
La società molto spesso ci rimanda l'immagine della donna che segue il compagno durante un espatrio e non vicersa, ma le cose stanno cambiando. Sempre più donne vanno a vivere all'estero per seguire le loro ambizioni, facendosi spazio in un mondo ancora troppo spesso occupato dagli uomini. Perché l'espatrio risuona ancora come un segno di successo e realizzazione professionale al maschile. Al contrario, chi sono gli uomini che decidono di seguire la compagna quando è lei il motivo trainante dell'espatrio? Come fronteggiano la situazione e come vedono il loro ruolo?
Questi uomini hanno seguito la compagna all'estero
"Non avrei mai pensato che un giorno avrei seguito mia moglie all'estero. Sognavamo di trasferirci in Spagna. Abbiamo studiato spagnolo e messo da parte dei risparmi. Quando lei ha ricevuto un'offerta di lavoro, siamo partiti. Pensavo che nel giro di poco avrei trovato anch'io ma così non è stato, e l'ho presa male. Mi faceva strano che fosse lei da sola a mantenere la famiglia. Siamo genitori e ho visto venire meno il mio ruolo di capo famiglia". Questa testimonianza è quella di Leo, 33 anni, espatriato con la moglie in Spagna dal 2016. Leo se la cava con lavori saltuari. Quando finalmente trova un impiego che lo soddisfa, arriva il Covid. La situazione di stallo lo costringe a uno stop forzato, che gli dà modo di guardarsi dentro. "Vivevo una situazione di stallo. Fortunatamente c'era la mia compagna a provvedere per tutti. Ho passato tre mesi di buio totale, poi ho deciso di andare da uno psicologo e grazie a lui ho capito che ero molto infastidito e geloso del successo di mia moglie. Esternare questi sentimenti mi ha permesso di guardare oltre. Stavo combattendo una battaglia che avevo creato da solo nella mia testa. Ora sto meglio, mi prendo cura dei bambini ma con maggiore consapevolezza rispetto al passato, quando lo facevo in modo meccanico. Ho scoperto anche una passione per la cucina. Mi confronto in modo costruttivo con mia moglie e mi sono iscritto a un corso di pasticceria. Vediamo come andranno le cose. Ho imparato a vivere in modo più rilassato e a lasciare andare i preconcetti che avevo. Mia moglie guadagna più di me, e va bene così".
Quando il partner si reinventa
La storia di Leo e della compagnia evidenzia come cambiano gli equilibri nella coppia quando è la donna a trasferirsi per lavoro. Simbolo di emancipazione, l'espatrio al femminile suscita, a volte, un senso di inferiorità negli uomini. Il contrario succede poche volte. Quando è la donna a tenere le redini della coppia, gli uomini si mettono in discussione, così come testimonia Antonio, che si è trasferito in America per seguire la fidanzata. “[…] I primi 6 mesi dopo l'arrivo, mi sembrava di essere agli arresti domiciliari. E' stata dura. Dover dipendere dalla mia compagna mi dava fastidio". In attesa di ottenere la Green card, si guarda intorno e si dedica alla sua passione: il volo. Segue un corso, lo supera e diventa un istruttore professionista. Nel frattempo riceve il permesso di soggiorno e viene assunto da una scuola di volo. Un sogno, per l'ex ingegnere, che non si aspettava una svolta professionale di questa portata.
Per Ken, il cambiamento è interiore. Nel 2017, questo ragazzo giapponese si è trasferito in Francia. Ha vissuto l'espatrio con grande sollievo, dato che si sentiva inadeguato nel suo Paese d'origine. "Lì, ero solo un erbivoro responsabile del basso tasso di natalità, senza futuro e senza un lavoro fisso". In Giappone, Ken faceva lavori saltuari.
Il termine "erbivoro" fa il suo ingresso nel 2006. E' Maki Fukasawa, autrice ed esperta di tendenze, a coniarlo per classificare una categoria di uomini in controtendenza con l'immagine del maschio virile. Questa espressione è lo specchio di un vero problema sociale, che vede opporsi degli uomini che non si identificano nel ruolo che viene loro imposto, ad altri che li accusano di essere "passivi", responsabili del calo delle nascite, in fuga dalle loro responsabilità.
Questi sono le ragioni per cui Ken da deciso di andare a vivere in Francia. Dopo qualche tempo incontra la sua futura moglie. Ma il destino gli gioca un brutto scherzo. "È successo tutto così in fretta. Sono arrivato in Francia, ho conosciuto la mia compagna e ci siamo sposati. Mi sembrava di vivere un sogno, che nel giro di poco si è trasformato in un incubo perchè, nel 2020, le hanno offerto un lavoro a Tokyo e questo presuppone un rientro in Giappone. L'inizio della pandemia ha ritardato le cose. Pensavo che il trasferimento non si sarebbe concretizzato perché nel frattempo mia moglie ha iniziato a lavorare a distanza e a volte andava anche in ufficio. Mi sbagliavo. A metà del 2021 il progetto è stato rimesso sul tavolo, assieme alle mie preoccupazioni. Temo lo sguardo inquisitorio della mia famiglia".
Il ritorno in Giappone gli crea delle preoccupazioni ma c'è stata una svolta. Pochi mesi dopo il loro arrivo a Tokyo, la moglie di Ken rimane incinta. Diventare padre, gli ha cambiato la prospettiva. "Per caso mi è venuto in mente Shinjiro Koizumi (ex Ministro giapponese dell'ambiente) che aveva chiesto un congedo di paternità dopo la nascita del figlio. Finora una cosa del genere non era mai successa in Giappone! Ho pensato che avrei dovuto fare lo stesso, prendermi una pausa senza farmi condizionare dal pensiero della gente. In ogni caso, le persone che come me fanno lavori saltuari e sono disoccupate, sono mal viste a priori".
Coniuge al seguito: nuova faccia dell'uomo moderno?
Gaby non ha dubbi. La sua generazione (Gaby è sulla trentina) è molto più sensibile al rispetto dei diritti delle donne e più coinvolta nella lotta alla discriminazione tra uomo e donna. Non ci ha pensato due volte a seguire la sua ragazza, che sognava una vita in Canada. La coppia ha costruito insieme il progetto. "L'accordo era che ce ne saremo andati non appena uno di noi avesse trovato lavoro. Lo trovò lei per prima e l'ho seguita". Gaby non si sente meno uomo per questo. "Per la generazione dei miei genitori questo sarebbe stato un problema, ma credo che le cose stiano cambiando. Perché le donne dovrebbero sacrificarsi a favore degli uomini? E' giusto che seguano le loro ambizioni. Anche le aziende dovrebbero fare la loro parte mettendo fine alla disparità negli stipendi tra uomo e donna e offrendo gli stessi diritti agli espatriati/e che seguono il partner. Ho sentito che alcune aziende offrono ai mariti a carico dei corsi di formazione, per permettere loro di trovare un impiego nel minor tempo possibile. La stessa possibilità non viene offerta alle donne, come se ci si aspettasse che debbano prendersi cura della casa e basta. Non va bene". Gaby fa parte della "generazione Erasmus". E' impegnato nella lotta per i diritti delle donne e auspica una rivalutazione del ruolo di padre che si discosti dai modelli del passato. "Abbiamo bisogno di più donne espatriate e di più uomini al seguito", conclude.