Nuova politica migratoria per gli Stati Uniti di Biden

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  • New York USA
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Pubblicato 2021-03-10 alle 00:00 da Maria Iotova
Il quarantaseiesimo presidente americano, Joe Biden, si è impegnato a riformare il sistema di immigrazione ereditato da Trump, auspicando sia di reinstillare nelle comunità americane l'orgoglio della diversità sia di attirare professionisti stranieri di talento per far crescere l'economia.

Nel frattempo, i casi di Covid-19 negli Stati Uniti hanno raggiunto il livello più basso dallo scorso ottobre, e l'interesse degli espatriati verso questa destinazione è in ripresa, sempre che non sopraggiunga una quarta ondata del virus.

Le politiche sull'immigrazione di Biden

Le politiche sull'immigrazione di Joe Biden sono state descritte come "le più progressiste" che l'America abbia mai sperimentato. Il nuovo Presidente sta cambiando la narrativa dell'immigrazione alle radici, accogliendo gli immigrati ed auspicando di eradicare le cause della migrazione irregolare. Allo scopo, ha aumentato il numero di rifugiati a cui sarà permesso entrare negli Stati Uniti ogni anno, passando dal minimo storico di 15.000 della legislazione Trump, a 125.000, il numero più alto dai tempi del presidente George H. W. Bush.

Tra i suoi piani pre-elettorali figurava la volontà di aumentare, o diminuire, l'emissione delle green cards in funzione del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti. Un'altra mossa prevedeva il ricongiungimento familiare tra titolari di green card e coniugi/figli minori all'estero, esentandoli dall'obbligo di ottenere la carta verde. 
Attualmente, gli USA assegnano 140.000 carte verdi all'anno, di cui più della metà sono destinate ai familiari a carico. Se questi ultimi non dovessero più averne bisogno, ne resterebbero molte di più da assegnare ai professionisti stranieri. Biden vuole anche introdurre un visto temporaneo dedicato a chi vuole vivere e lavorare negli Stati Uniti mentre attende la residenza permanente.

Circa la cittadinanza, Biden si impegna a migliorare il processo di naturalizzazione per i titolari di carta verde che, durante l'amministrazione Trump, avevano visto sfumare il loro diritto al voto e alla cittadinanza. Lavorerà inoltre per snellire le pratiche per l'ottenimento della cittadinanza e per rimuovere le onerose tasse da pagare per la naturalizzazione. Da ultimo, ma non meno importante, Biden ammette che il sistema americano che regola l'impiego a tempo determinato andrebbe rivisto perchè, allo stesso attuale, spinge i datori di lavoro ad aggirare le misure legali assumendo personale in nero. 

Cosa è cambiato con Biden

La scorsa settimana Biden ha revocato il congelamento sulle carte verdi e sui visti di lavoro attuato durante il Covid-19 per evitare di gravare sul mercato del lavoro locale. Questa misura aveva impedito ai titolari di visto, e ad altri immigranti legali, di entrare negli Stati Uniti. Biden ha deciso di revocare la Proclamation 10014 di Trump, affermando che "non promuove gli interessi degli Stati Uniti". Biden sostiene che la Proclamazione 10014 ha impedito alle famiglie di riunirsi, ha danneggiato chi nel 2020 ha ottenuto visti di immigrazione con la Diversity Visa Lottery ed ha bloccato il flusso di talenti internazionali nel Paese.  L'annullamento della proclamazione di Trump da parte di Biden apre le porte degli Stati Uniti a migliaia di persone le cui vite erano in sospeso. Inoltre, le aziende statunitensi possono tirare un sospiro di sollievo dato che la mobilità internazionale sarà restaurata.

Il 20 gennaio Biden ha inviato al Congresso un disegno di legge sull'immigrazione -denominato US Citizenship Act del 2021- per sostenere la cittadinanza di circa 11 milioni di immigrati, privi di documenti, residenti sul territorio americano. Il disegno di legge mira a riparare il sistema immigratorio americano, garantendo maggiori opportunità a chiunque si trovi nel Paese e viva lavorando onestamente. Per diventare legge, deve essere approvato dalla Camera e dal Senato.

Politica dei visti durante Trump

Inutile negare che la politica sull'immigrazione durante la presidenza Trump sia stata severa, con la chiusura dei confini con il Messico e una politica restrittiva che ha bloccato la libertà di movimento delle persone. Nel tentativo di salvaguardare il mercato del lavoro americano durante la pandemia, Trump ha perseguito la linea del "Buy American and Hire American" (compra americano e assumi americani), che si è dimostrata dannosa per gli interessi economici della nazione.
I visti interessati dalle varie Proclamazioni di Trump durante il Covid-19 sono:

  • Il visto H-1B, che consente ai datori di lavoro statunitensi di assumere a tempo determinato professionisti stranieri in ambito di: biotecnologia, medicina, chimica, fisica, informatica, architettura, ingegneria, statistica, giornalismo, economia, istruzione, ricerca, legge, contabilità, teologia, arti. Trump aveva proposto una legge per ridurre i posti di lavoro dedicati a questi profili ma Biden l'ha revocata. 

  • Il visto H-2B, che consente ai datori di lavoro statunitensi di assumere personale straniero per lavori non agricoli a tempo determinato o per occupazioni stagionali. Per assegnare questo visto, i datori di lavoro devono dimostrare che non c'è manodopera locale disponibile e che l'impiego di espatriati non influenzerà negativamente gli stipendi e le condizioni di impiego degli statunitensi.

  • Il visto J-1 (non-immigrant visa) per chi partecipa a programmi di scambio per studio o lavoro. 

  • Il visto L-1 per i dipendenti di una società internazionale con uffici sia negli Stati Uniti che all'estero, che consente agli espatraiti il trasferimento nell'ufficio statunitense della società. I coniugi dei titolari di visto L-1 possono lavorare negli Stati Uniti (con un visto L-2) e il visto L-1 può portare all'ottenimento della carta verde.

Nonostante l'inversione di marcia di Biden, gli ingressi con visto temporaneo sono bloccati fino al 31 marzo.