ATTENZIONE WARNING ACHTUNG TUNISIA IN BLACK LIST - UE UNIONE EUROPEA

Avviso importantissimo per tutti gli espatriati o espatrianti che si trasferiscono in Tunisia ed hanno beni in e/o rapporti economici con la UE Unione Europea.
Con una mossa a sorpresa ed inaspettata la Tunisia ed altri paesi che intrattengono importanti rapporti economici con l'italia sono stati inseriti nella Black List.
Questa manovra comporta radicali cambiamenti.
Considerare la Tunisia paradiso fiscale è alquanto criticabile e penso che su questo siamo d'accordo un pò tutti ma tant'è, l'hanno fatto e non resta che prenderne atto! Sembra una filastrocca ma è la pura realtà!


aljazeera.com/news/2017/12/eu-puts-uae-bahrain-tunisia-tax-haven-blacklist-171205200337895.html


ilgiornale.it/news/economia/sono-17-i-paradisi-fiscali-nella-lista-nera-delleuropa-1471142.html


ansamed.info/ansamed/en/news/sections/politics/2017/12/07/tunisia-wants-eu-dialogue-on-tax-haven-blacklist-inclusion_fb595902-0b26-4b40-b541-0494192381c6.html?src=ilaw


theguardian.com/business/2017/dec/05/eu-blacklist-names-17-tax-havens-and-puts-caymans-and-jersey-on-notice


Qualora i link non fossero cliccabili fate copia e incolla sulla barra indirizzi del vostro browser.


"...«È una vittoria chiave per la trasparenza e l'equità», ha detto il commissario per gli Affari economici e Finanziari, Pierre Moscovici. Il quale ha sollecitato i Ventisette a sanzionare le imprese che intrattengono rapporti con i Paesi fuorilegge..."


Spero che adesso inizi ad esservi chiaro quello che cerco di farvi capire da mesi e non mi fraintendete, non sto dicendo che la Tunisia non è un buon paese in cui trasferirsi, anzi...

9 11 2 -8 +8

Salve a tutti gli utenti che hanno aperto e letto i link di cui sopra.
Qualcuno riesce a tradurmi la questione?

Era ora. ..giusto. ..dove sta il problèma. .?

Calogero. ..non ne vale la Pena. ..solo tempo perso. ..ascolta me....

Ok Mauro
Grazie e a presto

Ciao Calogero. .tra un po rientro....prima à Montecarlo da mia Figlia una settimana. ...poi verso il 20 arrivo in  Italia X un mesetto

La legge 448/98, il cui scopo è contrastare l'evasione fiscale e le frodi internazionali, prevede che tutte le imprese e i contribuenti che hanno delle relazioni commerciali con i paesi della Black List sono obbligati a comunicare all'Agenzia delle Entrate tutte le operazioni compiute nell'arco dell'anno.

Ciò è previsto per quei Paesi inseriti nell'elenco Black List, aggiornato ogni anno dall'Agenzia delle Entrate.

La Normativa italiana prevede l'obbligo di comunicazione all'Agenzia delle Entrate di tutte le operazioni tenute durante l'anno per tutte le imprese che hanno rapporti lavorativi con questi Paesi e per tutti i contribuenti titolari di conti esteri.

Nel caso di inclusione negli elenchi black list, l'agenzia può effettuare controlli fino a 10 anni precedenti e le sanzioni previste sono molto salate. Vige infatti il raddoppio dei termini di accertamento e delle sanzioni.

Per quanto riguarda la residenza vera o presunta, sui contribuenti che stabiliscono la propria dimora in tali paesi cade l'obbligo della dimostrazione. Significa che gli interessati dovranno portare prove e testimonianze se interrogati.

Per favore attenetevi al tema della discussione altrimenti siete pregati di non intervenire. I vostri fatti privati potete discuterli altrove.

Questo è un tema di primaria importanza e non è davvero il caso di minimizzarlo. Voi siete liberi di prendere sotto gamba tutto cio che volete ma le persone interessate penso che debbano subito approfondire la questione.

Pare che le autorità tunisine stiano trattando/negoziando il tema con gli organi UE. Vedremo nei prossimi giorni se ci saranno novità.

Se avete delle riflessioni interessanti e costruttive da apportare, siete i benvenuti in caso contrario vi prego di astenervi.

Grazie.

Ciao questa discussione mi è apparsa appena ho loggato e vorrei approfittarne per farti una domanda.
Sono correntista in Tunisia ma residente in Italia e vivo abitualmente a Malta. Ho un conto aperto da più di dieci anni e mi sto preoccupando perchè non l'ho mai dichiarato.
In effetti questa notizia mi pareva una bufala ma pare essere confermata dagli organi di stampa quindi penso che lei abbia ragione da vendere.
Gentilmente potrebbe dirmi quanto andrei a pagare?
Grazie infinitamente.

essendo residente in italia avrebbe dovuto dichiarare il suo conto corrente estero fin dal principio, anche se ce l'ha a malta. Tuttavia bisogna considerare che ogni paese della UE ha norme diverse. Mi sembra di ricordare che per l'italia, se la giacenza media annua non supera i 5mila euro non è dovuta l'imposta nè la dichiarazione. Però è bene studiarsi per benino la questione perchè ci sono eccezioni che in questo momento non ricordo con esattezza. Dovrei fare una ricerca ma al momento non ho tempo.
Mi dispiace ma non so calcolarle l'importo da pagare.

E' bene chiarire che l'inclusione nella black list è avvenuta e livello CE. Significa che ogni stato dell'unione adotterà le proprie modalità di intervento e noi tutti sappiamo quanto è complessa la materia fiscale quindi è bene rivolgersi ad un buon fiscalista nel paese in cui si è sottoposti a tassazione.

Pinopia1 ha scritto :

Salve a tutti gli utenti che hanno aperto e letto i link di cui sopra.
Qualcuno riesce a tradurmi la questione?


Lascia perde Calogero di black list ce ne sono a bizzeffe e vanno dai singoli Paesi alle congregazioni e alle unioni, a noi niente ci cambia anche perché per il nostro ministero delle finanze la Tunisia non compare in quella del 2018 ma, lo ripeto è tempo perso come ha scritto già il buon Mauro. Diciamo che questo è un forum dove chi vuole espatriare raccoglie le informazioni utili all'espatrio, il sapere che la Tunisia (peraltro già abbondantemente evidenziato dai nostri media nell'ultimo mese) nella bozza della CE è stata inserita in questa Black List a noi "poco ci cale" come sapere che la Svizzera ne è appena uscita ce ne cale ancor meno e quando ci stava a nessuno gliene importava. Tu piuttosto quando torni a farti na passeggiata? Ti aspettiamo :)

Giusto e Emementare Watson. ...poi basta essere in Regola Che è la cosa piu semplice e facile da farsi. ...e stare Tranquillii. ..
Ma cosa vuoi fare. ..c'e chi si diverte à creare allarmamismi inutili e senza senso. ...

