
Ciao Susanna, grazie per averci concesso quest'intervista.
Dove vivi attualmente e quali sono i motivi che ti hanno spinta al trasferimento?
Namaste innanzi tutto. Al momento vivo in India, a Delhi, da fine luglio. Il motivo principale per cui sono sbarcata qui è stato un viaggio nel 2011 con una coppia di amici. Abbiamo girato parte del Rajasthan sino ad Agra. Il Taj Mahal mi aveva affascinata da sempre e speravo, un giorno, di poterlo visitare. Quando i miei amici Omar e Francesca mi hanno proposto questo viaggio, non potevo dire di no! Da allora è stato amore per l'India. Inizialmente avevo deciso di trascorrere una nuova vacanza, l'idea del trasferimento si è fatta strada più avanti, e quindi adesso eccomi qui.
Sei l'autrice del blog “Vivere l'India”, quand'è che hai cominciato a scriverlo e qual'è il motivo principale che ti ha spinta a farlo?
Ti permetto che fino a qualche mese fa non sapevo cosa fosse un blog. Volendo trasferirmi in India, ho pensato di raccontare qualcosa della mia nuova vita, che non raccontasse lo svolgersi della giornata, ma che fosse una porta attraverso cui i miei amici, la mia famiglia, o meri sconosciuti potessero dare una sbirciatina ogni tanto. Perciò ho iniziato poche settimane prima di trasferirmi, l'ho voluto colorato, allegro, divertente ed in questo mi ha aiutato il mio amico Sergio che ha esaudito ogni mio desiderio in merito a grafica, layout, impaginazione. Ci sono i miei colori preferiti, ma anche quelli dell'India, mi rispecchia moltissimo.
Trovo molto interessante il parallelismo che fai nel blog tra Napoli e Delhi. C'è un qualcosa, un contrasto tra le due città che ti ha maggiormente colpita?
Il parallelismo tra Napoli è Delhi è il leit motiv del mio blog. Amo moltissimo la mia città natale ma è una realtà sicuramente difficile e tante volte ci si spezza il cuore a vederla soffrire. Delhi non è diversa in questo: anch'essa presenta tantissimi problemi ma, a differenza di Napoli e di tantissimi altri luoghi del mondo, qui – almeno per ora – ho provato in prima persona cosa significa la tolleranza, la pazienza, la calma, l'apertura mentale che non devono essere confuse con la sottomissione o l'asservimento. In un paese in cui è ancora forte il senso della suddivisione in caste della società, tuttavia, c'è uno spiraglio che lascia intravedere un cambiamento, lento, lentissimo, ma già in corso.
Di cosa ti occupi al momento?
Me stessa! Sono partita con il presupposto di voler conoscere meglio questo paese, perché, come ogni amore o storia importante, è vivendo insieme giorno per giorno che ci si impara a conoscere profondamente. Per fortuna, sono economicamente indipendente ed ogni tanto svolgo lavoretti di traduzione, e public relations per agenzie turistiche locali specializzate pin viaggi per italiani, e quindi faccio accoglienza clienti, interpretariato e via dicendo. Insomma in India sì ma sempre con un filo che mi lega alla madrepatria.
Paese che vai, usanze che trovi: c'è un'abitudine locale in particolare che ti va di raccontarci?
Ce ne sono tantissime, difficile scegliere. La più consolidata è sicuramente quella del Chai, il thè locale a base di spezie (masala chai). Gli indiani non potrebbero mai rinunciarvi, della serie “toccatemi tutto, ma non il mio chai”. Una volta mi è capitato che l'autista del tuk tuk, il mezzo locale più diffuso insieme al rickshaw, avesse rifiutato una corsa da 150rs perché era il suo chai moment. Non ho fatto altro che finisse il suo chai per poter partire…..Molto spesso, le abitudini locali sono legate anche a motivi religiosi. Ad esempio, durante il Diwali, una sorta di Natale locale (noto come “festa delle luci”), l'India si illumina a festa e c'è un momento di rinnovo totale, durante il quale anche le case vengono pulite a fondo, a volte ridipinte, e le donne usano comprare un abito nuovo per l'occasione, anche io ne ho avuto uno in regalo che indosserò quel giorno.
Qual è il modo migliore per cercare alloggio in città: consultare siti immobiliari on-line, annunci sui quotidiani...cosa ci consigli?
