La verità sugli stipendi degli espatriati

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Pubblicato 2023-08-10 alle 11:00 da Asaël Häzaq
E' opinione comune che chi lavora all'estero sia più fortunato degli altri, che guadagni di più avendo un contratto più vantaggioso. Dietro questi preconcetti si nasconde una visione ancora molto idealizzata della vita degli espatriati. La realtà, però, è meno rosea. Di questi tempi, lo stipendio, invece che aumentare, diminuisce. I prezzi continuano a salire e l'inflazione corrode i salari.

Espatrio: i Paesi che offrono gli stipendi più alti

Nel resoconto sugli stipendi medi del 2022, l'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) classifica l'Islanda come la nazione con gli stipendi più alti. Con una retribuzione media annua di 79.473 dollari, è il Paese che paga meglio. Seguono a ruota il Lussemburgo e gli Stati Uniti, rispettivamente con 78.310 e 77.463 dollari. La Svizzera, con uno stipendio annuo di 72.993 dollari, è ai piedi del podio. Il Canada è al 10° posto (59.050 dollari), la Francia al 15° (52.764 dollari), appena sotto la media dell'OCSE (53.416 dollari). Le nazioni più popolari tra gli espatriati sono anche quelle con la migliore busta paga. Oltre a Canada, Stati Uniti e Svizzera, Australia (9°), Germania (11°), Regno Unito (12°), Norvegia (13°) e Nuova Zelanda (18°) offrono stipendi medi annuali superiori a 50.000 dollari.

Il concetto di "media" è relativo perchè, all'interno di uno stesso Paese, gli stipendi variano a seconda del settore di attività, dell'esperienza, della posizione ricoperta, di eventuali bonus e così via. Senza contare che anche uno stipendio elevato può essere notevolmente ridotto da un alto costo della vita nella destinazione d'espatrio. Come prima cosa, è necessario distinguere tra la retribuzione lorda e quella netta. Bisogna anche calcolare lo stipendio reale, che corrisponde più o meno al potere d'acquisto.

Gli stipendi si stanno abbassando

Mentre l'occupazione è tornata più o meno ai livelli pre-Covid, l'inflazione prosegue inarrestabile portando a un abbassamento degli stipendi reali in quasi tutti i Paesi dell'OCSE. L'Organizzazione ha tirato le somme e ha messo a confronto i salari reali del 1° trimestre del 2022 con quelli del 1° trimestre del 2023. In Islanda, gli stipendi reali sono scesi del 2,9%. Il calo è minore in Lussemburgo e negli Stati Uniti (rispettivamente -0,8% e 0,7%). È maggiore in Svizzera (-1,4%). I salari reali canadesi sono diminuiti del 2% e quelli francesi dell'1,8%. La flessione maggiore si è registrata in Ungheria, con un crollo del 15,6%. Solo poche nazioni hanno registrato un leggero aumento: Paesi Bassi (+0,4%), Israele (+0,6%), Costa Rica (+1,7%) e Belgio (+2,9%).

Questo perchè, stipendio a parte, ci sono tanti costi da sostenere: affitto, tasse, elettricità, acqua, gas, cibo, carburante, assicurazione auto, spese mediche e assicurazione sanitaria, trasporti, ecc.

Stipendi erosi dalla crisi: l'esempio del settore immobiliare

Stati Uniti, Canada, Germania, Svezia, Francia... la crisi immobiliare continua in molti Paesi. Alcune città francesi, come Lione, stanno diventando inaccessibili anche per chi ha un lavoro stabile (contratto a tempo indeterminato) e un buon reddito. Gli Stati Uniti sono impantanati in una crisi immobiliare, con proprietà che scarseggiano e prezzi alle stelle. Nel 2022, il sito web Bloomberg ha classificato New York come la città più costosa degli Stati Uniti, a cui seguono San José, Miami, San Diego, Los Angeles, Boston e Washington.

La Germania sta vivendo una situazione "drammatica", come afferma il Presidente dell'Associazione degli inquilini, con un ammanco di 700.000 case. Il governo aveva intenzione di costruirne 400.000 all'anno, ma l'obiettivo è ben lontano dall'essere raggiunto. I tassi di interesse sono alle stelle, rendendo ancora più difficile ottenere un mutuo. In Canada, la crisi è tale che il governo ha sospeso l'acquisto di immobili per gli stranieri. La misura, entrata in vigore il 1° gennaio, durerà 2 anni. Gli espatriati dovranno aspettare di essere residenti permanenti per poter comprare casa.

Altre crisi, altre spese che gravano sugli stipendi

L'esempio del settore immobiliare può essere esteso anche ad altri settori. Il Regno Unito risente ancora della crisi energetica. L'impennata dei costi delle bollette sta causando grosse difficoltà finanziarie alla popolazione. Un reddito stabile non è sempre sufficiente a garantire buone condizioni di vita. In Giappone si sta pensando di ripristinare il nucleare per affrontare la crisi energetica. A 12 anni dalla tragedia di Fukushima, il governo Kishida si sta affidando ai recenti sondaggi (il 51% della popolazione è favorevole al rilancio dell'energia nucleare) per riavviare diversi reattori.

Vivendo all'estero bisogna anche stipulare un'assicurazione sanitaria, sulla casa, per l'auto, ecc. In merito alla sanità, potresti essere obbligato a sottoscrivere un'assicurazione privata, in aggiunta all'assicurazione nazionale a cui sei affiliato come lavoratore straniero. Questi sono tutti oneri che riducono lo stipendio reale. I Paesi che offrono stipendi allettanti sono anche quelli dove la vita costa di più. Nel 2023, il rapporto Mercer classifica Zurigo, Ginevra e Basilea come le città più costose per gli espatriati (rispettivamente 3°, 4° e 5° posto). New York è la sesta città più cara, davanti a Berna, Tel Aviv e Copenhagen.

Quando si prepara un budget prima di espatriare, non bisogna basarsi solo sull'ammontare dello stipendio, sia pure elevato, perché c'è una grande differenza tra quello che si guadagna e quello che rimane a fine mese. La cosa migliore da fare è informarsi sul costo della vita nella città in cui ci si trasferisce. Costo degli affitti, pressione fiscale, assicurazioni, generi alimentari e così via. È tenendo conto di tutte queste spese che puoi valutare quanto sia davvero competitivo lo stipendio.