Ma anche no! Di paesi nelle black list ne sono rimasti davvero pochi e i controlli sono stringenti. Un mio parente risiedeva a panama e per dimostrarlo ha dovuto presentare tutte le bollette, contratti d'affitto e biglietti aerei fino a 10 anni prima e non li aveva tutti.
Per questo anno come dite voi la Tunisia può anche non risultare fra i paesi black list dell'italia ma essendo una decisione presa in ambito europeo e maturata per ben 2 anni di consultazioni tutti i paesi si dovranno adeguare e sicuramente per la lista del prossimo anno, salvo cambiamenti, ci sarà. Esattamente come è successo finora per tutte le direttive europee. Ci vuole un pò di tempo perchè tutti i paesi si adeguano.
Dite che è allarmismo? Io credo che prendete le cose un po troppo alla leggera.
Metto da parte tutte le ricevute perchè se dovesse capitare che mi chiamano che gli dico che su un forum ho letto che non mi dovevo preoccupare?

Paesi nella nuova black list CE del 5 dicembre 2017:
Bahrain, Barbados, Grenada, Guam, Macao, Corea del Sud (con cui praticamente tutta l'Unione europea intrattiene rapporti commerciali), Isole Marshall, Mongolia, Namibia, Palau, Panama, Santa Lucia, Samoa, Trinidad e Tobago e Tunisia. Fuori dall'elenco le 18 giurisdizioni d'oltremare britanniche, dalle Bermuda alle Cayman fino all'isola di Man.

Paesi nella black list italiana 2018:
BAHAMAS, BARBUDA e BRUNEI;
GIBUTI, GRENADA e GUATEMALA;
ISOLE COOK, ISOLE MARSHALL e ISOLE VERGINI STATUNITENSI;
KIRIBATI;
LIBANO e LIBERIA;
MACAO e MALDIVE;
NAURU, NEVIS e NUOVA CALEDONIA;
OMAN;
POLINESIA FRANCESE;
SALOMONE, SAMOA, SAINT LUCIA, SAINT VINCENT E GRENADINE, SANT'ELENA, SARK, SAINT KITTS;
TONGA e TUVALU;
VANUATU.

La Black List di rango europeo mira a superare la frammentazione dei vari elenchi nazionali che andranno ad uniformarsi.

Sul link seguente sono evidenziate tutte le industrie che effettuano cooperazione industriale con l'Italia e aprendo le varie schede si vede anche l'investimento quantizzato in milioni di euro.
Tutte queste attività sono sotto la garanzia della Repubblica Italiana, a queste si aggiungono gli investitori privati con un indotto impressionante. Aggiungiamo che abbiamo appena finito di creare la rete radar di sorveglianza costiera regalandola alla Guardia Nazionale Marittima con un paio di decine di motovedette d'altura e scafi costieri... e questo solo l'Italia... la CE faccia tutte le liste che vuole la realtà che mi interessa è quella della mia Nazione che non butterebbe  mai alle ortiche tutti questi milioni di euro.
http://www.ambtunisi.esteri.it/ambascia … -economica
e con questo chiudo anche perché come ho già detto nel mio post precedente a noi italiani residenti in Tunisia queste liste non ci interessano.

E invece dovranno interessarvi perchè la nuova black list a livello UE nasce proprio per uniformare ed evitare la frammentazione fra i vari stati dell'unione e tutti dovranno uniformarsi pur avendo la facoltà di scegliere le modalità di intervento.
Ad ogni modo non credo che le novità interesseranno molto alle grosse aziende anche perchè dal 2017 non sono più tenute a comunicare ogni movimento. Dal 2017 l'obbligo di comunicazione è stato soppresso (articolo 4, comma 4 del decreto legge del 22/10/2016 n. 193, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2016 n. 225).
Credo invece che le novità riguardano/riguarderanno più da vicino il singolo contribuente/investitore.

Scusami ma per quanto mi riguarda è la mia individualità a decidere cosa deve o non deve interessarmi e questa cosa è una cavolata visti tutti gli interessi italiani in tunisia senza contare quelli francesi... lo ripeto, personalmente della black list europea non me ne po' fregà de meno (come si dice a Roma) quindi evita di controbattermi perché non intendo più partecipare alla tua discussione inutile (sempre secondo la mia personale individualità)  altrimenti mi vedrò costretto a saturarti la discussione con tutti gli accordi bilaterali Italia/Tunisia con spese, progetti, e complementi.

Anto&Simo ha scritto :

Scusami ma per quanto mi riguarda è la mia individualità a decidere cosa deve o non deve interessarmi e questa cosa è una cavolata visti tutti gli interessi italiani in tunisia senza contare quelli francesi... lo ripeto, personalmente della black list europea non me ne po' fregà de meno (come si dice a Roma) quindi evita di controbattermi perché non intendo più partecipare alla tua discussione inutile (sempre secondo la mia personale individualità).


E ci mancherebbe altro! mica ti sto dicendo cosa devi fare! Io dico solo quel che so. Liberissimo/a di non partecipare, credere o meno, e fare tutte le scelte che ritieni opportune...

P.S. nell'elenco sopra ho dimenticato di indicare anche gli emirati arabi che, con grande sorpresa sono stati inclusi nella black list. Gli emirati arabi sono fra i principali azionisti di unicredit, alitalia, piaggio, ferrari.

Quello che sai, come è successo sempre è frammentario e reperito sui notiziari, sui giornali e su fonti web non attendibili, alla fine il tuo è solo allarmismo e lo stesso tuo nick (headache=mal di testa) rappresenta il tuo scopo principale senza contare la possibilità di interagire con altri nick che usi per darti ragione (e questo è troll), per non dire che rasenta la psichiatria, la realtà sono tutte le attività reperibili sui siti istituzionali italiani, certo magari ti sarebbe piaciuto essere cittadino italiano e non cittadino di uno stato che si è sempre distinto per l'accoglienza di denaro volto al riciclaggio ed all'esportazione di valuta e che sopravvive ed è progredito solo per questo (altrimenti stava ancora a far volare le pecorelle come haidi nel cartone animato), uscirete dalla black list italiana dal 2018 solo perché le banche sono state costrette ad aprire qualche spiraglio e a rinunciare al segreto bancario, non entrerete mai nella Comunità Europea (e forse questo ti manca) solo che ne parli come se fossi il presidente della CE. Questa è una bozza che verrà senz'altro rivista nei prossimi mesi, la Tunisia stessa del resto dal 1 gennaio 2008 è entrata nella zona di libero scambio della Comunità Europea e lo dimostrano proprio tutti gli investimenti. Con questo dico solo a chi desidera espatriare in Tunisia di farlo tranquillamente, non esiste terrorismo, violenza e neanche la Santa Inquisizione, venite tranquilli.

