Residenza fiscale: bisogna sempre dichiarare il reddito da fonte estera?

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Pubblicato 2023-11-09 alle 11:30 da Asaël Häzaq
Quando entrano in gioco le tasse, è sempre bene fare attenzione. La residenza fiscale può cambiare quando ti trasferisci all'estero e con essa le procedure per dichiarare il reddito e pagare le tasse. Cosa devi fare se percepisci un reddito da una fonte estera? Devi dichiararlo anche se non è tassabile nel Paese di espatrio?

Definizione di residenza fiscale

Sebbene ogni nazione definisca la residenza fiscale in modo diverso, in linea di massima un residente fiscale è una persona il cui domicilio fiscale è registrato in un determinato Paese. Vivendo in uno Stato estero per un un periodo superiore ai 6 mesi all'anno, è li che va dichiarata la residenza. In caso di permanenza inferiore, il luogo di residenza rimane nel Paese di origine. Esistono diversi criteri per stabilire la residenza fiscale: il domicilio o la residenza principale del residente è in quello Stato; l'attività lavorativa principale del residente, sia essa dipendente o autonoma, è in quello Stato; il centro degli interessi economici del residente è in quello Stato.

Il centro degli interessi economici permette di fare il distinguo tra i redditi provenienti dal Paese di residenza fiscale e quelli da fonte estera. Ad esempio, nel caso di un residente in Belgio che percepisce la maggior parte del reddito da fonti belghe (stipendio, immobile di proprietà dato in affitto, pensione, ecc.), il centro degli interessi economici è in Belgio. 

Dichiarazione e tassazione del reddito da fonte estera

Come devono essere dichiarati i redditi provenienti dall'estero? Devono essere dichiarati anche se non sono tassabili nella destinazione di espatrio? Tutto dipende dal Paese in questione e dall'esistenza o meno di un trattato fiscale tra il Paese di origine e quello di trasferimento. Bisogna anche tenere conto dello status dell'espatriato: residente permanente, residente non permanente o non residente.

La convenzione fiscale stabilisce se il reddito generato all'estero è imponibile o meno nel Paese di espatrio, se deve essere dichiarato nel Paese di espatrio e se è possibile evitare la doppia imposizione. La convenzione fiscale specifica anche i termini e le condizioni di applicazione. Se, ad esempio, la convenzione specifica che il reddito di origine estera è esente da imposte, ma deve essere dichiarato, significa che non verrà tassato. Se invece il reddito di origine straniera è imponibile, il trattato fiscale fornirà soluzioni per evitare la doppia imposizione.

Quali redditi di origine estera vengono tassati?

In linea di principio, gli espatriati sono tassati solo sui redditi prodotti nella nazione di espatrio. Tuttavia, è necessario tenere conto anche delle norme fiscali vigenti nello Stato estero e dell'esistenza o meno di un trattato fiscale con la nazione di origine. In assenza di un trattato fiscale, il principio è che il reddito di origine straniera è tassabile nel Paese d'origine.

In assenza di un trattato fiscale, diversi tipi di reddito di origine estera possono essere soggetti a tassazione: stipendi e pensioni, redditi da lavoro autonomo, affitti percepiti, plusvalenze e redditi da capitale.

Dichiarare il reddito di origine straniera

Quando si tratta di fare la dichiarazione dei redditi, è sempre meglio fare riferimento alle regole del Paese estero. 

In Giappone, ad esempio, i residenti permanenti e non permanenti devono pagare le tasse sul reddito estero, mentre i non residenti sono esenti. Un altro esempio: l'Agenzia canadese delle Entrate stabilisce che tutti i residenti canadesi debbano essere tassati sul reddito globale, indipendentemente dalla sua fonte. Tutti i redditi devono essere dichiarati, sia che provengano da fonti canadesi che estere. Per questo motivo, è fondamentale informarsi sulle normative fiscali del Paese ospitante e verificare la presenza o meno di un trattato fiscale con quello d'origine.