Sfumature culturali da conoscere quando si lavora all'estero

Vita quotidiana
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Pubblicato 2023-12-08 alle 11:00 da Asaël Häzaq
Ti sei trasferito da poco, hai iniziato un lavoro che ti piace e ti stai ambientando, ma c'è ancora qualcosa con cui fare i conti: le sfumature culturali. Uno sguardo o un sorriso possono avere significati diversi a seconda del contesto e del sottofondo culturale nel quale ci si muove. Ecco alcuni consigli per imparare a destreggiarti quando lavori all'estero.

Un linguaggio a sé stante

Annuire con la testa per approvare, disapprovare o semplicemente per mostrare che si segue la conversazione, parlare a voce alta o bassa, essere fisici o mantenere le distanze... I tratti culturali sono un linguaggio a sé stante, che bisogna conoscere e utilizzare per facilitare le interazioni. Padroneggiare questi codici è indispensabile per migliorare il modo di comunicare con persone di culture diverse. Il nostro scopo non è quello di ricorrere a stereotipi o di generalizzare i tratti di un'intera popolazione. Ci sono molte eccezioni agli scenari che descriviamo di seguito. Vogliamo piuttosto evidenziare i tratti culturali di una, o più, nazioni e vederli come qualcosa da imparare, così come si fa con una lingua straniera.

Puntualità

Che si tratti di una riunione con un cliente, di una conferenza di lavoro o di un incontro informale con i colleghi, l'importanza attribuita alla puntualità varia a seconda dei Paesi. In Germania e in Giappone, essere puntuali significa arrivare prima dell'orario previsto. La disciplina e il rispetto delle regole fanno parte dei tratti culturali di queste due destinazioni. Lo stesso vale per gli Stati Uniti e il Canada. Al contrario, la cultura francese, dove vige il "quarto d'ora di tolleranza" è più indulgente nei confronti della puntualità. Ovviamente questa modalità può variare a seconda della natura dell'appuntamento e della posizione gerarchica delle persone coinvolte. Per le questioni più importanti, come la chiusura di un affare con un cliente, non è pensabile arrivare in ritardo.

Saluti con, o senza, contatto fisico

Devi stringere la mano al tuo cliente o collega, baciarlo sulla guancia o abbracciarlo? Una mossa falsa può portare a un incidente diplomatico. Questi gesti, che nel tuo Paese sono normali, possono essere mal interpretati in un nuovo ambiente. Quindi fai attenzione quando stringi la mano e, soprattutto, ti avvicini per un bacio. Il bacio sulle guance è una tradizione culturale mediterranea. Nei Paesi africani e asiatici, negli Stati Uniti, in Canada e in India mantenere una certa distanza è la norma. In Corea del Sud basta un lieve cenno del capo. In Brasile, invece, va bene anche un abbraccio.

Il tono della voce

Forse nessuno ti ha mai detto che parli a voce troppo alta. Nei corridoi dell'ufficio, la tua voce sovrasta le altre. In riunione, usi un tono più alto rispetto al tuo interlocutore, dando l'impressione di dominare lo spazio, di essere troppo invadente, irritando colleghi e superiori. A volte succede il contrario: la tua voce è troppo bassa e questo è un problema. Potresti sembrare distaccato e poco coinvolto nelle questioni aziendali. In ogni caso, si tratta di una questione culturale. In Spagna non verrai criticato se ti esprimi a voce alta, perchè il rumore di fondo tende ad essere più alto che in altri Paesi. Le persone si adattano al rumore ambientale alzando il tono della voce (va sottolineato che esistono delle eccezioni, sia in Spagna che altrove). Al contrario, in Giappone non si parla forte o si rischia di passare per maleducati. 

Il linguaggio del corpo

La formazione interculturale ti prepara alla vita nel Paese ospitante. Al lavoro, la comunicazione può fluire, o meno, a causa di un'incomprensione culturale. In India, ad esempio, imparerai come si dice "sì" e "no". Ovviamente ci sono delle parole per dirlo, ma è fondamentale padroneggiare il linguaggio del corpo, compreso il famoso cenno della testa. Per imparare questo linguaggio del corpo è necessario osservare e fare molta pratica. Quello che tu consideri un "no" (girare la testa da sinistra a destra) può significare un "sì" in India. Ma un "sì" non significa necessariamente accettare qualcosa. Può anche voler dire "ti sto ascoltando": l'interlocutore ti invita a continuare quello che stai dicendo.

A differenza dell'Italia, dove il "no" viene detto a voce alta, in India il messaggio viene trasmesso in modo diverso. Questo è un altro tratto culturale che devi padroneggiare se vuoi capire le reazioni del tuo manager e dei tuoi colleghi indiani. Al contrario, negli Stati Uniti, il tuo capo non esiterà a esternare il suo entusiasmo o, al contrario, la sua disapprovazione. Le informazioni viaggiano in modo diretto. In altre nazioni, le persone preferiscono utilizzare la comunicazione non verbale e/o un linguaggio meno frontale.

Bisogna sempre sorridere al lavoro?

Per concludere, una riflessione sul sorriso e sulle emozioni. Devi esternare le emozioni, anche a costo di sorridere forzatamente? Magari pensi di fare la cosa giusta accennando un sorriso a chi se lo aspetta. Dopotutto, un viso sorridente è meglio di un'espressione corrucciata. Il sorriso non dovrebbe essere un tratto culturale universale? Sì, ma bisogna essere consci delle sottigliezze culturali che si nascondono dietro un sorriso. Spesso si dice che gli americani sorridono molto. La cultura del sorriso è così radicata che si parla di "sorriso americano": ampio e franco, che svela denti bianchissimi... Sebbene il mercato dello sbiancamento dentale stia andando forte negli Stati Uniti (e altrove), non ha niente a che vedere con il tratto culturale del "sorriso americano".

Negli Stati Uniti, questo sorriso molto presente è legato alla storia migratoria del Paese. Le terre di immigrazione sono quelle in cui si sorride di più, anche sul lavoro. Sorridere facilita la comunicazione e aiuta a instaurare un clima rassicurante tra persone di culture diverse. Negli Stati Uniti le emozioni positive vengono mostrate e valorizzate: gioia, benevolenza, ecc... Di contro, la Francia, pur essendo una terra di immigrazione, è meno propensa in merito. Sorridendo troppo, rischi di indispettire il tuo interlocutore francese. In Cina, invece, sarai percepito come qualcuno di nervoso. Osservando i tuoi superiori e i tuoi colleghi cinesi, noterai che sono meno inclini a manifestare apertamente la propria gioia. In Cina si preferisce esprimere le proprie emozioni con calma e i sorrisi si fanno più discreti.

È inoltre importante distinguere tra sorriso e sorriso. In alcune parti del mondo, il sorriso, lungi dall'essere benevolo, è quasi un modo per affermare la propria superiorità. In altre, invece, il sorriso serve a creare un clima favorevole allo scambio. Sebbene sia importante comprendere le sfumature culturali, c'è chi consiglia di non sforzarsi a sorridere controvoglia: ovviamente bisogna evitare di tenere il broncio di fronte ai colleghi o ai clienti, ma non va bene neanche eccedere in senso contrario. Mostrare le proprie emozioni, a volte, è un vero e proprio gioco di equilibri...