Posso lavorare all'estero con una disabilità?

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Pubblicato 2024-05-14 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Sì, è possibile lavorare all'estero con una disabilità e sì, ci sono degli ostacoli, che la disabilità sia visibile o meno. Queste barriere, per fortuna, non mettono a rischio il progetto di espatrio, anzi. Ecco alcuni consigli pratici per trasferirsi all'estero con una disabilità.

Espatrio e disabilità: sconfiggere i preconcetti 

Questo è l'ostacolo più grande che le persone con disabilità devono affrontare. Associare disabilità e inattività è una pratica che persiste, e lo statistiche lo dimostrano. In Francia, nel 2022, solo “il 38% dei disabili certificati" aveva un'occupazione (fonte DARES- Direction de l'Animation de la recherche, des Études et des Statistiques). Negli Stati Uniti, secondo il Bureau of Labor Statistics, nel 2022, solo il 21,3% delle persone con disabilità aveva un lavoro, contro il 65,4% di quelle senza disabilità. Pur trattandosi di un divario significativo, il tasso di occupazione delle persone con disabilità è leggermente aumentato (dal 19,1% del 2021).

Le organizzazioni che supportano i lavoratori con disabilità nel loro trasferimento all'estero sottolineano questi dati per evidenziare che non solo lavorare con una disabilità è fattibile, ma lo è anche espatriare. Mantengono una visione ottimistica senza per questo ignorare le sfide reali. Il divario occupazionale tra persone con e senza disabilità evidenzia che l'accesso al mercato del lavoro è più difficile per le prime.

"È più complesso, ma non impossibile", dicono le associazioni e le organizzazioni che sostengono l'integrazione delle persone con disabilità. Il programma di mobilità europeo Erasmus+, ad esempio, fornisce assistenza agli espatriati con disabilità.

Costruire un progetto professionale 

Un'adeguata pianificazione è fondamentale e questo consiglio si applica a chiunque voglia espatriare, indipendentemente dal fatto che sia disabile o meno. L'importanza di partire preparati è ancora più fondamentale per le persone con disabilità. In caso di trasferimento per lavoro (con un contratto di distacco o di espatrio) è consigliabile negoziare attentamente il contratto con l'azienda. In genere, il contratto prevede l'assistenza per l'inserimento nel Paese straniero, a seconda della situazione dell'impiegato.

Molte regioni del mondo devono ancora fare progressi in termini di accessibilità, che rimane uno dei principali ostacoli per i lavoratori disabili. È fondamentale scegliere la città ospitante tenendo conto di alcuni parametri pratici. A seconda della tua disabilità, evita di trasferirti in una zona con scarsi servizi di trasporto (e di mezzi non attrezzati), così come in regioni dove l'accesso all'assistenza sanitaria è difficile (pochi medici, specialisti, farmaci difficili da trovare, necessità di cure specifiche, ecc.)

Il progetto professionale deve tenere conto anche degli aspetti pratici. È inoltre fondamentale assicurarsi che il datore di lavoro (se già c'è un contratto in essere) conosca la natura della disabilità e che modifichi il luogo e le condizioni di lavoro di conseguenza. Esaminare la legislazione della nazione d'espatrio sulla disabilità confermerà i progressi (o la mancanza) in questo ambito e l'impegno del governo nel difendere e proteggere i diritti delle persone con disabilità.

Cercare informazioni e supporto

Le risorse per le persone con disabilità esistono, ma sono ancora poco accessibili. Tanti abbandonano il progetto senza rendersi conto che è realizzabile. Erasmus+ sta ampliando la sua strategia di comunicazione per raggiungere un maggior numero di persone con disabilità. Questo progetto non offre solo un supporto finanziario ma si propone anche come guida per aiutare chi vuole trasferirsi a fare carriera all'estero.

A livello statale, molte altre strutture sostengono i lavoratori con disabilità. Queste organizzazioni si battono per agevolare l'inclusione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro. Tra queste ci sono France Travail in Francia, il Canada, che sul sito del governo mette a disposizione uno strumento per l'autodichiarazione della disabilità (che permette di accedere online alle offerte di lavoro del servizio pubblico federale riservate alle persone con disabilità). In Nuova Zelanda, il Ministero per le persone disabili offre risorse per il supporto e la ricerca di lavoro.

Altri consigli per lavorare all'estero con una disabilità

Fai attenzione alle sovvenzioni: trasferendoti all'estero, il tuo Paese di nascita potrebbe smettere di erogarle. I francesi, ad esempio, devono rinunciare all'assegno per adulti disabili (AAH) quando espatriano, a meno che non intendano proseguire gli studi, la formazione professionale o seguire un corso di lingua.

Esistono altre forme di assistenza: i cittadini europei che si trasferiscono in un altro Stato dell'UE possono beneficiare dell'assistenza in loco. Se ti stai trasferendo in un Paese extraeuropeo, devi prima contattare i servizi sociali per spiegare i tuoi piani e informarti su come richiedere l'assistenza. I disabili che vivono all'estero devono rivolgersi al dipartimento dei servizi sociali del proprio consolato, che valuterà il grado di disabilità e deciderà se concedere o meno l'assistenza.

Instaurare un contatto con persone affette da disabilità che vivono nel Paese dove stai per trasferirti ha un valore inestimabile. Parlando con loro potrai acquisire informazioni di carattere pratico che faciliteranno l'espatrio. Pur non avendo la stessa disabilità, il loro punto di vista è cruciale perchè evidenzieranno aspetti che chi non ha disabilità potrebbe non notare. Possono essere presi a riferimento, a riprova del fatto che trasferirsi all'estero con una disabilità è possibile.

Link utili 

Erasmus+: Studenti e personale con problemi fisici, psichici o di salute

World Disability Union

International Disability Alliance

Canada: Self-declare as a person with a disability

Nuova Zelanda: Whaikaha, Ministry of Disabled People

Giappone: Accessible Japan