Cosa rischiano gli studenti internazionali che fanno un uso non etico dell'intelligenza artificiale?

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    Vadym Pastukh / Shutterstock.com
Pubblicato 2023-05-19 alle 10:00 da Ameerah Arjanee
Il chatbot di intelligenza artificiale ChatGPT ha generato molte polemiche nel mondo accademico fin dal suo lancio, alla fine del 2022. La linea di demarcazione tra ricerca originale e plagio è sempre meno nitida e le università non sanno bene come muoversi. Alcune ne hanno severamente vietato l'utilizzo mentre altre non si sono ancora espresse in merito. Per gli studenti internazionali il pericolo è dietro l'angolo: se accusati di plagio, possono perdere il visto studentesco e, di conseguenza, il diritto di soggiorno nel Paese.

Che uso fanno gli studenti di ChatGPT?

Gli studenti, sia quelli che frequentano le scuole superiori sia quelli che vanno all'università, utilizzano ChatGPT in vari modi. 

Gli studenti di informatica lo usano per scrivere codici, quelli di scienze naturali per misurare i livelli di variabilità biomedica. Nella fase di ricerca per la stesura di un saggio, molti chiedono al bot di indirizzarli verso le fonti più pertinenti. Alcuni si spingono oltre chiedendo al bot di scrivere il testo per intero, rischiando il plagio. Altri lo usano per esercitarsi in prove standardizzate come il GRE e il TOEFL. 

Gli studenti internazionali spesso frequentano corsi che non sono nella loro lingua madre o nella lingua principale di studio. Spesso soffrono di quella che la docente americana Elaine Kolker Horwitz definisce "ansia da lingua straniera", che mina il loro successo accademico. L'ansia da lingua straniera li porta a ridurre al minimo la loro partecipazione alle lezioni e a rendersi "invisibili", a esitare nel chiedere aiuto ai professori e, soprattutto, a dubitare delle loro capacità quando devono scrivere dei testi in una lingua straniera. 

Esistono diversi strumenti per aiutare gli studenti internazionali a scrivere in una lingua straniera. Siti web/applicazioni come Grammarly, ProWritingAid, Hemingway App e WhiteSmoke aiutano a verificare la presenza di errori grammaticali e refusi, migliorando la fluidità del testo. Altri siti web come Linguee e Reverso contestualizzano l'uso dei vocaboli, in base alla situazione, avvalendosi dell'ausilio di film e siti web di notizie.

Il mondo accademico consente l'uso delle piattaforme e delle applicazioni citate sopra, classificandole come strumenti che aiutano gli studenti al pari di una calcolatrice - non li sostituiscono nel fare il grosso del lavoro.
Alcuni usi di ChatGPT, di contro, potrebbero non essere ammessi. Se, per esempio, fai scrivere al bot un saggio in una lingua straniera o se gli fai codificare dei documenti, potresti essere sospeso o addirittura espulso per cattiva condotta.

Perché l'uso di ChatGPT può compromettere il percorso di uno studente internazionale?

Tutte le università hanno un codice di condotta e impongono delle regole. Nella maggior parte dei casi sono elencate sul sito web dell'ateneo e in alcuni casi vengono inserite in un documento da firmare all'inizio del corso. Se sei uno studente internazionale devi conoscere queste regole per evitare di avere problemi non solo con l'università, ma anche con la legge.

Ogni università applica regole più o meno severe su questioni come l'uso di alcolici/droghe all'interno campus, l'assenteismo e la frode. In caso di violazione del codice di condotta lo studente viene espulso, il suo visto annullato e deve lasciare il Paese. In casi come questo, l'università entra in contatto con l'ufficio immigrazione per informare che lo studente straniero in questione non frequenta più l'istituto. L'immigrazione provvede quindi all'espulsione.

Trattandosi di una novità assoluta, molte università hanno regolamentato l'uso del bot solo di recente o stanno per farlo. A Hong Kong, la Chinese University of Hong Kong e la Baptist University hanno entrambe dichiarato esplicitamente che l'utilizzo del bot, senza l'autorizzazione del professore, influirà negativamente sui voti, fino a portare alla sospensione o all'espulsione dal corso. In Francia, la prestigiosa Science Po ha vietato il bot a gennaio.

Alcune università ammettono parzialmente l'uso dello strumento per alcuni corsi, previa autorizzazione del docente. La Tufts University (Stati Uniti), ad esempio, vieta l'utilizzo di ChatGPT nei corsi base di informatica e di ingegneria, ma lo consente per alcuni corsi avanzati di ingegneria, a patto che gli studenti presentino un resoconto delle loro interazioni con il bot.

Se ti avvali di ChatGPT con il permesso del professore, soprattutto in caso di operazioni di ricerca o per trovare fonti accademiche, puoi aggiungere il bot alla bibliografia, così come faresti per un'enciclopedia. Questo è un uso etico del bot. 

Se lo utilizzi senza autorizzazione, fai attenzione! Uno studente di Princeton ha recentemente creato un altro software, GPTZero, in grado di rilevare se un saggio è stato scritto da ChatGPT. È probabile che in futuro nascano altri modi per rilevare l'uso di ChatGPT. E' ovvio che, se uno studente consegna un compito scritto in inglese perfetto, quando in precedenza aveva dimostrato scarse abilità, il professore se ne accorgerà facilmente. Dato che il bot è ancora in fase di sviluppo, potrebbe produrre dei testi privi di senso, anche se apparentemente ben strutturati. Questo vale soprattutto per i saggi di materie artistiche e umanistiche, i cui contenuti possono essere difficilmente prodotti da una fonte di intelligenza artificiale.

Un uso non etico di ChatGPT può mettere a repentaglio la tua esperienza di studente all'estero. Il rischio di essere scoperto esiste. Se commetti un passo falso potresti essere obbligato a lasciare l'università e il Paese.