Studiare all'estero nel 2023: aspirazioni, sfide e tendenze in evoluzione

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Pubblicato 2023-07-18 alle 11:00 da Asaël Häzaq
Studiare all'estero è un sogno per molti studenti, in quanto rappresenta una grande opportunità per arricchire il curriculum, gettare le basi per una futura carriera ed esplorare nuovi orizzonti. Com'è cambiato il modo di prepararsi per andare a studiare all'estero nel 2023, in un contesto globale che dà poche sicurezze? L'indagine di Keystone Education Group fa luce sulle aspettative degli studenti internazionali, affrontando questioni importanti come il costo degli studi all'estero, la scelta dei programmi universitari e la motivazione a proseguire gli studi in un'altra nazione. Ecco il punto di vista degli studenti in merito a questi aspetti.

Keystone Education Group, fornitore leader di risorse educative online, ha condotto da gennaio a maggio la sua indagine annuale "State of Student Recruitment 2023", offrendo agli studenti internazionali una piattaforma per condividere le loro opinioni. Hanno partecipato al sondaggio 23.856 studenti, la maggior parte dei quali di età compresa tra i 22 e i 35 anni (51,8%). Il gruppo più numeroso è quello degli studenti di età inferiore ai 21 anni (27,5%), seguito da quelli con più di 36 anni (20,1%). Tra gli intervistati, la maggior parte è rappresentata da persone in possesso di un master (45,7%), seguite da giovani con una licenza professionale (25,6%) e da dottorandi (14,3%). In termini di partecipazione a livello territoriale, l'Africa ha registrato il tasso di risposta più alto (52%), seguita dall'Asia (18%), dall'Europa (14%) e dall'America Latina (7%). Il Medio Oriente, il Nord America e l'Oceania quello più basso, con tassi di risposta del 4% (Medio Oriente e Nord America) e dell'1% (Oceania).

Il Canada si conferma la destinazione preferita dagli studenti internazionali

Il calo di popolarità del Regno Unito tra gli studenti intervistati è attribuibile all'impatto della Brexit e alle recenti politiche adottate nei confronti degli studenti internazionali? Il Paese è calato del 50% rispetto all'anno scorso in termini di popolarità, scivolando in terza posizione. Solo il 14,4% degli intervistati lo considera una delle destinazioni migliori dove studiare. Gli Stati Uniti hanno invece scalato la classifica (8% dei voti in più rispetto al 2022) superando il Regno Unito e conquistando il secondo posto in classifica. 

Il Canada, noto per essere una destinazione di punta tra gli espatriati, conquista anche gli studenti: 16,1% degli intervistati ritiene che sia il posto migliore dove andare a studiare, perché è multiculturale e ha una politica favorevole all'immigrazione.

La Germania, invece, ha registrato un calo del 20% rispetto al 2022. Altri Paesi, come l'Australia, l'Italia, la Francia, i Paesi Bassi, la Svezia e la Spagna (ultima nella top 10), hanno ottenuto delle percentuali di gradimento che vanno dal 5,4% al 2,4%.

Le destinazioni variano in base ai livelli di studio
Per quanto riguarda le destinazioni di studio preferite dai laureandi e da chi frequenta un master/dottorato, i gusti cambiano. Canada, Stati Uniti e Regno Unito restano in cima alla classifica, ma con posizioni diverse. I laureandi preferiscono studiare negli Stati Uniti (20%), seguiti dal Canada (15,8%) e dal Regno Unito (11,3%). Chi segue una formazione post-laurea, preferisce il Regno Unito (18,2%), a seguire il Canada (15,3%) e gli Stati Uniti (14,3%). 

Quest'anno, la percentuale di studenti che dà priorità al Paese come fattore decisionale è aumentata. Nel 2019, solo il 12% considerava questo aspetto, mentre ora la percentuale è salita al 30%. Tuttavia, i programmi di studio continuano a essere il fattore decisionale principale, dato che il 52% degli studenti gli ha attribuito la massima importanza sia nel 2019 che nel 2023. La reputazione della scuola, che contava per il 36% degli studenti nel 2019, è scesa al 18% nel 2023. Gli studenti prediligono programmi che offrono opportunità di stage (36,9%) e che contribuiscono a migliorare il loro CV (23,6%). Per quanto riguarda le scuole, gli studenti danno la priorità alla qualità dell'insegnamento (59,7%) e alle strutture che offrono un equilibrio tra studio e lavoro (45%). Il 43,1% ritiene che la reputazione della scuola sia un fattore importante da considerare.

Si preferisce studiare online dopo il COVID?

