Gli Stati Uniti aumentano il costo dei visti

Vita quotidiana
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Pubblicato 2023-04-07 alle 12:00 da Asaël Häzaq
Vivere il sogno americano costerà di più? Le autorità statunitensi hanno appena aumentato le tariffe per alcuni visti. Una misura che considerano essenziale per continuare a erogare i loro servizi. Ma quale sarà l'impatto sull'espatrio e sull'attrattività del Paese?

Le tariffe dei visti statunitensi aumenteranno del 15%

Martedì 28 marzo, il Dipartimento di Stato ha annunciato che le tariffe per il rilascio di alcuni visti per non immigrati (visti NIV) aumenteranno del 15%. Pubblicata lo stesso giorno nel Federal Register, la misura entrerà in vigore a partire dal 30 maggio 2023.

I visti interessati sono diversi, a partire da quelli per turisti e studenti, che passeranno da 160 a 185 dollari. Anche i lavoratori temporanei dovranno pagare di più. Richiedere un visto di lavoro H (compreso il famoso visto H-1B) costerà 205 dollari, rispetto ai 190 dollari attuali. Lo stesso aumento riguarda i visti L (trasferimento aziendale), O e P (per sportivi o artisti con capacità eccezionali), Q (professori, insegnanti, tirocinanti) e R (per religiosi). I visti per investitori (categoria E) passano da 205 a 315 dollari.

Perché questi aumenti? Le autorità americane calcolano le tariffe per i visti in base al costo dei servizi di gestione. Le tariffe vigenti sono le stesse dal 2014, alcune addirittura dal 2012. Per il personale che eroga i servizi, di contro, il carico di lavoro è aumentato, con un impatto significativo sulle tempistiche per il rilascio dei diversi permessi. 

Gli Stati Uniti continuano ad attrarre gli espatriati

L'aumento delle tariffe per il rilascio dei visti, potrebbe essere un deterrente per chi vuole trasferirsi? Secondo il Dipartimento di Stato, no, perchè riconosce "il ruolo vitale dei viaggi internazionali per l'economia degli Stati Uniti". I viaggi continueranno anche quest'anno, nonostante tutto. Il piano anti-inflazione di Joe Biden, che prevede oltre 450 miliardi di sovvenzioni per gli industriali che si trasferiscono negli Stati Uniti, ha senza dubbio rafforzato l'attrattiva del Paese. Approvato nell'agosto del 2022, il piano sta facendo sudare freddo le altre economie del mondo, a partire dall'Unione Europea.

Gli Stati Uniti sono e restano una terra di immigrazione. Il numero di immigrati, che aveva subito un crollo a causa del Covid, ha ripreso a salire. Nel 2020 sono stati rilasciati 447 milioni di visti di lavoro (H1B, H2B, H4) e 240 milioni di visti per studenti. Le cifre sono scese a 201 milioni di visti di lavoro e 149 milioni di visti per studenti nel 2021. Nel 2022, però, sono aumentate: sono stati emessi 543 milioni di visti di lavoro e 259 milioni di visti per studenti. Più che un boom, si tratta di un ritorno al periodo pre-pandemia.

Il numero di lavoratori stranieri negli Stati Uniti è in costante crescita. A partire dal 2010 ha superato i 400 milioni. Dal 2015 in poi, la soglia ha raggiunto i 500 milioni e pare non si voglia arrestare. Il Covid ha interrotto la curva di crescita per 2 anni, che ora ha ripreso i livelli pre-pandemia. Il numero di visti rilasciati nel 2022 è molto vicino a quello del 2019 (566 milioni). 

Città che continuano ad attrarre lavoratori stranieri

San Jose, Sunnyvale, Santa Clara (California), Pittsburgh (Pennsylvania), Jackson (Mississippi), Baltimora, Columbia, Towson (Maryland), Seattle, Tacoma, Bellevue (Washington): sono solo alcune delle nuove aree metropolitane dove si trasferiscono gli stranieri. Cosa hanno in comune? Sono più piccole di megalopoli come New York o Los Angeles. Si tratta di un fenomeno che gli analisti osservano da alcuni anni. Gli immigrati preferiscono le città di piccole e medie dimensioni ai grandi agglomerati urbani. Paradossalmente, offrono più opportunità di affermarsi nel mondo del lavoro.

Espatrio: focus sulla Cintura del Sole

La Sun Belt comprende le città degli Stati meridionali degli USA e si estende fino alla Florida.

Pittsburgh, centro di medie dimensioni, incarna in pieno il successo di questa parte dell'America. Nel 2022, si è classificato al 13° posto nel mondo per le start-up emergenti. Questo dato può destare stupore perchè non si pensa necessariamente a città come Pittsburgh quando si parla di innovazione, imprenditorialità e tecnologia. Se la storica Silicon Valley e New York rimangono l'ecosistema di riferimento, è proprio in queste città di medie dimensioni che si stanno sviluppando ulteriori centri.

Sulla scia di Pittsburgh, anche Detroit e Chicago fanno notizia, merito della presenza di grandi aziende che si sono installate sul territorio. In Pennsylvania (dove si trova Pittsburgh) ci sono diverse imprese che contano più di 10.000 dipendenti: PNC Financial Services, Howmet Aerospace, The Kraft Heinz Company e Highmark Health.

Lo scorso gennaio, Chicago ha offerto lavoro a tutti i professionisti del settore Tech che erano stati licenziati in altre zone del Paese. In città ci sono colossi economici del calibro di Caterpillar e TransUnion. Chicago vuole imporsi come nuovo polo tecnologico.

Leader nel settore degli investimenti esteri  

A inizio anno, Investing in America - pubblicato dal Financial Times e dal Nikkei - ha classificato Miami come la città che attira più investimenti esteri. Il FMI ritiene che l'attrattiva della città si estenda anche all'intero Paese. Il 7 dicembre 2022, un'indagine pubblicata dal FMI ha rivelato che gli Stati Uniti sono la prima destinazione per gli investimenti diretti esteri (IDE). Si contende il podio con la Cina, a seconda che si includa o meno Hong Kong. Nel 2021, la Cina continentale ha ricevuto 3.578 miliardi di dollari di IDE, contro i 4.977 miliardi degli Stati Uniti. Ma se la performance di Hong Kong dovesse aggiungersi agli IDE della Cina, allora per quest'ultima la cifra salirebbe a 6.891 miliardi di dollari.

I dati positivi sugli investimenti diretti esteri negli Stati Uniti, e il piano anti-inflazione, incoraggeranno presumibilmente le aziende a stabilirsi negli Stati Uniti. Questo è un ulteriore incentivo per gli stranieri che desiderano trasferirsi negli Stati Uniti per lavoro.

Link utili in inglese:

Apply for Nonimmigrant Visas to the U.S.

U.S. Department – Temporary Workers Visas

USA.gov: find a job

USA JOBS : The Federal Government's official employment site