Buona Immacolata a tutti.
Che sia il caso di chiuderla qui?
Saluti

Purtroppo l'emotività porta a pensare di avere ragione, sempre...
E' tipico di certi soggetti il volersi introdurre in ogni discussione anche con argomenti del tutto estranei alla discussione stessa. Il loro scopo è quello di imporsi come soggetti chiave al fine di acquisire un ruolo autoritario e di primaria importanza per far si che la discussione verta sempre e solo secondo il proprio vantaggio e/o modo di pensare.
Assumono molte volte comportamenti impulsivi ed irragionevoli.
Mi domando dov'è il moderatore...

Anto&Simo ha scritto :

Quello che sai, come è successo sempre è frammentario e reperito sui notiziari, sui giornali e su fonti web non attendibili, alla fine il tuo è solo allarmismo e lo stesso tuo nick (headache=mal di testa) rappresenta il tuo scopo principale senza contare la possibilità di interagire con altri nick che usi per darti ragione (e questo è troll), per non dire che rasenta la psichiatria, la realtà sono tutte le attività reperibili sui siti istituzionali italiani, certo magari ti sarebbe piaciuto essere cittadino italiano e non cittadino di uno stato che si è sempre distinto per l'accoglienza di denaro volto al riciclaggio ed all'esportazione di valuta e che sopravvive ed è progredito solo per questo (altrimenti stava ancora a far volare le pecorelle come haidi nel cartone animato), uscirete dalla black list italiana dal 2018 solo perché le banche sono state costrette ad aprire qualche spiraglio e a rinunciare al segreto bancario, non entrerete mai nella Comunità Europea (e forse questo ti manca) solo che ne parli come se fossi il presidente della CE. Questa è una bozza che verrà senz'altro rivista nei prossimi mesi, la Tunisia stessa del resto dal 1 gennaio 2008 è entrata nella zona di libero scambio della Comunità Europea e lo dimostrano proprio tutti gli investimenti. Con questo dico solo a chi desidera espatriare in Tunisia di farlo tranquillamente, non esiste terrorismo, violenza e neanche la Santa Inquisizione, venite tranquilli.


Come ti ripeto tu sei liberissimo/a di pensare tutto quello che vuoi ed anche io lo sono e non mi sorprende lo strascico di yes man (ammesso che siano reali).
Se ritieni "frammentario" quanto scrivo, allora riportami le prove che quanto ho scritto (che non è altro che quanto si apprende dagli organi ufficiali) non corrisponde a realtà. Finora hai solo detto che secondo te non è cosi.
Io apprendo le notizie dalle fonti ufficiali, proprio come può farlo chiunque altro. Voi invece siete sempre presenti con le vostre verità assolute che ho più volte smentite con dati concreti.
Aggiungo che perdete molto tempo a controbattermi e poco a leggere quello che realmente scrivo altrimenti molte vostre risposte non sarebbero pertinenti.
Ho mai detto che in Tunisia non conviene andare? Ho mai detto che le cose non possono cambiare ma dovranno per forza essere cosi?
Fai un bel respiro e prenditi 5 minuti per rileggere con calma quanto ho scritto.

Grazie

Adesso mi aspetto che ci darai dentro pur di dimostrare l'indimostrabile :D perchè qualunque accordo preso con la tunisia è antecedente alla novità della inclusione nella black list del 5 dicembre 2017.

Ora bisognerà vedere come si evolve. Per adesso è bene attenersi alla novità e nel caso prepararsi ad essa anche perchè noi non siamo grandi aziende e quel che ci riguarda è per lo più il fatto della residenza e degli eventuali investimenti in quote societarie o investimenti finanziari che nei paesi black list hanno risvolti diversi.

Dice bene l'utente sopra che mette da parte tutte le ricevute perchè un domani non si sa mai ed alla luce della novità direi che è una cosa assolutamente da fare.

La Tunisia entra nella zona di libero scambio con l'UE. Il 1° gennaio 2008 la Tunisia è entrata nella zona di libero scambio dei prodotti industriali con l'UE. L'obiettivo è stato raggiunto a meno di dieci anni dall'entrata in vigore dell'accordo di associazione (1 marzo 1998) ed entro il termine transitorio prestabilito (2010).

Primo ad essere stato concluso nell'ambito del Partenariato euro-mediterraneo, il 17 luglio 1995, l'Accordo stabilisce che i prodotti industriali originati in Tunisia sono esportati verso l'UE in franchigia dei diritti di dogana e delle tasse di effetto equivalente (art. 9), mentre i prodotti industriali originati nei Paesi UE sono importati in Tunisia col beneficio di uno smantellamento dei diritti di dogana e delle tasse equivalenti, attuato secondo uno schema di progressione temporale prestabilita, diviso per prodotti (artt. 11 e ss.). Le categorie individuate sono quattro: materie prime e attrezzature; prodotti semilavorati; prodotti aventi succedanei fabbricati in Tunisia e considerati competitivi; prodotti industriali “sensibili”, cioè prodotti semilavorati che hanno equivalenti nel Paese o che sono prodotti localmente e in grado di far concorrenza ai prodotti europei. E' importante richiamare l'attenzione sul fatto che l'Accordo non riguarda le importazioni di perfezionamento fatte dalle società in regime di off-shore. Nel settore agro-alimentare lo smantellamento ha interessato solo la componente industriale, mentre quella agricola é stata esclusa dal processo per consentire da un lato, la salvaguardia dei prodotti locali e dall'altro, una maggiore competitività dello stesso settore industriale. Infine, é stata definita una lista “negativa”, contenente i beni non interessati dallo smantellamento tariffario (annesso 6 dell'Accordo). La prossima tappa dei negoziati con l'Unione Europea riguarderà la liberalizzazione degli scambi nel settore agricolo ed in quello dei servizi.

Sin dall'inizio dell'anno, la stampa ha colto ogni occasione utile per mettere in evidenza la realizzazione della zona, esaltando gli sforzi messi in campo da questi ambienti politico ed economico per rispettare la scadenza.

