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Luca a Londra: "Partire per ritrovare la mia parte migliore"

Luca in Inghilterra
Curioso, amante del buon cibo, fotografo e videomaker professionista, Luca è un giovane ed intraprendente ragazzo milanese che vive a Londra.

Ciao Luca, raccontaci un po' di te: chi sei, da dove vieni, di cosa di occupi?

Di origini lombarde, sono un fotografo e videomaker professionista che ha sempre operato nel settore dei matrimoni sopratutto nel nord Italia.
Mi piace seguire stili di vita salutari e amo il buon cibo.
Quì a Londra mi occupo anche di eventi di vario genere, conferenze, servizi giornalistici video, sono riuscito a differenziare le mie tipologie di lavori.

Cosa ti spinse a lasciare l'Italia per trasferirti in Inghilterra?

Ero ormai vittima della mia routine e più niente mi suscitava curiosità.
Tutto era prevedibile e i giorni e gli anni scorrevano senza stimoli.
Mi definisco una persona curiosa e tutta la mia energia era finita solo nel mio lavoro, che nonostante tutti i miei stimoli positivi si stava inesorabilmente esaurendo.
In più considerando il picco di crisi economica già prevedibile in Italia, ho deciso di partire recuperando una parte di me ferma ad anni addietro ancora vogliosa di sperimentare.
Ho scelto un po' a caso, stavo per farlo a 23 anni ed ero in contatto con un fotografo di Preston, sempre in Inghilterra, poi la cosa è sfumata. Ma qualcosa in me mi diceva che non sarei restato per sempre in Italia. E così è stato.

Come ricordi il tuo processo di adattamento a Londra?

Per niente positivo, quasi pessimo.
Avevo fatto degli errori di valutazione e l'Inglese è stato un ostacolo continuo per me, man mano che migliorava il mio inglese migliorava la mia integrazione con la società e tutto si semplificava. Ma ci è voluto tempo.
E' stato frustrante trovare barriere continue di linguaggio, da quando mi svegliavo sino alla spesa al supermercato, e tutto era difficile.
Nonostante la mia preparazione mi sono reso conto che il mio inglese era del tutto insufficiente e che in Italia non te lo insegnano, solo delle parole e frasi insignificanti.

A tuo parere, il pensare: "vado a Londra, non parlo inglese, cerco un lavoretto e poi arriverà qualcosa di meglio" è ancora fattibile oppure insidioso?

Secondo me è una cosa da evitare assolutamente.
La conoscenza dell'inglese è fondamentale.
A Londra la gente non ha più voglia di simpatizzare con chi viene da lontano, soprattutto se ci sono problemi nel comunicare.
Tanto vale starsene a casa, imparare l'inglese per davvero magari con l'ausilio di una scuola specifica, allenarsi a parlarlo e guardare tanti film in inglese britannico e poi americano.
Se avete fatto questo, arrivati in UK tutto sarà comprensibile e non sarete vittime di una barriera invisibile che è l'impossibilità di comunicare.

Quali differenze sostanziali hai potuto riscontrare tra il mondo del lavoro inglese e quello italiano?

Mi piace questa domanda: Molto meglio qui ma non sotto tutti gli aspetti.
Una cosa tipica inglese è il completamento di un "task".
Per loro è fondamentale terminare sempre quello che si sta facendo o almeno l'obiettivo giornaliero da raggiungere.
Non farlo significa inefficienza e quasi simbolo di vergogna. Questo comporta degli svantaggi alcune volte.
Nel caso si incontrassero delle difficoltà durante lo svolgimento loro trascurano il fattore qualitativo pur di terminare.
A volte mi chiedo, meglio un lavoro svolto bene ma in ritardo o uno svolto male ma puntuale?
Gli Italiani al lavoro sono più precisini, passatemi il termine. E ovviamente questo comporta alcuni vantaggi anche per il modo di fare italiano.
Per molti aspetti gli Inglesi sono l'opposto degli Italiani, rispettano gli orari e gli appuntamenti: un orario preciso è tale, non è un consiglio, come si usa sopratutto al sud Italia. Per me questa è stata una piacevolissima scoperta.
Per loro consegnare qualcosa in ritardo senza avvisare è inaccettabile: non puoi arrivare in ritardo senza avvisare.
Se hai un intoppo meglio dire "scusa potrei fare ritardo" oppure "scusa sono in ritardo, arriverò tra 20 minuti" per poi presentarsi dopo 15 piuttosto che dire "arrivo tra 5 minuti" per presentarsi dopo 20 minuti.
Altra piacevolissima sorpresa è scoprire che non è tabù parlare di soldi al lavoro. Sempre.
Prima di iniziare, durante e dopo un lavoro sai sempre quanto guadagnerai, persino quando cerchi lavoro sai quanto offrono. Così si evitano perdite di tempo.
In Italia parlare di soldi è da meschini, ma è solo ipocrisia, a chi non piacciono i soldi?
Un altro fattore inglese è l'orario di lavoro salvo casi particolari ma già pianificati. Si inizia e si finisce ad una certa ora. Con la pausa ad un ora prestabilita.
Non un minuto in meno. Non un minuto in più.