Sebbene si studiasse online già prima della pandemia di Covid-19, questa pratica si è diffusa durante la crisi sanitaria per garantire la continuità dei corsi degli studenti internazionali impossibilitati a viaggiare o bloccati a causa dei lockdown. Con la riapertura delle frontiere, e la spinta al ritorno alla normalità da parte di governi e università, lo studio in presenza è tornato a essere la modalità di apprendimento preferita. La maggior parte degli intervistati (70% nel 2022 e 66% nel 2023) preferisce studiare in aula, il 27% si orienta verso una formula di studio in aula e a distanza, e una percentuale minore (8%) predilige i corsi online. Queste cifre rispecchiano le preferenze degli studenti intervistati nel 2022.

L'85% degli studenti intervistati preferisce studiare in inglese, il 6% in francese 6% e il 2% in spagnolo e in tedesco. Sebbene sia fondamentale imparare la lingua del paese ospitante, padroneggiare l'inglese è fondamentale per gli studenti internazionali.

Vantaggi dello studio in presenza
La modalità di studio ibrida sta subendo un calo di popolarità e la maggior parte degli studenti internazionali continua a preferire i corsi in aula. In teoria, gli studi online dovrebbero offrire più vantaggi, perché costano meno e sono più flessibili in termini di orari. In pratica, però, l'apprendimento a distanza ha dei limiti, soprattutto perché non tutti i campi di studio si adattano bene a questa modalità. Le spese associate all'apprendimento online (bollette dell'energia, costi per l'abbonamento a internet, tasse universitarie) possono essere difficili da gestione, soprattutto in questo periodo di inflazione.

Il divario digitale ostacola ulteriormente il percorso di studi online, in quanto l'accesso a internet ad alta velocità non è universalmente disponibile. Le disuguaglianze permangono anche nei Paesi sviluppati: in Francia, ad esempio, alcune regioni non dispongono ancora di una copertura internet affidabile. Anche la posizione dei governi gioca un ruolo importante quando si tratta di studiare online. Basti pensare alla Cina che ha recentemente informato che non riconoscerà più le lauree online ottenute all'estero. La maggior parte delle università nel mondo punta molto sull'insegnamento in presenza, perché ritiene che giochi un ruolo fondamentale nella formazione dei giovani. Studiare all'estero non significa solo acquisire conoscenze, ma anche immergersi in una nuova cultura, in un nuovo modo di pensare e di confrontarsi con le persone.


Le opportunità di lavoro preoccupano gli studenti internazionali
Gli studenti intervistati sono sempre più orientati verso campi di studio che offrono prospettive di carriera durature a livello internazionale. Gli affari e l'amministrazione, unitamente alla salute e all'informatica, sono i settori più popolari. Business e amministrazione hanno ottenuto il punteggio più alto (18,8%), seguiti da salute e medicina (17,4%) e da informatica, scienze e IT (14,5%). Il settore commerciale ha registrato una crescita del 10,7% rispetto al 2022. Quello sanitario, invece, pur rimanendo al secondo posto, ha registrato un calo di interesse dell'8,4% rispetto all'anno scorso. Questo ribasso potrebbe essere attribuito al contesto internazionale, che vede sistemi sanitari in crisi e professionisti allo stremo. 

L'ingegneria è al quarto posto, con un tasso di interesse del 12%. Altri campi, come le scienze sociali, l'amministrazione, la cultura, le scienze umane, le scienze naturali e gli studi ambientali, hanno ottenuto meno del 10% di riscontri. Ciò detto, anche se gli studi puramente amministrativi hanno ottenuto un punteggio relativamente basso (8%), hanno registrato un significativo aumento di popolarità tra gli studenti intervistati, con un tasso di crescita del 24% rispetto al 2022.

I laureandi preferiscono l'informatica, le scienze e l'IT (21,4%) e i settori legati alla salute (21%). Gli studenti di master e dottorato si orientano verso i settori dell'economia e dell'amministrazione (19,5%) e della sanità (16%).

Scegliere un'università all'estero

La maggior parte degli intervistati (81%) si affida alla ricerca online per raccogliere informazioni sulle università e sulle opzioni di studio. Ciò include l'utilizzo di motori di ricerca, inserzioni universitarie, social network e webinar. Sebbene Facebook rimanga una scelta popolare tra gli intervistati (26,5%), Instagram lo supera (27,5%). LinkedIn, un network professionale, è meno utilizzato (17,1%). YouTube, pur essendo all'ultimo posto con l'8,8%, ha registrato l'aumento più significativo dal 2022, con una crescita del 26,3%.