L'accordo di associazione con l'Europa ha avuto un impatto positivo su questa economia ed ha stimolato l'aumento di competitività delle imprese, dando una
spinta agli scambi commerciali tra la Tunisia e l'UE, che rimane il primo partner commerciale del Paese. Il lungo periodo transitorio ha infatti permesso la messa in atto di un processo di smantellamento tariffario progressivo, durante il quale la Tunisia non ha ricorso alle misure protezionistiche previste nell'accordo. Il processo di adeguamento volto all'ingresso nella zona ha interessato tutti i settori produttivi, comprendendo la progressiva liberalizzazione dei commerci interni ed esteri, la privatizzazione di alcune delle più importanti società statali, la riforma fiscale, la promozione delle reti di comunicazione e delle nuove tecnologie, la modernizzazione di porti ed aeroporti, la riforma del settore bancario, dell'istruzione e della formazione professionale e la creazione di centri d'affari a livello regionale. Primo tra i Paesi della sponda sud del Mediterraneo ad aver realizzato le diverse tappe di attuazione di una zona di libero scambio con l'UE, la Tunisia si è dotata di importanti programmi di accompagnamento tra i quali spicca il programma nazionale di adeguamento delle imprese ai moderni standard industriali (3470 imprese aderenti, delle quali 750 hanno ottenuto la certificazione ISO 9001).

Il Paese è arrivato ad occupare oggi il primo posto nella regione in termini di migliori risultati ottenuti a livello macro economico ed è stato classificato dal rapporto mondiale sulla competitività del Forum di Davos (2007-2008) primo nel Maghreb e in Africa, terzo nel mondo arabo e trentaduesimo a livello mondiale, su centotrentuno Paesi classificati.
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/resource … ioconl.pdf

Cooperazione economica


La Tunisia ha sempre presentato caratteristiche ideali per gli investitori italiani, grazie alla vicinanza geografica, ad una normativa locale per favorire gli investimenti e al basso costo dei fattori di produzione. La Tunisia rappresenta un ponte per l'Italia sul Mediterraneo, una piattaforma produttiva naturale per le imprese italiane impegnate a diversificare le proprie attività e penetrare nuovi mercati in Nord Africa, Golfo e Africa francofona.
L'Italia è il secondo partner commerciale della Tunisia con un saldo commerciale in attivo ed con un interscambio bilaterale nel 2016 pari a circa 5 miliardi di euro. Storicamente, l'Italia è anche il secondo investitore in Tunisia.
Operatività delle aziende
In Tunisia, la presenza delle aziende italiane è forte e ben radicata. Nonostante le difficoltà di questi ultimi anni, esse hanno mantenuto le loro posizioni, spesso incrementandole. Secondo le statistiche delle competenti Agenzie nazionali (API e FIPA), risultano attive nel Paese oltre 850 imprese (la maggior parte delle quali sono società totalmente esportatrici, off-shore). Le imprese italiane installate in Tunisia (miste, a partecipazione italiana o a capitale esclusivamente italiano) impiegano oltre 60mila persone e rappresentano quasi un quarto del totale delle imprese a partecipazione straniera. La maggior parte di esse è concentrata nella Grande Tunisi e nelle regioni costiere. Tuttavia, grazie ad una manodopera qualificata presente sull'intero territorio, le imprese italiane si stanno situando sempre più nelle regioni interne.
Esiste un elevato grado di integrazione tra le imprese italiane presenti in Tunisia. Sono intensi anche i rapporti consortili con il tessuto industriale locale, alla pari di un'apprezzata specializzazione settoriale dei giovani quadri tunisini che forniscono un apporto sostanziale allo sviluppo delle aziende italiane in Tunisia.
Margini di manovra
La Tunisia sta lavorando ad una serie di riforme strutturali in campo economico fra le quali la modernizzazione delle dogane (riduzione dei dazi doganali e delle tasse al consumo su molti beni; dematerializzazione delle procedure etc), riforma del sistema bancario, fiscale e sulla decentralizzazione amministrativa. A settembre è stato adottato un nuovo “Codice degli Investimenti” basato sulla semplificazione delle procedure per gli investitori. Una legge che promuove il Partenariato pubblico-privato è stata approvata el dicembre 2015 (sono in discussione i decreti di attuazione) mentre una normativa di dettaglio è attesa sulle Energie rinnovabili per permettere l'accesso di operatori privati nel settore. Un ambizioso Piano strategico di Sviluppo Quinquennale 2016-2020, ispirato a principi di crescita inclusiva e sviluppo sostenibile, è stato presentato a fine novembre 2016 nel corso della Conferenza sugli Investimenti Tunisia2020. Esso prevede, tra le altre cose, una serie di progetti infrastrutturali e d'investimento, pubblici e privati, considerati prioritari per lo sviluppo del Paese e la riduzione della disoccupazione.
Sono stati inoltre avviati i negoziati per un Accordo di Libero Scambio Completo e Approfondito (DCFTA/ALECA) fra l'Unione Europea e la Tunisia per una graduale integrazione dell'economia tunisina al mercato europeo al fine di giungere ad una completa apertura del mercato agricolo, dei servizi e degli investimenti.
Settori di mercato
L'Italia è presente nel settore manifatturiero, costruzioni e grandi opere, componentistica automotive, bancario, trasporti, meccanico, elettrico, agro-alimentare, farmaceutico. Significativa anche la rilevanza del settore energetico, in quanto in Tunisia passa il gasdotto TTPC che collega Italia e Algeria. Aziende italiane si sono aggiudicate importanti commesse per Grandi Lavori nelle infrastrutture (autostrade, rete ferroviaria veloce, impianti energetici e altro). Il settore merceologico con maggiore presenza di imprese italiane resta quello del tessile/abbigliamento.
Opportunità
La Tunisia continua a rappresentare per il nostro Paese una perdurante priorità, circostanza ribadita nel corso delle ricorrenti visite politiche succedutesi dalla Rivoluzione ad oggi. Analogamente, è chiara alle Autorità tunisine l'esigenza di rassicurare gli imprenditori stranieri sul miglioramento del clima d'affari nella nuova Tunisia e, per quanto riguarda le imprese italiane, sulle opportunità di investimento e partenariato che verranno offerte al nostro Sistema Paese. La tenuta di condizioni di sicurezza adeguate sono le premesse necessarie per garantire la continuità e il consolidamento di una presenza economica straniera significativa, nonché l'entrata di potenziali nuovi investitori nel Paese.
Lo scorso 8 e 9 maggio 2016 si e' tenuto a Tunisi un Business Forum bilaterale dedicato all'agricoltura, meccanizzazione agricola e tecnologie per la trasformazione alimentare, alle infrastrutture e costruzioni, e alle energie rinnovabili. La missione imprenditoriale è stata guidata dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, e ha visto la partecipazione di circa 200 investitori italiani. Sulla scia positiva di tale evento, saranno organizzati una serie di missioni economiche mirate per settore d'interesse.
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/ambascia … -economica

