RISCHIO TERRORISMO

Al-Tunisi, chi è il tunisino indicato come prossimo capo dell'Isis

Una rara foto di Al-Tunisi

Pubblicato il 16/07/2017
Ultima modifica il 16/07/2017 alle ore 10:45
giordano stabile
inviato a beirut

Al-Tunisi fu l'uomo di Al-Baghdadi in Libia. Perché potrebbe essere lui il successore? 

Un tunisino che sta riorganizzando l'Isis fra le sabbie della Libia sarà il probabile successore di Abu Bakr al-Baghdadi. È il colpo di scena rivelato dalla tv saudita Al-Arabiya, mentre ancora mancano elementi inconfutabili sulla presunta morte del califfo, tanto che il segretario alla Difesa Usa James Mattis ha precisato ieri che «non ci sono prove». Finora le indiscrezioni sulla lotta di potere al vertice dello Stato islamico puntavano sui luogotenenti iracheni di Al-Baghdadi, i più papabili. 



L'Isis è una creatura irachena, come il suo leader, scomparso dai radar dal dicembre scorso, quando con un audio incitò alla lotta «fino all'ultimo uomo» a Mosul. La guarnigione dell'ex capitale del califfato, ora ridotta a un cumulo di macerie, gli ha obbedito. Ma per Al-Arabiya la perdita di Mosul, e l'assedio di Raqqa, hanno ribaltato le prospettive. Non c'è futuro in Siria e Iraq e il leader dell'Isis avrebbe puntato sulla Libia come nuovo «incubatore». 



Tanto da inviare lì, dopo la caduta di Sirte, il suo erede: Jalaluddin al-Tunisi, al secolo Mohamed Ben Salem al-Ayouni. Classe 1982, nato della regione di Sousse, Al-Tunisi è immigrato in Francia da bambino, ha la cittadinanza francese ed è tornato in patria dopo la rivoluzione dei gelsomini per poi spostarsi in Siria e partecipare alla rivolta contro Assad. Nel 2013 si è unito all'Isis ed è diventato uno dei comandati preferiti di Al-Baghdadi. I seimila combattenti tunisini sono da sempre una colonna dell'Isis e già nel 2004, Al-Zarqawi, precursore del califfo, aveva detto: «Se la città tunisina di Ben Guerdane fosse accanto a Falluja avremmo già conquistato tutto l'Iraq». 



Al-Tunisi ha buoni rapporti con il gruppo Oqba ibn Nafi in Tunisia e ha creato almeno quattro santuari nel deserto libico. Il Maghreb ribolle ma l'attenzione saudita, ed egiziana, nasconde anche manovre strategiche. Dalla Libia si infiltrano islamisti in Egitto, il presidente Al-Sisi vuol farla finita, ha già usato l'aviazione contro le basi islamiste e forse sta pensando a un appoggio di terra al suo alleato, il generale Haftar, implacabile nemico, oltre che dell'Isis, delle milizie islamiche appoggiate dal Qatar. Dire che la Libia sta per diventare il centro del califfato significa anche cercare un via libera.

aNTOEsIMO SCRIVE SU ALTRO ARGOMENTO.
Pasquale ma ancora stiamo parlando dell'ISIS (che poi non si è mai chiamato così ma è una trovata dei media?) In Tunisia si vive come in qualsiasi parte civilizzata del mondo. Bisogna solo fare attenzione ai bambini che vengono a suonare i campanelli e poi scappano... Non date credito ai media, viveteci e poi si può raccontare la Tunisia... il resto sono solo chiacchiere da mass media di bassa lega.
Comunque cosa c'entra questo discorso con la "Defiscalizzazione negli stati esteri"? Per favore leggete il titolo della discussione prima di postare e se non ne trovate una idonea createla voi ma non "inquinate" le discussioni altrui con gossip
.