Personalmente, ho trovato la casa in cui vivo – e che condivido con altre persone – attraverso una pagina specifica di Facebook. I siti per trovare un appartamento sono tantissimi ma prima ancora di recarmi a Delhi, e senza neanche conoscere la città, ho cercato tramite queste pagine di FB in cui migliaia di ragazzi “condividono” le informazioni. L'India è una meta, temporanea o permanente, per tantissimi espatriati, e quindi non è difficile entrare in contatto con realtà e culture completamente differenti dalla propria. Personalmente, non ho mai testato nè i siti di annunci immobiliari nè le agenzie locali. Di certo, posso consigliare di aprire sempre gli occhi, specialmente con le agenzie i cui procacciatori, spesso, pensano solo al facile guadagno piuttosto che al soddisfacimento del cliente. Un altro consiglio che posso dare è di non concludere mai l'affare senza aver visto con i propri occhi la strada, l'edificio e l'appartamento, nonché la vicinanza con la metropolitana ed ancora con gli esercizi commerciali, specialmente se si è donna. Al momento, vivo in una zona ben servita dalla metro e con un grandissimo mercato e convivo con ben tre persone: un ragazzo indiano, una ragazza colombiana ed una venezuelana e tengo a dire che li adoro alla follia ed insieme stiamo molto bene, siamo direi una piccola famiglia.
I tre aspetti di Nuova Delhi che più ti affascinano...
Se devo essere sintetica (cosa che non mi riesce molto bene) direi che Delhi è: cosmopolita, viva e sorprendente. Nel giro di due mesi ho conosciuto indiani, francesi, greci, sudamericani, spagnoli, africani, italiani, insomma una bella insalata. Non c'è sera che non vi sia un evento a cui partecipare, anche se si tratta di bere un cocktail sulla terrazza di un bar ad Hauz Khas. Ed è sorprendente, sì, perché giorno dopo giorno, non smette mai di stupirti, anche quando pensi di aver imparato a “gestirla”, Dilli è lì che ti spiazza ancora e ancora e ancora….
Nella vita di tutti i giorni ti rapporti ad una realtà abbastanza diversa da quella in cui sei cresciuta. Penso alla lingua, al clima, al cibo, alla religione…come hai imparato a conviverci?
La religione non è mai stata un problema, vuoi perché non sono effettivamente praticamente, vuoi perché in India c'è posto per tutte le religioni, sta di fatto che la mattina mi sveglia la preghiera musulmana, esco di casa e passo davanti ad un tempio hindu e faccio la spesa in un negozio di fronte al tempio sikh….insomma in India non ci manca nulla. Per la lingua, diciamo che vado ….tora tora…ovvero piano piano… sono un'appassionata di lingue e ne parlo altre tre oltre l'italiano, l'Hindi è veramente molto interessante ma c'è bisogno di tempo, pazienza e costanza per poterlo apprendere bene. Io non ho fretta…. L'inglese sostituisce il resto. Anche gli indiani usano parlare l'hinglish, ovvero Hindi e Inglese insieme….a volte vado a gesti mentre in casi estremi mi procuro una foto di ciò che mi interessa e la mostro al negoziante. Il cibo?? Serve un'intervista a parte, è un capitolo troppo lungo, ma riassumo dicendo che puoi spendere 20rs o 2000rs e mangi sempre benissimo ed in modo variegato! Per quanto riguarda il clima, da luglio a dicembre non ho mai avuto troppe difficoltà, stiamo a vedere con il primo vero monsone, magari verrò in vacanza in Italia.
La gente locale come si pone nei confronti degli stranieri? È accogliente?
La maggior parte delle persone è più che accogliente, ti tratta come una di famiglia, certo non mancano i falsi – anzi – ma credo anche che molto dipenda da noi. Non è facile trasferirsi in un paese molto diverso dal proprio ma non lo è neanche per chi si ritrova una persona completamente diversa come vicina di casa. Uno dei primi passi che ho fatto verso l'inserimento è stato acquistare una vagonata di abiti tradizionali indiani, difficile resistere a questi colori così vivi e belli però penso sia un modo per mostrare a chi mi sta intorno che amo questo paese, le tradizioni, gli usi e…i costumi!
A fronte della tua esperienza personale, ti senti di dare qualche consiglio a quanti stanno per affrontare un trasferimento in un Paese estero?
È difficile rispondere a questa domanda: la mia è stata una scelta di cuore più che di cervello. Non sono partita per l'India perché mi si è presentata una grossa opportunità lavorativa in loco. Io ho soltanto trovato un posto che mi piaceva molto e ho pensato di provare a viverci. Per ora va tutto alla grande, mi sento a casa, mi piace il vento sulla faccia mentre sono in rickshaw e mi piace il profumo di incenso del tempio hindu, mi piace l'arroccamento dei bar e ristoranti del Village quando usciamo la sera, e le diatribe con i driver per scontare la corsa…insomma ognuno deve chiedersi se ci sta bene, altrimenti non ci sarà stipendio che tenga per motivarvi ad espatriare. Poi magari, riuscire a crearsi una rete di amici, conoscenze locali, informazioni pratiche del posto prescelto può aiutare sicuramente….ma tutto poi andrà verificato un volta in loco….a me è andata alla grande!
Le foto che compaiono in questa pagina ed in copertina, sono state scattate da Susanna