La vita a modo mio

L'espatriato del mese
  • La vita a modo mio
Pubblicato 2014-05-01 alle 00:00 da Expat.com team
Il diario di una mamma passata, in meno di un anno, dall'anno sabbatico ad una vita da expat.

Ciao Carlotta, grazie per averci concesso quest'intervista! Ti va di parlarci un po' di te e delle ragioni che ti hanno spinta a trasferirti, assieme a tuo marito ed al tuo bimbo, a Zurigo?

Il motivo del nostro trasferimento è stata un'occasione di lavoro per mio marito che, in realtà, ci ha colti abbastanza di sorpresa, visto che noi non stavamo attivamente cercando questo tipo di esperienza in quel momento. Sicuramente, però, vista la decisione che abbiamo preso in poche settimane, eravamo entrambi disponibili ad affrontare un'esperienza di vita all'estero.

Qual è stato l'aspetto più difficile da sormontare legato al trasferimento? Potresti raccontarci un po' la tua esperienza?

E' stato difficile decidere di lasciare, in tempi molto brevi, tra l'altro, tutta la vita di “prima”. Il lavoro, le abitudini, le piccole certezze su cui si basa il nostro quotidiano. Anche se, almeno in teoria, il nostro trasferimento avrebbe potuto significare un miglioramento della qualità di vita, è naturale che ci si trovi di fronte ad infinite domande. Ti aspetta, infatti, una realtà completamente sconosciuta, della quale, per ben che vada, hai solo sentito raccontare da chi l'ha già vissuta, ma nessuno è in grado di prevedere veramente come ti troverai a vivere in un altro Paese, se sarai in grado di adattarti alla nuova situazione o meno. In pratica si tratta sempre di un grande salto nel buio.

Sei l'autrice del blog “La vita a modo mio”, quand'è che hai cominciato a scriverlo e qual è il motivo principale che ti ha spinta a farlo?

Il mio blog è nato, in realtà, molto prima del mio trasferimento all'estero, precisamente nel mese di maggio del 2012. All'inizio aveva anche un titolo diverso da quello attuale, si chiamava “Diario di una mamma in anno sabbatico”, visto che avevo deciso di iniziare a scrivere in occasione di un periodo di aspettativa dal lavoro che avevo chiesto dopo alcuni mesi particolarmente difficili della mia vita personale e familiare. Nel tempo, poi, il blog è cambiato insieme a me, soprattutto da quando è iniziata l'avventura svizzera.

Il blog ti ha aiutato a fare delle nuove amicizie?

Sino ad ora, a dire il vero, non molto. Mi è capitato, al contrario, di conoscere persone che, da quando vivo a Zurigo, conoscevano il blog prima di incontrare me.

Prima di lasciare l'Italia, hai mai avuto delle incertezze soprattutto per quanto riguarda l'adattamento del tuo bambino alla nuova realtà?

Sicuramente sì. Mio figlio era ancora molto piccolo quando ci siamo trasferiti, avendo solo due anni e mezzo, ma è inevitabile riflettere sulle conseguenze di una scelta del genere. Dopo un anno di adattamento sono abbastanza sicura che gli aspetti positivi superino ampiamente le difficoltà e le inevitabili fatiche che, comunque, esistono e vanno tenute in grande considerazione, anche per i più piccoli. Zurigo è una città in cui si vive molto bene, soprattutto per le famiglie con bambini. Non per niente si trova, ormai da anni, sempre ai primi posti nelle classifiche mondiali per qualità della vita. E' una città molto a misura d'uomo, non troppo grande, con tantissimi spazi verdi, aria pulita, mezzi di trasporto pubblico efficientissimi, strutture progettate e realizzate proprio per andare incontro alle esigenze dei più piccoli e delle famiglie, verso cui io riscontro sempre una grandissima attenzione in tutti gli aspetti della vita quotidiana.

Avete, tu e tuo marito, già fatto amicizia con persone del posto? 

In generale la popolazione locale è aperta verso gli stranieri?

Gli Svizzeri, in generale, non hanno fama di essere persone particolarmente socievoli! Ma, scherzi a parte, credo che Zurigo sia un po' un'eccezione, visto che un terzo della popolazione residente è, in realtà, straniera. Io non sono poi una persona che fa amicizia molto facilmente e, sino ad ora, purtroppo, non posso dire di aver fatto amicizie svizzere, molto probabilmente anche per l'ostacolo della lingua: motivo per cui ho iniziato a studiare tedesco, sperando di riuscire, in tempi ragionevoli, a comunicare un po' meglio, sentendomi meno in imbarazzo con le persone del luogo. Quello che certamente posso dire è che, mediamente, il livello di educazione e cortesia nel trattare col prossimo sono neppure immaginabili rispetto agli standard italiani.

Una cosa che vorrei chiederti, e che sarà di interesse per tutte le mamme prossime all'espatrio, riguarda la ricerca di un pediatra. Ne hai già trovato uno a Zurigo e come hai fatto?

Uno dei canali di ricerca più tipici è il passaparola o il consiglio di amici o conoscenti. A me era stato segnalato un nominativo da una famiglia italiana che viveva a Zurigo da qualche anno, ma sfortunatamente quel medico non aveva in quel momento posto per nuovi pazienti. Alla fine ne ho trovato uno vicinissimo a casa, che parla italiano, tramite il sito internet dell'associazione svizzera dei medici (doctorfmh.ch/index_it.cfm) che consente di impostare delle ricerche inserendo parametri anche molto specifici (lingue parlate, specializzazioni, ecc.)

Cosa vi piace fare nel tempo libero? La città offre opportunità di svago per le famiglie con bimbi piccoli?

Come dicevo prima, la città offre molto da questo punto di vista. Mio figlio è innamorato dello Zoo che consente possibilità di visita e attività tutti i giorni dell'anno. Quando il tempo è bello, e a maggior ragione in estate, ci piace molto stare all'aperto, passeggiare sul lago o sul fiume, andare in una delle bellissime piscine della città o nei parchi. I boschi sono a portata di mano, così come tantissimi luoghi per noi ancora da scoprire, per non parlare di altre stupende città come Lucerna, che dista neppure un'ora di strada.

A fronte della tua esperienza, ti senti di dare qualche consiglio alle altre mamme che stanno per affrontare un trasferimento in un Paese estero?

Prima di decidere di partire, informarsi su tutto per quanto possibile: cultura, salute, istruzione, lavoro. Non farsi prendere dal panico e scegliere cercando di pensare cosa è meglio per sé e per la propria famiglia, cercando di non farsi troppo influenzare dalle “mode” o dalle scelte altrui; siamo tutti diversi e le mie priorità non sono necessariamente identiche a quelle di qualcun altro. Io ho avuto la possibilità di parlare con alcune persone che già vivevano qui e che mi hanno dato notizie preziose, ma mi è stato incredibilmente utile anche leggere tante informazioni raccolte in rete, tra cui alcuni blog di mamme già residenti in Svizzera che mi hanno davvero aiutata molto a farmi un'idea della città e di come funzionano molte cose.

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