Perché i Millennials vanno a vivere all'estero?

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Pubblicato 2022-07-04 alle 10:00 da Asaël Häzaq
I Millennials sono sempre più propensi a trasferirsi all'estero per migliorare le loro condizioni di vita. Questi giovani adulti, per lo più di età compresa tra i 25 e i 40 anni, hanno vissuto tutto, dalle crisi economiche alla pandemia di Covid, alla guerra in Ucraina, ad altri conflitti geopolitici.

Per alcuni sono la generazione perduta, per altri la generazione delle possibilità. Liberi dalle responsabilità e dagli impegni, possono viaggiare per il mondo alla ricerca di condizioni di vita migliori di quelle offerte dai loro Paesi d'origine. Ma cosa rende la mobilità internazionale un'opzione così allettante per i millennial?

Cosa spinge i Millennials ad allontanarsi da casa?

Le ragioni sono molteplici, dalla necessità di fare nuove esperienze lavorative, di andare alla scoperta di nuovi Paesi, culture, ecc... Per la maggior parte di loro, è la realizzazione di un sogno. Ma in termini pratici, l'aumento del costo della vita nelle loro nazioni d'origine, la difficoltà nel comprare casa, la mancanza di prospettive di carriera e gli stipendi inadeguati, li spingono altrove. Molti di loro, soprattutto i più ambiziosi, sono convinti che l'erba del vicino sia più verde.

I millennial non ci pensano due volte prima di partire. Vale la pena notare che l'aumento dei prezzi degli immobili è uno dei principali fattori che spingono ad andare all'estero. Secondo CIA Landlord, una compagnia assicurativa britannica, Parigi è la capitale più costosa d'Europa, seguita da Londra e Lussemburgo. Il prezzo di un immobile a Parigi è di circa 14.000 euro al metro quadro, 13.000 euro a Londra e circa 11.000 euro in Lussemburgo. Costi inaccessibili per i millennial. Affittare sembra essere l'unica opzione, a meno di non cercare altrove.

In linea di massima, i millennial hanno meno legami rispetto alle generazioni precedenti. Sono single o in coppia, non hanno figli, sono in affitto e non sono vincolati da un mutuo a lungo termine. Una condizione che li rende liberi di fare nuove esperienze. I millennial europei sono più propensi a trasferirsi in Spagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Brasile, dove possono godere non solo di stipendi più alti, ma anche di un maggiore potere d'acquisto rispetto ai loro Paesi d'origine.

Recentemente, anche i Paesi dell'Europa orientale, come Estonia, Croazia, Georgia e Repubblica Ceca, hanno attirato sempre più millennial introducendo un visto per nomadi digitali. Sebbene la guerra in Ucraina abbia rallentato i piani di trasferimento all'estero, questi Paesi puntano molto sui prezzi competitivi degli immobili e sul basso costo della vita.

Qual è l'impatto della crisi economica sui millennial?

I Paesi di tutto il mondo sono alla ricerca di talenti internazionali per far fronte alla carenza di manodopera, o di nomadi digitali per contribuire alla ripresa delle loro economie. Nel frattempo, l'aumento dell'inflazione pesa sul potere d'acquisto. In Germania e in Sudafrica l'inflazione sfiora l'8%. Negli Stati Uniti è dell'8,3%, in Francia del 5,2%, in Australia del 5% e in Marocco del 4,7%. Pertanto, può essere piuttosto rischioso lasciare il proprio Paese per un altro solo in base ai prezzi degli immobili e al costo della vita in generale. Assicuratevi di sapere esattamente cosa state cercando, perché ogni Paese ha le sue specificità.

Il lavoro a distanza è diventato la nuova norma, soprattutto per i millennial in cerca di nuove opportunità. Le possibilità di carriera sono disponibili nei settori come l'e-commerce, l'ingegneria, i videogiochi, l'informatica, la finanza, lo sviluppo sostenibile, ecc... I millennial ritengono che l'esperienza internazionale possa arricchire il loro CV. Questa nuova forma di realizzazione di sé contrasta con le generazioni precedenti, per le quali mettere radici e avere una casa con giardino era una priorità. Tuttavia, le crisi da sole non spiegano questo cambiamento di valori. Oggi la maggior parte dei millennial studia di più e ha stili e ritmi di vita diversi rispetto al passato. 

Quali sono i motivi che li spingono a trasferirsi all'estero?

Di questi tempi è abbastanza comune vedere un giovane che si laurea a 30 anni o più, e che entra nel mercato del lavoro relativamente tardi. A questa età, i loro genitori avevano già uno o due figli, un lavoro fisso e una casa di proprietà. Quando i millennial entrano nel mondo del lavoro, si scontrano con la crisi economica e geopolitica, l'inflazione, le problematiche legate al Covid-19 ecc... Ecco perché partire sembra essere l'opzione migliore per compensare il tempo perso. La maggior parte di loro fa una vita normale quando si trasferisce all'estero, piuttosto ordinaria, ma il solo fatto di aver cambiato ambiente li soddisfa.

Trasferirsi all'estero è anche un'opportunità per conoscere meglio sè stessi. Forse chi ha studiato molto non ha mai avuto la possibilità di viaggiare o di fare uno stage all'estero. Vivere in un Paese straniero, quindi, aiuta a rafforzare la fiducia nelle proprie capacità, uscendo dalla zona di comfort. I millennial, che potranno difficilmente ottenere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, o comprarsi casa, considerano l'esperienza internazionale come un progetto di vita, sia professionale che personale.