Perchè il Giappone è un paese che attrae i professionisti stranieri

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Pubblicato 2021-09-30 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Tutto faceva pensare che la crisi sanitaria avrebbe messo un freno all'espatrio. Sembra non essere il caso, per lo meno, di una destinazione come il Giappone. In cima alle classifiche per essere una delle nazioni più care del mondo (soprattutto la sua capitale, Tokyo), è noto che offra degli stipendi davvero competitivi agli espatriati. Buone notizie quindi per i lavoratori stranieri desiderosi di fare carriera?

Giappone: nuova meta per l'espatrio?

Lo scorso luglio, la ECA International (Employment Conditions Abroad), una società che opera nel settore della mobilità internazionale, ha stilato una classifica dei Paesi più competitivi in ​​termini di pacchetti per l'espatrio. 

Con il termine “pacchetto per l'espatrio” si intendono tutte le misure finanziarie e materiali poste in essere dall'impresa che invia il proprio dipendente all'estero. Include ovviamente lo stipendio e qualsiasi altro beneficio che può essere negoziato tra l'azienda e il dipendente: copertura delle spese del trasloco e dell'alloggio, corsi di lingua e di formazione, vantaggi fiscali. Si tratta di bonus cruciali per il dipendente che rappresentano, di contro, dei costi importanti per l'azienda.

La ECA evidenzia come sia difficile mettere a confronto i vari pacchetti perchè, a parità di mansioni, le condizioni di vita non sono le stesse in ogni paese del mondo. Nonostante ciò, ha stilato una classifica generale delle nuove tendenze post-confinamento. Con uno stipendio medio di 86.271$,143.354$ in benefici (bonus e aiuti vari forniti dal datore di lavoro), e 175.960$ di tasse (pacchetto totale: 405.585$), il Giappone ha surclassato il Regno Unito diventando il paese più costoso per le società estere che inviano in missione i propri dipendenti. Il Regno Unito si piazza al secondo posto, offrendo un pacchetto per l'espatrio del valore di 404,405$. In coda c'è l'India, con un pacchetto di 318.596$. Già popolare tra gli espatriati prima della crisi sanitaria, il Giappone conserva la sua attrattiva. Nel 2021, lo stipendio medio a Tokyo ammonta a circa 3.000$ al mese (dato: Nikkei), tra i più alti al mondo. Il paese mantiene la sua posizione di terza potenza mondiale, grazie anche agli investimenti nel settore della robotica e delle tecnologie avanzate.

I settori trainanti in Giappone

Nonostante la crisi globale generata dalla pandemia, molti settori sono rimasti competitivi e hanno persino aumentato il fatturato. Paese faro per la robotica e l'innovazione tecnologica, il Giappone sta crescendo grazie ai suoi mercati all'avanguardia. Buone notizie per gli espatriati che già vivono li, o che intendono trasferirsi per lavoro a Tokyo (nella capitale gli stipendi sono più alti). Nel 2021, un dirigente del settore bancario guadagna, in media, più di 100.000$ all'anno. In campo sanitario, un medico percepisce quasi 100.000$ all'anno (cifra da adattare in base a qualifiche e mansioni). Cifre simili anche per i profili specializzati nelle nuove tecnologie e nel ramo dell'innovazione (automazione, robotica, intelligenza artificiale, ingegneria, ecc.). Le industrie di punta in Giappone sono: Fanuc, Yaskawa, Toyota, Sony, Shiseido...

Il rovescio della medaglia

Stipendi elevati che vanno di pari passo con il costo della vita. La pandemia ha di fatto inasprito questa tendenza ma il Giappone riesce ad arginare l'inflazione, che si attesta inferiore (0,5%) rispetto a quella registrata dagli Stati Uniti e dall'Europa. Pur restando ottimista per il 2022, la Banca del Giappone annuncia un calo del PIL (-1,3% nel primo trimestre del 2021). La nuova ondata di coronavirus ha azzerato la lieve ripresa economica del 2020. Il Giappone fa affidamento sulle esportazioni, che sono aumentate di oltre il 40% (luglio 2021). Un incremento incoraggiante che non fa però dimenticare l'impatto della crisi sanitaria sull'economia nazionale. I confini giapponesi restano chiusi, azzerando tutti i progetti di espatrio. In data 23 settembre 2021, il 56% della popolazione aveva ricevuto due dosi di vaccino, il 68% almeno una dose. 

Gli stipendi alti mascherano una realtà che non è così rosea per tutti gli espatriati. Secondo l'indice Nikkei, gli stranieri non qualificati guadagnano solo il 70% dello stipendio medio giapponese. Tra i settori più colpiti della crisi ci sono la ristorazione e l'alimentare. La situazione più precaria è quella dei lavoratori a tempo parziale.

Con le dimissioni del Primo Ministro Yoshihige Suga, si preannuncia un periodo di incertezza. L'apertura o meno delle frontiere deciderà il futuro professionale di tanti espatriati in Giappone. Mentre le vaccinazioni sono in costante aumento, i poteri interni si battono per la riapertura dei confini. La Keidanren, Federazione delle Organizzazioni Economiche Giapponesi, si è appellata al governo il 6 settembre. Sulla base dell'eccellente avanzamento della campagna vaccinale (12% dei giapponesi completamente vaccinati a luglio, 56% ad oggi), Masakazu Tokura, portavoce della Keidanren, ha chiesto che si trovi un "equilibrio tra misure per contrastare il virus e attività socio-economiche". La Federazione auspica inoltre l'ingresso sul territorio sia di stranieri vaccinati (esenti da quarantena) che dei non vaccinati (con quarantena). Le richieste erano state presentate all'ex primo ministro Suga, che si era dimostrato aperto al dialogo. Resta da vedere se le trattative riprenderanno dopo l'elezione del nuovo premier che si è svolta ieri 29 settembre 2021.