Guarda il poblema non e' se si chiama Isis (in italia la chiamanno così...) o Daesh o altro nome il problema e' che questa organizzazione ha seminato terrore morte e violenze oltre ogni limite verso indifesi e molti hanno paragonato questa organizzazione al peggiore nazismo. Sono morte 300.000 mila persone in iraq e in Siria

non si puo' nascondere il macigno sotto il tappeto-

O si sono inventato tutti media? vorrei che sia così vorrei che i villaggi trucidati con migliaia di bambini e donne sia tutta una invenzione dei media come dici tu

Che poi tu hai informazioni di prima mano e il nuovo capo dell'isis non è il tunisino   che indicano i media allora vuol dire che sei piu' informato delle decine di giornalisti (alcuni sono morti in zona di guerra anche ultimamente

Direi che è offensivo nei confronti delle vittime sia degli attentati euripei che di tutte le vittime parlare di gossip.

Vallo a dire ai parenti di quelle persone che prendevano il sole sulla spiaggia di Sousse.

Forse fanno Gossip sul sito Analisidifesa.it?



TUNISI TEME IL RITORNO DEI FOREIGN FIGHTERS DELL'ISIS

    26 giugno 2016 di Redazione in News



La Tunisia è il Pese che ha offerto il numero più rilevante di miliziani stranieri alle milizie dello Stato Islamico (Is) che combattono in Siria, Iraq e Libia.

In seguito alle recenti sconfitte subite dai jihadisti il rischio per Tunisi è rappresentato dalla minaccia interna proveniente dai foreign fighters che ritornano nel Paese. L'allarme arriva dagli analisti locali mentre dalle autorità di Tunisi si sta ancora aspettando un piano per gestire l'emergenza.

Si stima che siano più di tremila i miliziani tunisini che combattono per l'autoproclamato Califfato in Iraq e in Siria, mentre i 500 presenti in Libia compongono la maggior parte dei jihadisti impegnati sul campo.  Secondo il ministero degli Interni tunisino, all'inizio del 2015 erano circa 600 i miliziani tornati in Tunisia da diversi fronti.

La legge prevede il carcere per chi rientra in patria, come qualunque ”cittadino che si è messo a disposizione di un'organizzazione terroristica straniera”.

A novembre del 2015 le autorità hanno messo agli arresti domiciliari 92 persone appena rientrate in patria e dopo un attentato dinamitardo contro un bus delle guardie presidenziali costato la vita a 12 persone.

Hadi Yahmed, ricercatore esperto di gruppi islamici, ritiene che il ritorno di giovani combattenti tunisini dalla Siria, dall'Iraq e dalla Libia rappresenti la più grande sfida alla sicurezza della Tunisia oggi.

Yahmed, che ha scritto un libro sul movimento jihadista in Tunisia, ha detto ad al-Monitor che ”la questione più seria è che le autorità di sicurezza tunisine non hanno un piano chiaro per affrontare il pericolo rappresentato da chi ritorna.

I numerosi attentati terroristici che hanno di recente colpito il Paese dimostrano che chi torna dalla Libia, dalla Siria e dall'Iraq ha preso parte ad azioni terroristiche”.

Saifuddin Rizki, che nel giugno del 2015 attaccò un resort di lusso a Susa uccidendo 38 turisti, tra cui 30 britannici, era stato addestrato dall'Is in Libia nel campo di Sabratha colpito in febbraio da un r<id aereo statunitense.

Nello stesso campo furono istruiti i miliziani tunisini infiltrati a Guerdane nel marzo del 2016 per attaccare le forze di sicurezza. Quello che servirebbe, afferma Yahmed, sono ”sistemi di sorveglianza aggiornati” ma anche un programma di reinserimento nella società di chi torna in patria.

Mandarli in prigione insieme a detenuti ordinari rischia solo di far aumentare il numero di reclute” per l'Is. Un progetto di reinserimento sociale di assassini e terroristi che si preannuncia piuttosto arduo ma  condiviso del resto anche in Europa dal coordinatore per l'antiterrorismo della Ue, Gilles DeKerchove.

(con fonte AdnKronos/Aki)

In Tunisia non esiste terrorismo... mi spiace per chi ne senta la spinta emotiva ma... lo ripeto qui si vive tutti d'amore e d'accordo

Pasquale poi visto che sei stato così bravo nelle ricerche su info difesa saresti gentile da postare i nomi delle persone uccise sulla spiaggia di Sousse (che era proprio a pochi metri da casa mia)? In tutte le vicende si trovano i nomi ma... stranamente nell'attentato di Sousse sono solo di poche persone...

