L'Indonesia stende il tappetto rosso agli espatriati dopo la pandemia

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Pubblicato 2022-06-28 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Come la maggior parte dei Paesi, anche l'Indonesia guarda al futuro nell'era (post) Covid. Per dare nuovo vigore alla sua economia, il Governo sta introducendo delle misure per rilanciare il turismo, ora che l'estate è iniziata, e per attrarre espatriati e nomadi digitali.

Visto per nomadi digitali in Indonesia: presto una realtà?

E' l'annuncio che molti nomadi digitali stavano aspettando. Fino a questo momento se ne era solo parlato, dato che sempre più Paesi nel mondo offrono visti di questo tipo. La conferma è arrivata dal ministro del Turismo e dell'Economia indonesiano, Sandiaga Uno. In una videoconferenza, ha informato che il Governo sta valutando il lancio di un visto di 5 anni per nomadi digitali, dedicato a lavoratori a distanza e telelavoratori. Tutto fa pensare che il progetto si concretizzerà. Sandiaga Uno ha riportato i dati di un'indagine che evidenziano il forte interesse che gli stranieri hanno nei confronti dell'Indonesia. Secondo questo studio, il 95% dei lavoratori a distanza afferma che l'Indonesia (soprattutto Bali) è tra le destinazioni di punta per lavorare all'estero.

La crisi sanitaria ha decisamente cambiato l'organizzazione del lavoro. Il nomadismo digitale e il telelavoro erano presenti già prima del Covid-19, ma in maniera meno massiccia. Solo pochi Paesi e poche aziende incoraggiavano questa pratica, ma oggi tutto è cambiato. Sempre più nazioni puntano sui lavoratori a distanza per aumentare la loro attrattiva. Stessa tendenza per le grandi imprese che operano soprattutto nel settore dei servizi. Spotify, Reddit, Twitter, Vista, HubSpot, Coinbase, SAP, Altassian, Aquent, 3M, Airbnb o Brex Inc. reclutano lavoratori al 100% a distanza . Per queste aziende, l'annuncio del Ministro indonesiano è una manna dal cielo. Il Paese è infatti uno dei preferiti di turisti ed espatriati, grazie al suo stile di vita. Bali, Ubud, Batu, Bandung e Malang sono tra le città più belle dell'Indonesia.

Allentamento delle restrizioni Covid e apertura agli stranieri

Il Governo indonesiano vuole rilanciare il turismo. Il paese è in crescita costante dal 2015. In quell'anno ha accolto più di 10 milioni di turisti e la tendenza si è mantenuta stabile, o è cresciuta, nei quattro anni successivi. I dati parlano di 11.5 milioni nel 2016, 10 milioni nel 2017, 15.8 milioni nel 2018 e 16.11 milioni nel 2019. Nel 2020, con la pandemia, il flusso si è interrotto drasticamente. Fino ad allora, il settore turistico aveva fruttato 16.4 miliardi di euro, ovvero l'1,6% del PIL (dati 2019). Con l'allentamento delle restrizioni in ingresso, il Governo spera di rilanciare il turismo. Ad aprile di quest'anno sono arrivati più di 100.000 turisti. 

Dall'8 giugno di quest'anno, non è più obbligatorio stipulare un'assicurazione sanitaria per viaggiare in Indonesia. Le autorità sanitarie indonesiane ritengono che la situazione nel Paese, e nel mondo, sia abbastanza stabile da consentire una riduzione delle restrizioni. Il 61,5% della popolazione indonesiana è completamente vaccinato (due dosi) e allo stato attuale si registrano in media tra 800 e 1.000 casi al giorno. L'inquietante aumento del "vaiolo delle scimmie" non sembra preoccupare le autorità. 

Industria, edilizia, apertura al digitale: i settori chiave dell'Indonesia

L'Indonesia vuole andare oltre la sua immagine di destinazione turistica. Sole, mare e spiaggia restano un'interessante attrattiva ma anche industria, commercio, costruzioni e agricoltura sono in espansione. Il Governo punta a rilanciare l'economia locale allo scopo di attrarre investitori. Il settore industriale rappresenta il 19% del PIL nazionale, una cifra in crescita del 3,4% che, contrariamente a quanto si pensa, contribuisce all'economia del Paese molto più del turismo. L'agricoltura incide sul PIL per il 13% (+1,9%), l'edilizia per il 10% (+2,8%). L'Indonesia avanza anche nel settore della digitalizzazione (4,4% del PIL) e investe nell'informazione e nella comunicazione (+6,8% del PIL). Sono tutti settori chiave che possono attrarre lavoratori a distanza. Il mondo digitale è in continua evoluzione e l'Indonesia vuole giocarsi tutte le sue carte.

E sta già funzionando. L'anno scorso gli investimenti sono aumentati (+3,8%) fino a raggiungere il 31% del PIL. Idem per il commercio estero. L'Indonesia registra un leggero surplus commerciale (0,4%), una condizione favorevole alla crescita del PIL. Dopo il calo del 2020 (-2,07%), il PIL indonesiano è in ripresa (3,69%). Per il Governo, questi dati testimoniano una buona ripresa economica del Paese e contribuiscono a rafforzare la sua posizione di destinazione di punta per nomadi digitali e  lavoratori a distanza.