Perchè trasferirti in Sud Corea se sei un nomade digitale

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  • Seoul, Coree du Sud
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Pubblicato 2021-04-19 alle 15:17 da Veedushi
La Corea del Sud, seguendo la scia di Dubai ed altri paesi nel mondo, vorrebbe introdurre un visto dedicato ai nomadi digitali. Il governo pianifica inoltre un alleggerimento sulle restrizioni applicate ai visti per professionisti stranieri esperti di ricerca e sviluppo. Perchè attua queste strategie in un periodo storico così incerto?

Tasso di disoccupazione in crescita

Nel febbraio 2021, il tasso di disoccupazione della Corea del Sud è sceso del 4% contro una stima del 4,8%. Buona cosa, penserete, ma per un paese che figurava tra le potenze economiche asiatiche, la situazione è piuttosto allarmante. Se analizziamo inoltre il tasso di occupazione, si colloca al 24° posto (su 31) nella classifica dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). L'economia sudcoreana ha duramente risentito della crisi sanitaria causata dal COVID-19.

I settori più colpiti sono il commercio all'ingrosso e al dettaglio, l'immobiliare e l'alimentare, che registrano un calo dell'occupazione del 7,3%. In controtendenza la pesca, l'agricoltura e la silvicoltura che aumentano di circa il 2,7%.

Ad oggi, la Corea del Sud può contare su una popolazione attiva (15-64 anni) del 65,9%. Una percentuale bassa se paragonata al 77.3% del vicino Giappone. Le persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono occupati solo al 25,2%.

Il lavoro nero è un problema serio in Corea del Sud. Da un anno a questa parte il numero di posizioni irregolari è aumentato e più di un terzo degli impiegati regolari svolge mansioni a tempo determinato o part-time. In agosto 2020, il 36,3% dei dipendenti non era in regola.

Il Paese avrebbe bisogno di un ricambio della sua forza lavoro ma, un calo nelle nascite e il conseguente invecchiamento della popolazione, remano contro. A questo si aggiunge la chiusura delle frontiere che rende difficile il reclutamento di competenze straniere.

Quale rimedio a questi problemi?

La Corea del Sud, conscia dell'inestimabile contributo che i professionisti stranieri possono dare alla sua economia, sta per introdurre un visto per nomade digitali. Questo permesso mira principalmente ad attrarre professionisti esperti nel settore IT. Consente agli stranieri di resiedere e lavorare sul territorio nazionale pur rimanendo impiegati presso aziende con sede estera, a condizione che soddisfino criteri di reddito prestabiliti.

Il visto sudcoreano per nomadi digitali sarà inizialmente valido un anno ma probabilmente lo si potrà rinnovare per un altro anno. I professionisti stranieri impossibilitati a rientrare nel paese d'origine per un eventuale recrudescenza dell'epidemia ​potranno rimanere in Corea del Sud per un altro anno.

La Corea del Sud è nota per l'elevata tassazione che applica sugli stipendi degli espatriati. Il governo si è detto quindi pronto ad introdurre sgravi fiscali pur di attrarre talenti dall'estero. Le Autorità stanno inoltre lavorando a delle misure per incoraggiare l'immigrazione in centri diversi da Seoul, dove risiede la maggior parte degli expat.
Oltre a questo, si prevede di concedere alle aziende che operano in settori come bioscienza, ricerca e sviluppo, ed intelligenza artificiale, maggiore flessibilità nell'assunzione di profili esteri.

Che incentivi negli altri settori?

Per mettere un freno alla carenza di manodopera in alcuni settori, come quello manifatturiero, il governo prevede di modificare le condizioni di rientro dei lavoratori stranieri. Contrariamente al passato, da oggi in poi dovranno aspettare solo un mese prima di poter entrare nuovamente in Corea del Sud, rispetto a tre mesi. Se a fine contratto non potessero viaggiare nel loro paese d'origine a causa di epidemie o calamità naturali, potranno prolungare il soggiorno di un altro anno.