Nuova Zelanda: una ripresa dell'immigrazione prevista per il 2023

Vita quotidiana
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Pubblicato 2022-12-20 alle 06:55 da Asaël Häzaq
La Nuova Zelanda ha bisogno di immigrati qualificati per rilanciare la sua economia. Dopo aver subito le conseguenze della sua politica di zero Covid, il Paese ha ufficialmente eliminato tutte le restrizioni lo scorso settembre. Perché l'immigrazione è fondamentale per la Nuova Zelanda? Quali misure ha adottato il governo per attirare i lavoratori stranieri?

Buone prospettive per l'immigrazione in Nuova Zelanda

Kiwibank, una società bancaria di proprietà del governo neozelandese, ha recentemente pubblicato uno studio che prospetta un aumento significativo dell'immigrazione nel 2023. Secondo le previsione di Jarrod Kerr, responsabile della banca, l'anno prossimo la Nuova Zelanda potrebbe accogliere oltre 30.000 immigrati, una buona notizia per le aziende che soffrono a causa della carenza di manodopera.

L'immigrazione è un motore importante per la crescita della Nuova Zelanda. Dopo il COVID, lo sviluppo economico del Paese è stato messo a dura prova, registrando una contrazione dello 0,3% nel 2020. Secondo i dati del governo, nel marzo 2020, poco prima della crisi del COVID, gli immigrati erano quasi 500.000. La crescita relativamente buona del 2021 (+3,7%) è stata più che altro un recupero rispetto al 2020. A luglio di quest'anno, il numero di immigrati è sceso a circa 360.000 immigrati, ma ora sta salendo. Di fronte a questa situazione, la Nuova Zelanda ha deciso di lanciare una serie di misure per incentivare l'immigrazione.

Aumento dell'immigrazione e inflazione 

Lo studio solleva una domanda cruciale: "L'inflazione sta ostacolando l'immigrazione?". A luglio, l'inflazione su base annua è salita al 7,3%, il tasso più alto registrato in oltre 30 anni. Tra i motivi, l'aumento dei prezzi dei carburanti, degli alloggi e dei generi alimentari. Ma la Banca Centrale della Nuova Zelanda sta cercando di arginare il problema. Come molte altre banche nazionali, ha alzato il tasso di interesse di riferimento al livello più alto degli ultimi sei anni. Con scarsi risultati, a quanto pare, soprattutto quando il tasso di inflazione osservato a ottobre ha raggiunto il 7,2% su base annua.

Nel suo studio, Kiwibank sottolinea anche i problemi che l'immigrazione può generare durante una crisi. È il momento giusto per ricorrere alla manodopera straniera quando le catene di approvvigionamento sono paralizzate e i prezzi delle case sono alle stelle? "Sì", afferma Kerr. L'immigrazione ha avuto, e continua ad avere, un impatto positivo sulla Nuova Zelanda. L'errore che fanno in molti è quello di guardare solo all'aspetto economico: il bisogno di lavoratori. Ma gli espatriati in Nuova Zelanda non sono solo una forza lavoro di riserva. Sono anche indispensabili per la crescita demografica.

L'immigrazione è fondamentale per il futuro della Nuova Zelanda 

Come molti altri Stati, la Nuova Zelanda sta vivendo una crisi demografica. Secondo Stats NZ (agenzia governativa di statistica) a partire dagli anni 2000, il numero di persone con più di 65 anni è cresciuto più velocemente rispetto a quello tra 0 e 14 anni. Nel 2022, gli abitanti con più di 65 anni sono 840.200, quelli da 0 a 14 anni sono 964.300, i 40-64enni sono 1.589.500 e i 15-39enni sono 1.730.100. Si tratta di dati preoccupanti per una popolazione stimata in 5,1 milioni di persone.

I giovani lavoratori sono coloro che sostengono gli anziani. Una forza lavoro giovane ridotta significa meno crescita, meno soldi per finanziare le pensioni e il sistema sanitario. Gli immigrati sono una soluzione all'invecchiamento della popolazione. Il Paese cerca soprattutto stranieri attivi (per richiedere la residenza bisogna avere meno di 55 anni), in buona salute e qualificati. Questo spiega gli incentivi elargiti dal governo per attirare stranieri qualificati.

La strategia della Nuova Zelanda ad attirare gli stranieri

A partire dal 2021, il governo ha lanciato diversi progetti per incentivare l'immigrazione e attrarre talenti stranieri. La politica "zero covid" del governo ha avuto un forte impatto sugli stranieri. Molti se sono andati e non hanno fatto ritorno o si sono trasferiti in un altro Paese. Per fronteggiare queste perdite, il Paese ha riaperto le frontiere un po' prima del previsto.

La Nuova Zelanda si sta impegnando per offrire migliori condizioni di vita agli stranieri. Nel novembre del 2021 ha lanciato il "visto per residenti 2021 One-Off", un nuovo visto che consente alle persone che già si trovano in Nuova Zelanda di chiedere la residenza. Secondo le stime del governo, questo visto ha interessato circa 165.000 individui, tra cui più di 5.000 operatori sanitari, 15.000 lavoratori edili e oltre 800 insegnanti. L'ex Ministro dell'Immigrazione Kris Faafoi (ora Ministro della Giustizia) ha dichiarato: "Tutte queste persone hanno svolto un ruolo importante per la crescita del nostro Paese negli ultimi 18 mesi".

Nuovi visti di lavoro per incentivare l'immigrazione

Originariamente prevista per il 1° novembre 2021, la riforma dei visti è stata posticipata all'estate del 2022. Il governo ha creato un nuovo visto per "datore di lavoro accreditato", che sostituisce il visto per "competenze essenziali". A luglio, sono state introdotte tre nuove categorie di visto per agevolare le aziende nell'assunzione di lavoratori stranieri per posizioni qualificate difficili da coprire: "straight to residence", "work to residence" e "highly paid".

A settembre, le autorità si sono rivolte agli investitori stranieri lanciando il visto Active Investor Plus, che sostituisce i visti di residenza Investor 1 e 2. Questo visto ha l'obiettivo di stimolare gli affari e le imprese, incentivando la loro produttività attraverso gli investimenti esteri. Lo scorso ottobre, la Nuova Zelanda ha ripristinato due categorie di visti: "migrante qualificato" e "genitore" e ha aumentato lo stipendio medio da 26,66 dollari neozelandesi a 27,26 dollari neozelandesi (in vigore dal 2023). L'obiettivo è sempre lo stesso: attrarre immigrati qualificati e favorire la crescita. Questo dimostra l'importanza dell'immigrazione come soluzione ai problemi demografici ed economici della Nuova Zelanda.