La pandemia ha frenato la libera circolazione dei lavoratori distaccati?

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Pubblicato 2021-11-09 alle 09:00 da Expat.com team
Lo scoppio della pandemia di Covid-19 e le restrizioni alle frontiere hanno imposto dei limiti alla libera circolazione dei lavoratori distaccati che vengono trasferiti dall'azienda in un altro Stato dell'Unione Europea. Analizziamo nel dettaglio i casi che si possono presentare.

Iniziamo col dire che per lavoratore distaccato si intende un impiegato che viene temporaneamente inviato all'estero dal datore di lavoro per svolgere un servizio presso un'azienda terza con sede all'interno dell'Unione Europea. Il personale, inviato in un altro Stato membro per un tempo massimo di 24 mesi, resta assicurato nella nazione di provenienza a patto che siano rispettate le normative comunitarie in merito al distacco. 

In questo periodo di crisi sanitaria, e in un momento in cui tante nazioni stanno chiudendo di nuovo i confini, cosa succede nel caso in cui il tuo datore di lavoro decisa di inviarti in una nazione che impone delle restrizioni sugli ingressi? Come muoversi e chi contattare?

Le varie tipologie di lavoratore distaccato

Lavoratore distaccato che si è trasferito prima dello scoppio della pandemia di Covid-19

Se hai prestato servizio nell'altro Stato membro in tempi precedenti all'insorgere della crisi sanitaria, in questo caso le restrizioni alle frontiere non ti coinvolgono direttamente, puoi continuare a vivere e lavorare all'estero senza problemi, così come indicato sul tuo documento DP A1.

Buono a sapersi

Secondo quanto riportato sul sito dell'INPS, il documento portatile A1 serve a certificare quale legislazione in materia di sicurezza sociale si applica al lavoratore che, per motivi di lavoro, si sposta in uno o più Stati dell'UE. In sostanza, questo documento stabilisce in quale Stato devono essere versati i contributi previdenziali. Il documento portatile A1 è rilasciato dall'istituzione previdenziale del paese di cui si applica la legislazione. Detto modello rimane valido fino alla data di scadenza in esso indicata o fino al ritiro da parte dell'istituzione che lo ha emesso.

Nel caso di lavoratori italiani distaccati all'estero, la richiesta del documento va inoltrata, per via telematica, dal datore di lavoro all'INPS 

Lavoratore distaccato che prende servizio dopo lo scoppio della pandemia

Se lo Stato membro dove stai per essere trasferito ha imposto delle restrizioni sugli ingressi che ti impediscono di entrare, in questo caso il tuo datore di lavoro contatterà l'istituzione che ha rilasciato il tuo DP A1 per sapere come procedere.

Lavoratore distaccato che ha preso servizio prima della pandemia e che si sposta in altro Stato membro

Se rientri in questa categoria, e devi spostarti in Stato membro terzo, le restrizioni in vigore nel Paese dove sei distaccato, potrebbero impedirti di rientrare in un secondo tempo. Quindi, se da A (Paese d'origine) ti sposti a B (Paese di distacco) e successivamente vai a C, potresti non riuscire a rientrare a B. Prima di uscire dal Paese di distacco, informati con le Autorità locali sulla normativa in vigore che regola gli ingressi. Nell'eventualità ti fosse negato l'accesso, il datore di lavoro rende entrare in contatto con l'istituzione che ha rilasciato il DP A1 per chiedere istruzioni sul da farsi.

Lavoratore stagionale

Nel caso in cui tu sia un lavoratore stagionale e non sei potuto partire a causa di restrizioni sugli ingressi applicate dal Paese dove dovevi prestare servizio, in questo caso devi entrare in contatto con il datore di lavoro per farti indicare qual è la procedura più corretta da seguire.