Investimenti Italiani in Tunisia
La Cooperazione Italiana è stata ininterrottamente presente in Tunisia sin dalla sua istituzione alla fine degli anni ottanta. Essa si posiziona fra i principali donatori della Tunisia. L'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS Tunisi) raccogliendo l'eredità della vecchia Unità Tecnica Locale (Utl) della DGCS, continua il sostegno italiano che si realizza grazie all'impegno e all'assistenza degli esperti dell'ufficio regionale che interviene anche in Libia, Mauritania e Marocco.
Nel febbraio 2017 è stato firmato un Memorandum d'intesa (MoU) per la cooperazione che definisce la programmazione per il periodo 2017-2020 e le relative risorse (165.5 milioni di euro di cui 100 a credito d'aiuto e 65.5 a dono). Quest'Accordo segna la volontà di un riposizionamento strategico della nostra Cooperazione in Tunisia, sia attraverso un considerevole aumento delle risorse finanziarie messe a disposizione, sia attraverso un rinnovato interesse per settori e zone geografiche tradizionalmente prioritari per la nostra Cooperazione. Con il MoU 2017-2020 si conferma il sostegno dell'Italia alla Tunisia in materia di occupazione e sviluppo economico, in particolare nelle regioni più svantaggiate del Paese, consacrando una particolare attenzione allo sviluppo regionale e locale, al rafforzamento dell'istruzione pubblica e alla migrazione quale vettore di sviluppo.
Il programma della Cooperazione italiana in Tunisia consta attualmente di un pacchetto di circa 500 milioni di euro, di cui circa 345 milioni per iniziative in corso e in fase di avvio e 155 milioni circa per programmi in fase di preparazione sulla base del nuovo Memorandum 2017-2020. L'azione della Cooperazione italiana in Tunisia si è storicamente concentrata sul sostegno allo sviluppo del settore economico privilegiando azioni a supporto della piccola e media imprenditoria tunisina e a sostegno del settore pubblico. In tale ambito è in corso una Linea di credito per le PMI da 73 milioni di euro e altre risorse a credito d'aiuto (145Milioni di euro) sono destinate al finanziamento di investimenti della pubblica amministrazione tunisina in beni e servizi connessi. Un'attenzione particolare è inoltre accordata allo sviluppo rurale e delle regioni del sud del Paese, area geografica di tradizionale interesse della Cooperazione Italiana che, a partire dalla fine degli anni '90 ha visto la realizzazione di importanti iniziative tra cui si annovera il progetto, nella regione desertica di Rjim Maatoug, di creazione di 2500 ha di palmeti da dattero. In ambito di decentramento e sviluppo locale è in fase di identificazione un programma con cui si intende dare un contributo sostanziale agli sforzi dello Stato tunisino volti allo sviluppo delle zone più marginalizzate del Paese, nonché alla concretizzazione del processo di decentramento politico ed amministrativo stabilito dalla nuova Costituzione. Sempre nell'ottica di colmare il divario tra regioni e garantire pari opportunità, si interviene nell'ambito del sostegno all'istruzione pubblica, con azioni che mirano al miglioramento delle infrastrutture e dei servizi scolastici, ambiti in cui la nostra Cooperazione interviene con il coinvolgimento di UNICEF e PAM. La tutela dei diritti dei lavoratori migranti e coinvolgimento della diaspora tunisina in Italia al fine di promuovere delle attività produttrici di reddito sono due degli assi d'intervento che la Cooperazione sviluppa in tema di migrazione, con il coinvolgimento dell'ILO e dell'OIM.
Inoltre, la Cooperazione italiana contribuisce, con la Banca Mondiale, al finanziamento degli studi di esecuzione volti ad un progetto strategico di interconnessione elettrica fra Italia e Tunisia (denominato “Elmed”) che ambisce alla realizzazione di un'effettiva integrazione dei sistemi elettrici tra Europa e Africa.
Una menzione a parte va fatta per il Programma di conversione del debito da 25 milioni di euro, avviato nella primavera 2017 per interventi da realizzare principalmente nel settore del risanamento e rafforzamento delle infrastrutture idrauliche, della sanità e della creazione di impiego.
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/ambascia … o_sviluppo

Titolo Iniziativa Restauro delle capriate del Museo del Bardo Canale Bilaterale Finanziamento DGCS 1.150.000 TND Tipologia Dono / Fondi di contropartita Altri finanziatori 150.000 TND (Governo tunisino) Importo complessivo 1.300.000 TND Ente Esecutore Ministero della Cultura - Istituto Nazionale del Patrimonio (INP) Ente Realizzatore Società di consulenza italiana scelta a trattativa diretta; Impresa italiana da identificare tramite gara secondo le procedure dell'Amministrazione tunisina. Periodo previsto di esecuzione  2010-2012 Obiettivi e risultati attesi Questi lavori fanno parte di un progetto più ampio di restauro e ampliamento del Museo, finanziato dalla Banca Mondiale. Con il progetto verranno effettuati gli studi tecnici ed i lavori necessari al restauro delle capriate lignee di sei sale del museo del Bardo.  I risultati attesi sono: i) un restauro di elevata qualità del tetto del Museo del Bardo e ii) una formazione degli specialisti tunisini del restauro ligneo. Stato di avanzamento e criticità Esecuzione. La convenzione tra l'INP e la società S.I.RE.NA CITTA' STORICA S.C.p.A. è stata sottoscritta a Tunisi il 23 marzo 2010.
fonte:http://www.ambtunisi.esteri.it/resource/2011/10/52821_f_amb611MuseodelBardo2.pdf

Titolo Iniziativa: Restauro e riabilitazione del Presbiterio di “Santa Croce”

Canale: Bilaterale

Finanziamento DGCS: Dono (Fase I : €430.388,00 / Fase II: €780.000,00)

Altri finanziatori: Governo tunisino (€ 31,250).

Ente Esecutore: Municipalità di Tunisi

Ente Realizzatore: Imprese tunisine da identificare tramite gara secondo le procedure dell'Amministrazione tunisina.