Non ho capito cosa intendi con i nomi delle vittime dell'attentato.

Io so che sono 38 persone uccise vicino alla tua residenza .....ed io dovrei sapere come si chiamano le 38 persone. ...so che la maggior parte erano turisti inglesi....quindi? Non conosco i nomi come peraltro nessuno del forum.

non si capisce l'allusione che vuoi fare.
Non potendo dire i nomi vul dire che non c'è stato l'attentato-

Forse anche l'attentato è gossip inventato?

un conto è la vita in Tunisia e la percezione del pericolo,
un altra la valutazione oggettiva della situazione dei potenziali pericoli

Viene dalla Tunisia e ha il passaporto francese: è il nuovo Califfo dopo al-Baghdadi

Jalaluddin al-Tunisi alla guida dello Stato Islamico: ma non c'è ancora la certezza assoluta della morte di Baghdadi
Jalaluddin al-Tunisi, l'attuale leader Isis in Libia
Jalaluddin al-Tunisi, l'attuale leader Isis in Libia
globalist 15 luglio 2017

L'emittente saudita Al Arabya ha comunicato che il successore di Abu Abu Bakr al-Baghdadi alla guida dell'organizzazione terroristica Stato islamico (Isis) sarà Jalaluddin al-Tunisi, l'attuale leader Isis in Libia, mettendo in evidenza che "tra i pochi leader rimasti, Jalaluddin al-Tunisi è il più qualificato a prendere il posto di al Baghdadi". Nei giorni scorsi la notizia della morte di Abu Bakr al Baghdadi è stata confermata dalla stessa organizzazione in un breve comunicato, in cui è stata annunciata a breve la nomina di un successore.
"Il vero nome di Jalaluddin al-Tunisi, tunisino come indica il nome, è Mohamed Ben Salem Al-Ayouni - ha scritto al Arabiya - è nato nel 1982 nella regione di Masaken della provincia costiera di Sousse. Emigrato in Francia negli anni '90, era riuscito a ottenere la cittadinanza francese prima di rientrare in Tunisia per la rivoluzione. Nel 2011 andò in Tunisia e poi partì per la Siria per partecipare alla guerra".
Secondo l'emittente saudita, "nel 2014 annunciò di essersi unito all'Isis... di cui divenne uno dei più importanti leader, molto vicino ad Abu Bakr al-Baghdadi". La sua prima comparsa sui media è avvenuta attraverso un video girato nel 2014.
Lo scorso anno, dopo la disfatta dell'Isis a Sirte, al Baghdadi "lo nominò Emiro dell'organizzazione in Libia, perchè credeva fosse in grado di vincere e garantire la presenza dell'organizzazione, ma anche per i suoi buoni rapporti con altre organizzazioni estremiste attive in Nord Africa, quale Uqba ibn Nafi, affiliata ad al-Qaida". Secondo al Arabiya, Tunisi sarebbe riuscito a "convincere alcuni dei suoi membri a disertare e a unirsi all'Isis".
Per l'emittente saudita, il Nord Africa è in cima alla lista delle regioni dove l'Isis vorrebbe espandersi e sopravvivere dopo le recenti sconfitte in Iraq e in Siria. E la Libia, "specialmente l'insicuro Sud, garantisce un covo sicuro a ribelli e terroristi per operare in liberà, riorganizzarsi, reclutare e addestrare membri"; inoltre, facilita il "finanziamento attraverso il contrabbando di merci".

non dico nulla specie su un forum dico semplicemente di cercare l'elenco dei nomi delle 38 vittime dell'attentato... di tutti gli attentati sono pubblicati i nomi quindi devono essere anche qui... e ripeto... in Tunisia il rischio attentato come il rischio terrorismo sono inferiore a qualsiasi altro Paese Europeo.
Per una maggior tranquillità invito a prendere visione del sito Viaggiare Sicuri della Farnesina con la scheda sulla sicurezza del paese aggiornata con le fonti ufficiali della Repubblica Italiana.

Scusate ma come riportato dal CODICE DI CONDOTTA DEL FORUM TUNISIA questo forum non è il contenitore adatto per discutere dell' argomento.

Grazie per la comprensione.

Discussione chiusa.

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