La passione di viaggiare e scoprire il mondo accompagna Roberto da sempre. Grazie al suo lavoro entra in contatto con diverse realtà estere e poco a poco matura, con la moglie, l'idea di lasciare l'Italia. Il progetto si concretizza l'anno scorso, dopo la pensione, con il loro trasferimento nel sud del Portogallo.
Raccontaci un po' di te, da dove vieni e quanto tempo fa hai lasciato l'Italia?
Innanzitutto devo dire che sin da ragazzo nutrivo la passione di esplorare il mondo, conoscere culture diverse dalla mia, arricchirmi di sensazioni nuove e cose mai viste (all'epoca non c'erano i mezzi tecnologici di oggi che permettono di fare viaggi virtuali e i documentari che raccontano già tutto, togliendo il gusto della scoperta, e infine resta solo più il desiderio di toccare con mano).
Devo dire che ho avuto fortuna perché il mio lavoro mi ha permesso di viaggiare nel mondo, soprattutto in molti paesi europei e verso il lontano oriente, e saltuariamente in America.
Ho sognato di vivere in alcuni dei bellissimi posti che ho visitato, ma poi si fanno i conti con la realtà e ad essere più concreto. Una ghiotta possibilità di lavoro mi fu offerta in Germania ma il figlio appena nato rese più forte la necessità di avere il supporto dei parenti.
Comprare casa in Italia risultò improbo perchè tutte le graduatorie per accedere ai mutui agevolati (ricordo che l'inflazione viaggiava a due cifre) venivano vinte dai liberi professionisti e commercianti (chissà perchè!).
Poco per volta, l'idea di restare a vivere in Italia ci stava abbandonando e cominciammo ad investire all'estero dove fu molto più facile ottenere agevolazioni fiscali, per lo meno erano assicurate le vacanze… Questo ci permise inoltre di costruire una solida base di partenza per un futuro che ci programmavamo già fuori dall'Italia.
Come si sa, poi i piani cambiano col tempo. Nel frattempo nostro figlio, innamoratosi di una bella fanciulla svizzera, migrò oltr'alpe, quasi fosse un gioco del destino ad essere lui il primo a lasciare l'Italia (ed è stata la sua fortuna!).
Da dove nasce l'idea del trasferimento in Portogallo dopo la pensione?
Dopo molte vacanze trascorse in Francia (che sarebbe stata la nostra prima scelta), negli ultimi anni abbiamo preferito viaggiare prediligendo la penisola iberica e le sue isole. In particolare ci è piaciuto molto il Portogallo, il suo clima, la gente, il cibo, e soprattutto la tranquillità che regna in questo paese, decisamente lontano dal ritmo frenetico che ha sempre caratterizzato la mia vita.
Parlando con alcuni italiani conosciuti sul posto e informandoci sui media, abbiamo scoperto anche il notevole risparmio fiscale che si ottiene trasferendo la residenza in Portogallo. Avevo ancora qualche anno di lavoro, così abbiamo deciso di testare la vita portoghese con alcune vacanze in diversi periodi dell'anno, preparandoci ad un eventuale trasferimento. Tutto questo ci ha convinti che la scelta era quella giusta.
Dove vivete e su che criteri avete basato la scelta?
Lo scorso anno, quello della mia pensione, è stata la vacanza portoghese più itinerante perché destinata anche a cercare casa. Avevamo deciso che l'Algarve era l'area geografica preferita, dotata di un aeroporto che ci avrebbe permesso di raggiungere facilmente sia la Svizzera, dove vivono i nostri cari, sia l'Italia, dove abbiamo familiari e amici. Quindi si trattava di cercare un luogo che offrisse alcune comodità e servizi, come ospedale, negozi, intrattenimento, ecc.
Ci siamo sempre detti che il cambiamento avrebbe dovuto garantire una qualità perlomeno pari a quella italiana. Scartate molte soluzioni, più che altro orientate al turismo, infine la soluzione migliore fu trovata online, un bell'appartamento di 150 mq in un condominio con la piscina.
Avete avuto difficoltà di adattamento e come le avete superate?
Avendo sperimentato in precedenza la vita portoghese non ci aspettavamo particolari difficoltà di adattamento, se non il fatto di essere tornati a vivere in un condominio, mentre in Italia vivevamo in una villetta indipendente. Comunque ci sono voluti 3 mesi per “trasformare” la dimora secondo i nostri gusti e per sentirci come a casa: così abbiamo cambiato alcuni vecchi mobili, cambiato la disposizione delle stanze nell'ottica di poter ospitare eventuali amici e parenti, rimessi tutti gli arredi che ci siamo portati dall'Italia. Rivedere gli oggetti con i quali hai familiarità, ha aiutato molto psicologicamente.