Periodo previsto di esecuzione: 2010-2014

Obiettivi e risultati attesi: L'obiettivo dell'iniziativa é contribuire alla promozione del dialogo interculturale tra i popoli del bacino mediterraneo, tramite la creazione di un Centro Mediterraneo di arti applicate. I risultati attesi sono : i) il completamento dei lavori di restauro del Presbiterio Santa Croce; ii) l'equipaggiamento informatico,l'arredamento e l'illuminazione del Presbiterio; iii) il completamento degli studi relativi alla ristrutturazione della Chiesa di Santa Croce. 

Nel corso del 2013 è stato ufficialmente proposto di orientare diversamente i fondi previsti per l'iniziativa Piccola Sicilia, pari ad € 780.000,00, a favore del programma di riqualificazione delll'intero complesso di "Santa Croce". L'aumento di fondi è dedicato alla seconda fase del progetto Santa Croce. La fine della seconda fase del progetto è il restauro e riqualificazione della Chiesa di Santa Croce.



Status: Esecuzione
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/resource … iCroce.pdf

Ok, vedo che hai fatto un bel copia incolla kilometrico.
Peccato che tutte queste cose sono questioni antecedenti all'inclusione nella black list. Adesso bisognerà vedere cosa accadrà. Calma e sangue freddo, attendiamo ulteriori risvolti se ci saranno.

Titolo Iniziativa: Costruzione di tre discariche controllate

Canale: Bilaterale

Finanziamento DGCS: Credito 12.000.000 (Euro)

Altri finanziatori: Governo tunisino (Euro).

Ente Esecutore: Governo Tunisino 

Ente Realizzatore: Imprese di lavori, servizi e fornitori identificati tramite gara secondo le procedure dell'Amministrazione tunisina.

Periodo previsto di esecuzione: 2008-2014

Obiettivi e risultati attesi: L'obiettivo del progetto è la riduzione dell'inquinamento causato da una carente gestione dei rifiuti solidi urbani in tre Governatorati. I Risultati attesi sono: i) la costruzione di tre discariche controllate, con una cella di capacità tale da contenere la produzione di rifiuti di 5 anni; ii) la costruzione di nove centri di trasferimento; iii) l'equipaggiamento delle discariche e dei relativi centri di trasferimento; iv) un aumento delle capacità tecniche e gestionali di 6 quadri delle istituzioni locali preposte alla gestione di RSU; v) un miglioramento della capacità di supervisione e controllo in materia di RSU di 6 quadri dell'ANPE e di 2 quadri delle istituzioni centrali.

Nel 2013 sono proseguiti i lavori di costruzione delle discariche sebbene l'iniziativa abbia sofferto qualche difficoltà in fase di realizzazione (ritardi nella formulazione del Dossier per la gara d'appalto, difficoltà nell'identificazione dei siti a Mahdia e Zaghouan), sono state realizazzate le previste attività di formazione in Tunisia e sono state lanciate le gare per la selezione delle società (italiane in ATE con tunisine) che realizzeranno i centri di transfert delle 3 discariche. Sono stati rielaborati i termini di riferimento della visita studio in Italia a beneficio del personale dell'agenzia di esecuzione delegata. Sia il Protocollo che la convenzione di finanziamento hanno ottenuto una proroga ai termini previsti.  L'iniziativa dovrebbe concludersi entro la fine del 2014.


Status: In corso
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/resource … ollate.pdf

Titolo Iniziativa: Rafforzamento delle capacità in materia di gestione dei rischi di inquinamento marino

Canale: Bilaterale

Finanziamento DGCS: Credito (35 milioni di Euro)

Altri finanziatori: Governo tunisino (da definire).

Ente Esecutore: Governo tunisino

Ente Realizzatore: Imprese da identificare secondo le procedure dell'Amministrazione tunisina.

Periodo previsto di esecuzione: 2010-2013

Obiettivi e risultati attesi: L'obiettivo del progetto è di rafforzare le capacità tunisine in materia di gestione dei rischi di inquinamento marino. I risultati attesi sono: i) una gestione più efficace delle attività in materia di sicurezza di navigazione; ii) una riduzione dei rischi di inquinamento corrispondete a analoga riduzione dei rischi di incidenti; iii) una migliore gestione degli interventi in caso di inquinamento marino; iv) un miglior coordinamento fra le amministrazioni interessate; v) un'aumentata capacità di intervento per la sicurezza della vita umana in mare; vi) un'aumentata efficacia nella gestione del traffico marittimo commerciale.

Status: In esecuzione.
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/resource … arino2.pdf

scusa ma il tuo scopo è quello di intasare la discussione con i copia incolla?

Datti una pausa. Non è facendo cosi che dimostri di aver ragione.

Ti ripeto che tutte queste cose sono questioni antecedenti all'inclusione nella black list. Adesso bisognerà vedere cosa accadrà. Calma e sangue freddo, attendiamo ulteriori risvolti se ci saranno.

Comunque questi fatti aziendali, di scambio con la UE ecc, riguardano ben poco il singolo contribuente e non è che giustifichino un trattamento di favore per questi.

Il singolo contribuente dovrebbe semplicemente prendere atto della inclusione nella black list ed adattarsi di conseguenza preparando per tempo tutta la documentazione necessaria nel caso in cui si dovesse essere chiamati a giustificarsi.

Se poi ci sarà un nulla di fatto, tanto di guadagnato.

Come dicevano i latini, a te tanto cari, si vis pacem para bellum. Ossia, se vuoi la pace prepara la guerra.

Titolo Iniziativa: Progetto di palmeti dattero a « Rjim Maatoug ». Fase II

Canale: Bilaterale

Finanziamento DGCS: Dono (5,5 milioni di Euro)

Altri finanziatori: Governo tunisino (6,4 milioni di Euro).

Ente Esecutore: Ministero dello Sviluppo e della Cooperazione internazionale e Office de Développment de Rjim Maatoug. 

Ente Realizzatore: Imprese e fornitori da identificare secondo le procedure fissate dal protocollo d'accordo intergovernativo (Programme Aid)

Periodo previsto di esecuzione: 2010-2012

Obiettivi e risultati attesi: L'iniziativa fa parte del Programma regionale di sviluppo noto come “Sahara Sud”. L'obiettivo dell'iniziativa è di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni del Sud della Tunisia, tramite lo sviluppo di nuove attività agricole.  I risultati attesi sono:  i) la creazione di uno schema irriguo adatto alle esigenze degli agricoltori;  ii) lo sviluppo partecipato di un comprensorio agricolo di ca. 1.000 ha;  iii) il miglioramento del circuito di commercializzazione;  iv) un aumento della professionalità degli agricoltori;  v) un basso tasso di abbandono delle parcelle;  vi) un aumento dei servizi;  vi) un'accresciuta capacità di guida dell'ente di sviluppo del comprensorio.