Il processo di ricerca dura in genere alcuni mesi. Nel 2022, quasi la metà degli studenti intervistati (45,4%) ha dichiarato di aver impiegato meno di 6 mesi per trovare un'università. Nel 2023, questa percentuale è salita al 56%. La maggior parte degli studenti vuole iniziare gli studi nello stesso anno in cui effettua la ricerca: il 62,3% nel 2023, con un aumento del 26,1% rispetto all'anno scorso. Solo il 29,4% degli studenti desidera iniziare gli studi all'estero un anno dopo la ricerca, dato che rappresenta un calo del 22% rispetto all'anno scorso. Una percentuale minore di studenti (29,1% nel 2023) impiega dai 6 ai 12 mesi per trovare un'università, rispetto al 35,3% del 2022. Le ricerche che durano più di un anno sono poco frequenti.

Per quanto riguarda la richiesta di iscrizione, quasi la metà degli intervistati (47,9%) ha contattato solo 2 o 3 università. Poco meno di un terzo (22,1%) ha fatto domanda a un numero di università compreso tra 4 e 7, mentre gli studenti che hanno scelto un solo istituto (17,1%) o che hanno fatto domanda a più di 7 (12,9%) sono meno numerosi.

Il costo degli studi all'estero è fonte di preoccupazione per gli studenti internazionali
Studiare all'estero è un desiderio di molti studenti, ma i costi restano una preoccupazione non indifferente. La maggior parte degli studenti intervistati (79%) ritiene che le tasse universitarie incidano in modo pesante sul budget. Per ovviare all'onere finanziario, la maggior parte degli studenti (40,4%) cerca attivamente informazioni sulle borse di studio e sugli aiuti finanziari offerti dalle istituzioni. Sebbene le questioni relative ai visti e all'immigrazione compaiano meno frequentemente nelle richieste di informazioni (11,7%), sono comunque al secondo posto tra le preoccupazioni degli intervistati (46%), il che ne evidenzia l'importanza. È interessante notare che gli studenti sembrano affidarsi meno alle istituzioni per ottenere informazioni su questioni pratiche come il costo della vita e altri dettagli logistici (8,3%), forse perché le risorse di ricerca online sono sempre più diffuse.

Per finanziare gli studi e la vita all'estero, un'ampia percentuale di studenti (65,2%) prevede di lavorare part-time, il 14,9% a tempo pieno. Gli altri non hanno ancora fatto un piano preciso al riguardo.

Decidere se studiare all'estero o meno
Il costo degli studi superiori, soprattutto per gli studenti internazionali, è diventato sempre più gravoso, soprattutto in tempi di crisi. Una percentuale significativa di intervistati (75,5%) ha dovuto interrompere gli studi a causa delle elevate tasse universitarie e il 27% ha deciso di non studiare all'estero perché non può permetterselo. Il 16,5% dice che preferisce studiare nel Paese d'origine per non separarsi dalla famiglia e dagli amici. Un altro aspetto riguarda la sicurezza personale, che preoccupa il 75% degli intervistati e il 38,1% di loro parla esplicitamente di discriminazione razziale. Gli studenti africani, in particolare, esprimono un alto livello di preoccupazione per la loro sicurezza (85%), mentre quelli europei lo sono meno (50%).

Nonostante queste sfide, un gran numero di intervistati (53%) considera che lo studio all'estero possa migliore le loro prospettive di carriera, gettando le basi per una vita all'estero. Questa percezione è leggermente aumentata nel corso degli anni, passando dal 50% del 2021, al 52% del 2022 fino a raggiungere il 53% nel 2023. Il contesto internazionale, tra cui la ripresa economica post-lockdown e la carenza di manodopera, spinge gli studenti a voler fare carriera in nazioni come il Canada, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, il Belgio, la Germania, l'Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.

Altri parametri in crescita sono l'importanza di seguire un piano di studio qualitativamente valido (34% nel 2021 e 35% da allora) e il bisogno di studi a basso costo. La ricerca di opzioni di studio gratuite o economiche ha registrato un incremento significativo, passando dal 16% nel 2021 al 20% dal 2022 in avanti. 

Lo sviluppo personale, la seconda ragione in termini di importanza che spinge gli studenti a studiare all'estero, è leggermente sceso dal 47% del 2021 al 46% del 2023. Il calo è più evidente per indici come la voglia di avventura, che ora attrae solo il 6% degli studenti intervistati, rispetto all'11% del 2021. Anche il desiderio di sperimentare una nuova cultura è diminuito, che interessa solo il 34% degli intervistati nel 2023, rispetto al 46% del 2021.