Quali sono le caratteristiche climatiche dell'Algarve?
Il clima algarviano è noto nel mondo ed è motivo di tanta immigrazione, non solo di pensionati alla ricerca di un clima caldo e secco.
Noi abitiamo tra Alvor e Portimao, in uno dei nuovi quartieri di questa zona, e la troviamo un pò ventosa, ma non come la Liguria da dove veniamo. Questo è un bene perché stempera l'arsura estiva.
Però nella brutta stagione si hanno piogge ed umidità: vedere le strade sempre bagnate dall'umido rattristisce un po'!
Come trascorrete le vostre giornate?
I primi mesi sono stati molto impegnativi come poc'anzi detto e molto tempo è stato dedicato a seguire tutte le pratiche amministrative e fiscali per i nuovi residenti e per re-immatricolare l'auto che ci siamo portati dall'Italia.
Poi è arrivato il Covid e così ci siamo adattati ancora di più alla vita domestica. Io e mia moglie abbiamo un gruppo di gioco online con tanti amici coi quali passare ore a chiacchierare di tutto. Ogni tanto ci si trova con un amico italiano che vive qui per sperimentare nuovi ristoranti. Ma il maggior tempo è dedicato ai nostri hobbies: io per la musica, la lettura, la tecnologia, mia moglie per la cucina e la tv.
Appena l'emergenza Covid sarà un brutto ricordo, riprenderemo a viaggiare che era il nostro obiettivo primario.
Inoltre cercheremo un circolo a cui iscriversi per passare insieme ad altre persone del bel tempo.
Quanto vi costa in media vivere ad Alvor?
Non ho mai fatto i conti della spesa mensile perché si è stabilizzata solo ultimamente, avendo in precedenza sostenuto spese non ricorrenti.
Rispetto all'Italia, qui frequentiamo molto di più ristoranti e trattorie, che con una decina di euro ti offrono un pasto completo, azzarderei a dire quasi più conveniente che stare a casa.
Posso dire che finora ho avuto una spesa media di 120€/mese per telefono, TV via cavo, gas, luce e acqua.
Per il cibo, dipende molto dalle preferenze personali: carne e pesce costano molto meno che in Italia, frutta, verdura, formaggi e salumi sono paragonabili, vini accessibili e di buona qualità. Tutto sommato credo di poter dire mediamente un 15-20% meno caro dell'Italia.
Quello che trovo caro in Algarve, ma credo un po' in tutto il Portogallo per effetto della forte domanda sia turistica che residenziale, è il costo locativo: un bel appartamento come il nostro si trova da 1.000€ in su.
Cosa ne pensate del livello di sicurezza personale nella località dove vivete?
Questo è un parametro davvero importante. Vedo persone solitarie, anche donne, che circolano tranquillamente anche alla sera. E' una cosa sorprendente a cui non ero più abituato che è indice di sicurezza, non certo di avventatezza o di sprovvedutezza.
Come giudichi la sanità portoghese?
Putroppo lo scorso inverno sia io che mia moglie ci siamo dovuti appoggiare alle cure ospedaliere.
Prima mia moglie soffrì di una forte bronchite con attacchi di asma, poi io di una forte infiammazione sciatica tanto da dover camminare a fatica e zoppicare per alcune settimane.
In ospedale, dopo il triage, fummo visitati dai medici di turno, ci furono fatti alcuni esami (a mia moglie anche la presa di sangue e lastre ai polmoni), e data la cura in poche ore. Devo dire molto professionali, nulla che ci faccia invidiare gli ospedali italiani. Pensate che in sala d'attesa ci offrirono persino bevande a scelta gratuitamente….ma dove accade da noi?
Infine abbiamo deciso di fare anche un'assicurazione privata che ci consente di ottenere risparmi su alcune prestazioni di cui avremo bisogno, soprattutto occhiali e denti. La banca portoghese, in tal senso, offre convenienti pacchetti salute.
Ad altri connazionali che stanno per trasferirsi in Portogalli, hai dei consigli da dare per aiutarli ad affrontare al meglio questo nuovo capitolo della loro vita?
Io consiglierei di fare sempre uno o più viaggi esplorativi, sperimentare come si vive realmente nel paese di destinazione (quindi non in villaggi turistici o alberghi), frequentare persone locali per carpire il loro modo di pensare e di vivere, le loro abitudini perché poi potrebbe diventare il mondo verso il quale inevitabilmente ci si relazionerà maggiormente.