Nel 2010, in seguito ad una nuova fase di formulazione, le cui linee guida sono state approvate dal CD del 15 marzo 2011, si é proseguito nel completamento delle seguenti attività: Realizzazione delle infrastrutture idrauliche, del sistema viario, degli edifici di servizio ed alloggi; Realizzazione dell'impianto dei palmeti; Acquisto di mezzi di trasporto ed attrezzature agricole, assistenza tecnica; gestione e manutenzione del centro sperimentale; Sostegno finanziario agli assegnatari e sviluppo comunitario. 

L'iniziativa dovrebbe concludersi nel 2012.

Status: Esecuzione
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/resource … atoug2.pdf

Titolo Iniziativa: Costruzione delle dighe collinari di Oued Chaffar e di Oued Sidi Salah nel Governatorato di Sfax

Canale: Bilaterale

Finanziamento DGCS: Dono (8,780 milioni di Euro)

Altri finanziatori: Governo tunisino (749 mila Euro).

Ente Esecutore: Ministero dello Sviluppo e della Cooperazione internazionale e Ministero dell'agricoltura, delle risorse idriche e della pesca. 

Ente Realizzatore: Impresa identificata (DEMOTER) secondo le procedure fissate dal protocollo d'accordo intergovernativo (Programme Aid).

Periodo previsto di esecuzione: 2004-2014

Obiettivi e risultati attesi: L'iniziativa fa parte del Programma regionale di sviluppo noto come “Sahara Sud”. L'obiettivo del progetto è di aumentare la disponibilità di risorse idriche nel bacino di Sfax. I risultati attesi sono: i) la costruzione di due dighe per favorire la ricarica della falda; ii) la costruzione di 5 laghi collinari; iii) 10 opere di ricarica (briglie); iv) pozzi filtranti; v) riforestazione dei bacini versanti.

In ritardo di 4 anni dall'avvio dei lavori a causa di un contenzioso. Nel corso del 2010 sono state effettuate due missioni di monitoraggio, nel mese di luglio e nel mese di novembre, per verificare lo stato dell'iniziativa e dare nuovo impulso ai lavori. In particolare sono proseguiti i lavori di costruzione della diga di Chaffar ( al 90%) mentre nessuna attività ha avuto luogo sulla diga di Sidi Salah.  I lavori dovrebbero concludersi a fine 2014. 


Status: In corso
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/resource … diSfax.pdf

Titolo Iniziativa: Rafforzamento delle capacità dell'Office de développement du Sud (ODS) - Fase II

Canale: Bilaterale

Finanziamento: DGCS: Dono (2.196.000 €)

Altri finanziatori: Contributo del Governo tunisino

Ente esecutore: Ministero dello Sviluppo e della Cooperazione internazionale e Office de développement du Sud (ODS)

Ente realizzatore: Società di consulenza (ATI italo-tunisina) da identificare tramite gara secondo le procedure dell'Amministrazione tunisina.

Periodo previsto di esecuzione: 2010-2014 

Obiettivi e risultati attesi: L'iniziativa fa parte del Programma regionale di sviluppo noto come “Sahara Sud”. Essa, che rappresenta il consolidamento di un progetto precedente, si propone di favorire lo sviluppo della piccola, media e micro-impresa nel Sud della Tunisia attraverso il rafforzamento delle capacità dell'ODS nell'esecuzione delle proprie competenze istituzionali in materia di sostegno al settore privato (creazione e consolidamento di banche dati, studi di settore, formazione dei quadri, ecc.). Nel corso del 2010 sono stati definiti i documenti di gara. La gara é stata pubblicata nel novembre 2010 ed é stata aggiudicata da Agrotec. 

Status: In corso.
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/resource … haseII.pdf

vabè ho capito...fai fai, che ci vien da ridere...

Stai solo intasando la discussione con dei copia incolla non pertinenti al tema e retrodatati.
Come è più volte avvenuto in passato, una nuova normativa stravolge le precedenti. Non è detto che sarà cosi ma tu vuoi imporre il tuo credo con argomentazioni fuori luogo.

Come è avvenuto nelle precenti discussioni vuoi averla vinta in ogni modo questa non è una gara e come ti ho gia detto in diverse occasioni non si vince un premio.

Io ho semplicemente riportato la notizia ed espresso alcuni commenti dicendo fin da subito che la trattativa sembra essere ancora aperta e che è lecito attendersi ulteriori risvolti.

Perchè mai tu vuoi per forza importi? qual è il tuo scopo?

Non riesci a fare una discussione costruttiva ed apportare commenti utili ai più che leggono?

1. Finanziamento del Progetto ED. In-Place (Education-Inclusion-Placement) : formazione professionale ed inserimento lavorativo di giovani disabili libici e tunisini vittime del conflitto bellico
Canale: Promosso dall'ONG Don Carlo Gnocchi Onlus (FDCG)
Finanziamento DGCS: Dono (€ 300.000)

