Oltre la facciata dorata: le sfide quotidiane di uno studente all'estero

Vita quotidiana
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Pubblicato 2024-05-24 alle 12:00 da Estelle
Essere uno studente internazionale è più di una semplice avventura: è un'opportunità per imparare, crescere e immergersi nella magia di una cultura straniera. Ma non lasciarti ingannare dalle foto su Instagram che mostrano solo i momenti più belli. Dietro ogni scatto c'è uno studente che si impegna con coraggio ad affrontare le sfide della vita quotidiana. Seguono delle testimonianze.

Barriera linguistica e ostacoli amministrativi

Una delle prime difficoltà che gli studenti devono affrontare quando arrivano in un Paese straniero è la barriera linguistica. Comunicare con la gente del posto, seguire i corsi o anche fare la spesa può essere complicato, se non si parla la lingua locale. Ma questo ostacolo può anche essere un'opportunità per imparare un nuovo idioma e arricchirsi culturalmente.

Seguono le formalità burocratiche, che si complicano quando ci sono problemi di comprensione della lingua. Tra permessi di soggiorno, visti, moduli da compilare, documenti per entrare all'università e iscrizione al servizio sanitario locale, gli studenti devono destreggiarsi in un sistema sconosciuto. 

Camille condivide la sua esperienza: “La prima sfida è la parte amministrativa. A volte le indicazioni sono confuse e non disponibili in inglese. Il sistema universitario non funziona come quello a cui siamo abituati. Alcuni Paesi, ad esempio, richiedono documenti di cui si conosceva l'esistenza, oppure documenti in originale che non abbiamo pensato di portare con noi. Nel mio caso, per ottenere il numero di previdenza sociale italiano, non sapevo come procedere perchè la legislatura è poco chiara. Ho dovuto arrangiarmi ed è stato complicato".  Sulla barriera linguistica, Camille aggiunge che, all'ufficio studenti stranieri, nessuno parlava inglese. “Non conoscevo ancora l'italiano, quindi è stata tosta. Per fortuna i miei colleghi di corso mi hanno aiutato”.

Federico, uno studente italiano all'estero, aggiunge: "Anche io, in Francia, ho riscontrato difficoltà a livello amministrativo. Per ottenere la carte vitale, sul modulo per la domanda non potevo selezionare 'Paese estero' come luogo di nascita, il che ha bloccato completamente il processo. Ho dovuto andare di persona nell'ufficio preposto, ma all'epoca non parlavo francese e nessuno parlava italiano o inglese, il che ha complicato le cose”.

Per Sarah, la barriera linguistica riguarda più che altro l'accento e lo stile di scrittura: “Nel mio Paese ho imparato l'inglese in un certo modo, con un determinato accento. Quando ho sentito un italiano parlare inglese mi sono chiesta che lingua fosse! Anche scrivere è stato un problema. Vengo da un posto in cui si parla persiano, con una scrittura e un alfabeto completamente diversi. Anche se ho imparato il sistema occidentale, vedere le lettere scritte in modo diverso da quello che mi è stato insegnato a scuola mi ha destabilizzato. E poi, all'ufficio accettazione dell'università nessuno parlava inglese e io non conoscevo una parola di italiano. È stato davvero complicato... e dire che La Sapienza di Roma dovrebbe essere un'università internazionale. Incredibile!”.

Sistemi educativi diversi

Ogni nazione ha un proprio sistema educativo, con metodi di insegnamento, valutazioni e requisiti specifici. Adattarsi al nuovo può confondere all'inizio, ma è anche un'opportunità per acquisire nuove competenze e scoprire diversi approcci educativi. 

Camille racconta: “In classe, il metodo di insegnamento è diverso. In Italia ci sono meno ore di lezione ma più compiti a casa, quindi bisogna imparare a essere autonomi in fretta! I professori universitari arrivano spesso in ritardo e nessuno fa una piega, questo sistema all'inizio mi ha confuso. I progetti di gruppo si svolgono in modo diverso e il calendario accademico è diverso. Col tempo si impara ad adattarsi e a comprendere queste differenze”.

Sarah spiega che mantenere la borsa di studio è stata dura: “È una vera sfida per chi proviene da un Paese extra europeo. Ecco come funziona: ricevi 5000 euro all'anno come sovvenzione agli studi, ma per ottenerla e mantenerla devi superare degli esami e frequentare dei corsi specifici. Durante il primo anno, ho fatto il possibile per avere voti ottimi e assicurarmi la borsa di studio per l'anno successivo. Studiare per passare gli esami richiede tempo e dedizione, e la tensione è sempre alta perchè c'è in gioco il tuo futuro accademico".

Integrarsi con gli altri studenti può essere impegnativo

Sia Camille che Federico concordano sul fatto che entrare in sintonia con gli studenti locali non è facile. Gli studenti stranieri tendono a fare gruppo. Camille dice: “Integrarsi dipende molto dalla città di espatrio. Nel mio caso, non ho stretto grandi legami con gli studenti italiani perché avevano già il loro giro di amicizie. Passavo la maggior parte del tempo con altri studenti Erasmus come me, anche se ho fatto alcune amicizie in loco al di fuori dell'università”.

Anche per Federico è stato difficile integrarsi con gli studenti francesi: “Tendevano a restare tra di loro e non erano necessariamente interessati a creare legami con gli studenti stranieri”.

Nonostante le difficoltà, Camille, Federico e Sarah affermano senza esitazione che questa esperienza è stata tra le più arricchenti della loro vita e che non cambierebbero una virgola. Studiare all'estero è un'esperienza unica, che permette di immergersi in una nuova cultura. La voglia di imparare è il motore che spinge i giovani ad andare a studiare all'estero, nonostante gli ostacoli.