E a livello umano, quali sono le maggiori differenze tra i due popoli?

Non ho molto da evidenziare, sono sempre disposti a darti un aiuto se sei in difficoltà, sono molto più sensibili degli Italiani verso le associazioni benefiche e le missioni umanitarie.
Si battono per il diritto degli animali e sono molto orgogliosi e patriottici al contrario degli Italiani.
Una loro forte caratteristica culturale, che alcune volte non tollero, è che gli Inglesi non ti dicono come stanno le cose, ma te lo fanno capire. Anche per un semplice si o un semplice no.
Spesso questo loro atteggiamento causa frustrazione specialmente per un Italiano che tende ad andare dritto al punto, e capita spesso che sono vittime dei loro stessi meccanismi.
Ci sono molti falsi stereotipi sugli inglesi. E' vero che sono un po' schivi, sopratutto riguardo lo stringere amicizie strette, ma in compenso loro socializzano con tutti, anche con chi è meno simpatico, col risultato che ad una festa o al pub nessuno si sente escluso, e a fine serata si tirano le somme su come è andata. Magari durante il rientro a casa.
In gruppo sono molto meno individualisti. Non cercano di dire io ho fatto, io devo, io sono, ma si concentrano a tenere alto il ritmo dei discorsi e a non escludere nessuno. Io lo reputo un fattore di buona educazione.
Alcuni sono nazionalisti, non esprimono mai rancore diretto ma evidenziano alcune sfumature che ti fanno capire che sono "diversamente razzisti". Ma guai a chiamarli razzisti, sei giuridicamente nei guai.
Quello che mi piace degli inglesi è il senso dello humor (che bisogna conoscere) che trapela nel quotidiano sotto le più varie sfumature.
Mi piace un sacco questo umorismo serio, autoironico, provocatorio e cinico. Ma mai offendersi. Non sarebbe parte del gioco. Molto meno banale dell'umorismo italiano.

Quali sono le migliori città in cui vivere in Inghilterra?

Escludendo subito Londra, a me è piaciuto Brighton anche se generalmente prediligo il Sud dell'Inghiliterra.
Anche Portsmouth l'ho trovata interessante anche se movimentata solo in estate.
Ho visto Oxford ma sembra troppo calma e "finta" per via di quelle università ed eccesso di giovani che sono di passaggio.
Manchester, dove sono stato tre volte, la eviterei per via del clima molto piovoso e per la zona periferica immensa che non mi piace per niente.
Conosco un ragazzo di Notthingham che parla bene del suo posto, dice che si vive bene; ho conosciuto della gente di Birmingham e nessuno si è mai lamentato della città, anzi, lodandola come il miglior compromesso!
So che a Leeds, secondo le solite statistiche annuali inglesi, come quelle che fa il Sole24ore per l'Italia, c'è una qualità di vita elevata anche se non ho mai verificato di persona.
Prenderei seriamente in considerazione Birmingham e Brighton, sicuramente Birmingham è un po' più movimentata per via delle dimensioni, Brighton è un attimo più hipster e circoscritta ma piena di eventi più o meno culturali.

Cercare casa a Londra: in base alla tua esperienza quanto costa l'affitto mensile di stanza o appartamento e a che zone della città fanno riferimento?

Non saprei in zona 2, ma per quanto riguarda la zona 3 più periferica non si trova una stanza decente a meno di £ 600.
Il mercato degli affitti a breve termine è saturo. Impossibile trovare l'occasione almeno che un amico stretto che ha avuto un colpo di fortuna in precedenza vi lasci la casa o la stanza, facendovi subentrare. Ma casi così sono rari e succedono dopo anni che ci si trova a Londra.
Una "one bedroom" che non sia una topaia non la si trova a meno di £1200 sterline.
Nessuno fa sconti e nessuno regala niente.
Se trovate a meno c'è qualche fregatura.

Come consigli di cercare: siti immobiliari on-line, agenzie immobiliari, altri canali?

Se avete una buona disponibilità economica per dare sostanziose caparre va bene una agenzia fisica, altrimenti i vari siti di annunci gratis più o meno conosciuti possono essere d'aiuto, ma c'è un via vai di case che è davvero difficile starci dietro, ma non impossibile.
Siti immobiliari on-line sono un tantino meglio dei siti di annunci, ma i migliori e conosciuti sono anch'essi saturi di richieste che superano di gran lunga le proposte.

È possibile cercare alloggio dall'Italia oppure è una cosa che, in pratica, è difficile?

Almeno che non ci sia un amico stretto già sul posto disposto ad aiutarci, la vedo difficile prendere qualcosa di buono dall'Italia.

Quali sono secondo te gli ingredienti necessari per un espatrio di successo?

Disponibilità economica iniziale come ammortizzatore e conoscenza vera della lingua locale, scritta e parlata.
Conoscenza degli usi e costumi del posto e del sistema politico e burocratico, l'aver visitato in precedenza il posto almeno come turista e la disponibilità di fare provvisoriamente dei passi indietro pur di permanere nel posto per cercare di farsi una carriera e una vita.
E della fortuna, ma questo è un fattore che non possiamo controllare.

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