Covid-19: situazione complessa per gli espatriati non vaccinati

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Pubblicato 2021-07-07 alle 10:00 da Veedushi
Mentre tanti espatriati sono contrari al vaccino anti covid-19, tanti altri chiedono disperatamente aiuto alle ambasciate perchè inviino dosi di vaccino approvate dall'Agenzia europea per i medicinali. Qualche esempio di cosa sta succedendo nel mondo.

Negli ultimi mesi diverse nazioni hanno incluso i residenti stranieri nelle loro campagne di vaccinazione contro il COVID-19, cosa che ha permesso a migliaia di espatriati di accere al vaccino e, come conseguenza, di viaggiare. Non tutti però hanno questa fortuna.

La Thailandia, ad esempio, ha deciso di dare priorità ai suoi cittadini, tranne che nelle località balneari di Phuket, Pattaya, Koh Samui, ecc. Il Paese mira a rilanciare l'industria del turismo che sta profondamente soffrendo a causa del COVID-19. Nelle destinazioni a vocazione turistica, il governo auspica di ottenere il prima possibile l'immunità di gregge. Il risultato potrebbe tardare a concretizzarsi a causa del ritiro dal mercato del vaccino AstraZeneca che ha rallentato notevolmente la campagna di vaccinazione. Aumenta quindi la frustrazione tra gli espatriati che si fidano degli altri vaccini disponibili, prodotti in Cina e in India. 

L'Unione Europea ha dichiarato la volontà di non riconoscere vaccini come Sinopharm e Covaxin, per esempio, pur essendo stati approvati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Migliaia di stranieri si sono rivolti alle loro ambasciate per chiedere di attivarsi inviando vaccini approvati dall'OMS. E' il caso della Francia, che ha spedito ai francesi espatriati in Thailandia dosi di Janssen della Johnson & Johnson. Sono stati vaccinati gli over 55 nei centri di Bangkok, Pattaya, Hua Hin, Koh Samui, Phuket, Chiang Mai, Khon Kaen e Udon Thani. E' andata meno bene invece agli americani dato che l'ambasciata degli Stati Uniti in Thailandia ha respinto le richieste avanzate da diversi gruppi di espatriati. Il Dipartimento di Stato ha confermato che non invierà vaccini ai cittadini americani che risiedono all'estero.

Il governo USA ha espresso l'intenzione di voler vaccinare almeno il 70% della popolazione adulta, entro luglio, e questo spiegherebbe il motivo per cui non è in grado di inviare le dosi agli oltre 9 milioni di statunitensi che vivono attualmente fuori dai confini nazionali.

Parecchi senatori statunitensi hanno preso a cuore la causa e stanno spingendo affinchè anche gli espatriati americani abbiano diritto al vaccino nel loro paese ospitante. Va detto che gli USA hanno recentemente distribuito circa 7 milioni di dosi in diverse nazioni asiatiche, senza però alcuna garanzia che una parte venga assegnata agli expat americani. 

La Francia non è l'unico paese ad aver spedito vaccini all'estero. La Cina ne ha inviati in tutto il mondo, Asia e Africa incluse, rendendoli cosi disponibili a migliaia di persone, espatriati compresi. Ma le cose non sono così semplici come sembrano.

Molti paesi dell'America Latina e della zona Asia-Pacifico hanno ordinato urgentemente vaccini "Made in China", dato il crescente numero di casi COVID-19. L'Agenzia europea per il farmaco continua a non riconoscerli, pur essendo approvati dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Questo significa che un espatriato, immunizzato con vaccino cinese, per entrare in Unione Europea deve fornire un test PCR negativo in arrivo, nonchè sottoporsi a quarantena o autoisolamento, secondo le norme vigenti nel paese di destinazione.

Questo complica le cose per migliaia di cittadini europei in attesa della riapertura delle frontiere per rientrare nel Paese d'origine e riunirsi alla famiglia. La maggior parte si è vaccinata per essere libera di viaggiare senza sottostare a restrizioni in arrivo. Peccato che ad oggi l'UE riconosca solo Pfizer / Biotech, Moderna, Vaxzevria (AstraZeneca) e Janssen (Johnson & Johnson). Il vaccino russo Sputnik V non fa parte dell'elenco.

dato che alcuni paesi europei sono liberi di accettare determinati vaccini, va sottolineato che è stato approvato dalla Grecia.

Il Regno Unito ha consigliato ai connazionali all'estero di farsi vaccinare nel Paese ospitante. Le condizioni per chi sceglie di tornare per sottoporsi al vaccino sono molto severe: non sono deve riportare la residenza in Gran Bretagna e registrarsi presso un medico di base, ma ha diritto alla vaccinazione solo se soddisfa determinati requisiti.