta e visita- le mie cose e le questioni che sono rimaste in sospeso. Seppoi non ripristinano un volo decente e per cui non corra io rischi di altro genere e... seppoi diventasse obbligatorio il tal passaporto, sarei confinata per sempre, fino alla fine dei miei giorni. Eh sí, perché molti non considerano che si può essere anche NON sottoponibili a vaccinazioni. Io ho già avuto una reazione anafilattica una volta e non mi sottoporró mai più a un'operazione del genere. Per cui, tanto vale vivere giorno per giorno e sperare di non finir troppo male (ma parlo per me, figurarsi) Il lato positivo della situazione: avere appreso che non si è al controllo di nulla, di proprio nulla, nella vita. Sono illusioni, quelle del poter programmare, che possono durare finché non accade appunto qualcosa che ti tronca in quasi tutto (unica eccezione, finché tale: l'essere ancora in vita.... )Ciao e in bocca al lupo!