e questo è il riepilogo delle attività aggiornato a febbraio 2017 comprensivo di accordi... e mi sono limitato con le iniziative
La Cooperazione Italiana è stata ininterrottamente presente in Tunisia sin dalla sua istituzione alla fine degli anni ottanta. Essa si posiziona fra i principali donatori della Tunisia. L'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS Tunisi) raccogliendo l'eredità della vecchia Unità Tecnica Locale (Utl) della DGCS, continua il sostegno italiano che si realizza grazie all'impegno e all'assistenza degli esperti dell'ufficio regionale che interviene anche in Libia, Mauritania e Marocco.
Nel febbraio 2017 è stato firmato un Memorandum d'intesa (MoU) per la cooperazione che definisce la programmazione per il periodo 2017-2020 e le relative risorse (165.5 milioni di euro di cui 100 a credito d'aiuto e 65.5 a dono). Quest'Accordo segna la volontà di un riposizionamento strategico della nostra Cooperazione in Tunisia, sia attraverso un considerevole aumento delle risorse finanziarie messe a disposizione, sia attraverso un rinnovato interesse per settori e zone geografiche tradizionalmente prioritari per la nostra Cooperazione. Con il MoU 2017-2020 si conferma il sostegno dell'Italia alla Tunisia in materia di occupazione e sviluppo economico, in particolare nelle regioni più svantaggiate del Paese, consacrando una particolare attenzione allo sviluppo regionale e locale, al rafforzamento dell'istruzione pubblica e alla migrazione quale vettore di sviluppo.
Il programma della Cooperazione italiana in Tunisia consta attualmente di un pacchetto di circa 500 milioni di euro, di cui circa 345 milioni per iniziative in corso e in fase di avvio e 155 milioni circa per programmi in fase di preparazione sulla base del nuovo Memorandum 2017-2020. L'azione della Cooperazione italiana in Tunisia si è storicamente concentrata sul sostegno allo sviluppo del settore economico privilegiando azioni a supporto della piccola e media imprenditoria tunisina e a sostegno del settore pubblico. In tale ambito è in corso una Linea di credito per le PMI da 73 milioni di euro e altre risorse a credito d'aiuto (145Milioni di euro) sono destinate al finanziamento di investimenti della pubblica amministrazione tunisina in beni e servizi connessi. Un'attenzione particolare è inoltre accordata allo sviluppo rurale e delle regioni del sud del Paese, area geografica di tradizionale interesse della Cooperazione Italiana che, a partire dalla fine degli anni '90 ha visto la realizzazione di importanti iniziative tra cui si annovera il progetto, nella regione desertica di Rjim Maatoug, di creazione di 2500 ha di palmeti da dattero. In ambito di decentramento e sviluppo locale è in fase di identificazione un programma con cui si intende dare un contributo sostanziale agli sforzi dello Stato tunisino volti allo sviluppo delle zone più marginalizzate del Paese, nonché alla concretizzazione del processo di decentramento politico ed amministrativo stabilito dalla nuova Costituzione. Sempre nell'ottica di colmare il divario tra regioni e garantire pari opportunità, si interviene nell'ambito del sostegno all'istruzione pubblica, con azioni che mirano al miglioramento delle infrastrutture e dei servizi scolastici, ambiti in cui la nostra Cooperazione interviene con il coinvolgimento di UNICEF e PAM. La tutela dei diritti dei lavoratori migranti e coinvolgimento della diaspora tunisina in Italia al fine di promuovere delle attività produttrici di reddito sono due degli assi d'intervento che la Cooperazione sviluppa in tema di migrazione, con il coinvolgimento dell'ILO e dell'OIM.
Inoltre, la Cooperazione italiana contribuisce, con la Banca Mondiale, al finanziamento degli studi di esecuzione volti ad un progetto strategico di interconnessione elettrica fra Italia e Tunisia (denominato “Elmed”) che ambisce alla realizzazione di un'effettiva integrazione dei sistemi elettrici tra Europa e Africa.
Una menzione a parte va fatta per il Programma di conversione del debito da 25 milioni di euro, avviato nella primavera 2017 per interventi da realizzare principalmente nel settore del risanamento e rafforzamento delle infrastrutture idrauliche, della sanità e della creazione di impiego.
fonte: http://www.ambtunisi.esteri.it/ambascia … o_sviluppo

quanto sopra per indicare quanto lo Stato Italiano dia credito ad una black list della CE

Anto&Simo ha scritto :

quanto sopra per indicare quanto lo Stato Italiano dia credito ad una black list della CE


Guarda che ai più non importa se lo stato italiano da credito o meno ad una black list o se prenderà o meno provvedimenti. Il forum non credo sia frequentato dagli aziendali che non vengono certo qui ad apprendere notizie. Dicendo queste cose non dimostri un bel nulla. Hai fatto una serie di copia incolla che torno a ripeterti sono questioni antecedenti all'inclusione nella black list e tu non sei lo stato italiano per poter dire cosa questo ritiene opportuno fare.
Dal 5 dicembre tutto quello che c'è stato in precedenza, tutto quello che ti sei affannato freneticamente a postare può essere cambiato.
Volenti o nolenti l'italia è membro dell'UE e credo proprio che i rappresentanti italiani abbiano preso parte a tale decisione che a quanto pare è stata discussa per diverso tempo.
I singoli contribuenti di ogni stato dell'unione e non, semplicemente prendono atto di una nuova normativa.

Al contribuente italiano interessa l'aspetto fiscale, in parole povere quanto eventualmente impatterà nel proprio portafogli. Poco interessa al contribuente dei precedenti accordi presi che non costituiscono in alcun modo una rotta certa per il futuro.
Attualmente la Tunisia è in black list e nè io nè te possiamo farci niente. Se domani, com'è presumibile, lo sarà anche per l'italia, allora tanto vale essere preparati? Non credi?

Direi piuttosto che i singoli contribuenti dovrebbero informarsi e chiedere consigli al proprio fiscalista di fiducia nel paese dove pagano le tasse e nel caso prepararsi per tempo poichè, com'è gia avvenuto in passato ed in diverse occasioni, il rischio di farsi cogliere impreparati è reale.

Torno a sottolineare, come più e più volte detto anche in precedenti discussioni che gli argomenti trattati sul forum sono frutto di personali convinzioni e non possono nè devono in alcun modo indirizzare le vostre decisioni che vanno approfondite e discusse con i professionisti del settore e gli organi competenti.

Notizia fresca fresca.
"...Tunisia-EU blacklist of tax havens: no impact on European aid and Tunisia could be removed from list in January 2018, says ambassador of the European Union to Tunisia Patrice Bergamini..."
In pratica la Tunisia, com'è plausibile, è scontenta, come lo sono anche gli Emirati Arabi, di essere stata inclusa nelle blacklist e cerca il dialogo con la UE al fine di giungere ad un accordo anche perchè l'inclusione nelle black list farebbe da apripista ad una riduzione dei finanziamenti.
La data del 28 gennaio mi pare troppo breve comunque dubito che la Tunisia rimarra per molto tempo in black list. Secondo me accetteranno una maggior trasparenza fiscale, anche lo scambio automatico di informazioni pur di non perdere i finanziamenti ma posso sbagliarmi, è una mia supposizione.
Staremo a vedere...
Di questi tempi io credo solo a quello che vedo nero su bianco, supposizioni e chiacchiere se ne fanno troppe e non abbasso la guardia finchè non vedo il foglio firmato e timbrato.

Ho il netto presentimento che di queste notizie ne usciranno copiose nei prossimi giorni. Rassicurare, rassicurare...

africanmanager.com/site_eng/tunisia-eu-blacklist-of-tax-havens-no-impact-on-european-aid-and-tunisia-could-be-removed-from-list-in-january-2018-says-bergamini-audio-interview/?v=947d7d61cd9a

Headache ha scritto :

Direi piuttosto che i singoli contribuenti dovrebbero informarsi e chiedere consigli al proprio fiscalista di fiducia nel paese dove pagano le tasse e nel caso prepararsi per tempo poichè, com'è gia avvenuto in passato ed in diverse occasioni, il rischio di farsi cogliere impreparati è reale.


E con questi buoni e saggi consigli la chiudiamo qui e buona Immacolata a tutti  :joking:

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