Il Regno Unito potrebbe limitare il diritto al lavoro dopo la laurea: quali ripercussioni sugli studenti internazionali?

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Pubblicato 2023-03-01 alle 00:00 da Ameerah Arjanee
Il Times riporta che il Ministero degli Interni britannico sta valutando la possibilità di ridurre, da 2 anni a 6 mesi, il diritto degli studenti stranieri di lavorare sul territorio dopo la laurea. Se le misure fossero applicate, per questi ultimi le possibilità di fare carriera in Gran Bretagna si ridurrebbero drasticamente. Questa decisione fa seguito a diversi dibattiti governativi, in corso dalla fine del 2022, che interessano gli studenti internazionali. 

Cos'è il Graduate Visa?

Nel 2012, David Cameron, il Primo Ministro dell'epoca, eliminava il diritto automatico al lavoro dopo la laurea per gli studenti internazionali, nel tentativo di arginare il fenomeno dell'immigrazione. Nel luglio del 2021, il governo di Boris Johnson - dello stesso partito conservatore di Cameron - decideva di ripristinare questi diritti introducendo il Golden Visa.

Questo visto dà a tutti gli stranieri, laureati in una università britannica, il diritto automatico di rimanere nel Regno Unito per 2 anni dopo gli studi. Non hanno bisogno di un'offerta di lavoro, possono lavorare al di fuori del loro settore di specializzazione (tra cui ospitalità, vendita al dettaglio o assistenza alla persona) e le persone a loro carico (coniuge, figli) hanno diritto di soggiorno.

Con la creazione del Visto per laureati, sono aumentate le richieste da parte di studenti extracomunitari. L'obiettivo del governo britannico, per il 2022, era quello di attirare 600.000 studenti internazionali, ma secondo l'Higher Education Statistics Agency le iscrizioni sono state 680.000. Il target è stato superato di quasi 100.000 unità.

L'aumento più significativo delle iscrizioni si è registrato tra gli studenti nigeriani e indiani. Il consulente per l'istruzione Total Student Care riporta che quasi 66.000 nigeriani sono venuti a studiare nel Regno Unito nel 2022, contro gli 8.000 circa del 2019. The PIE News riporta che anche le domande degli studenti americani sono moderatamente cresciute da quando è stato lanciato il Graduate Visa. Circa 7.000 americani hanno presentato domanda attraverso la piattaforma UCAS (Universities and Colleges Admissions Service) nel 2021, rispetto a 4.000 circa del 2019.

Il Graduate Visa è utile sia ai futuri espatriati che per l'economia britannica

Le tasse universitarie a carico degli studenti internazionali nel Regno Unito sono tra le più alte al mondo. Per il prossimo semestre, si aggirano tra le 15.000 e le 32.000 sterline all'anno. Il sacrificio a livello finanziario ha una ragione d'essere se, dopo gli studi, questi giovani hanno la garanzia di lavorare nel Regno Unito per un paio d'anni. Sia la Nigeria che l'India, ad esempio, hanno valute molto meno forti della sterlina. Lo sforzo di questi ragazzi è spesso maggiore rispetto ai loro coetanei americani o europei.

Alan Manning, professore di economia presso la London School of Economics, scrive sul sito Electronic Immigration Network che guadagnare in sterline lavorando part-time durante gli studi, e poi a tempo pieno per almeno due anni dopo la laurea, è sufficiente per ammortizzare i costi dell'istruzione. Sottolinea che "le università britanniche non vendono solo istruzione ma anche, in parte, permessi di lavoro".

Manning sottolinea inoltre che le elevate tasse universitarie pagate dagli studenti internazionali finanziano a loro volta l'istruzione dei cittadini britannici (che pagano il 50% in meno) e la ricerca condotta in queste università. Il Russell Group, che raggruppa le migliori università di ricerca britanniche, ha analizzato l'impatto economico che gli studenti internazionali hanno sul Regno Unito. È emerso che, in media, ogni studente genera un totale di 132.000 sterline a favore dell'economia britannica. 

Limitare i diritti al lavoro dopo lo studio potrebbe essere un duro colpo per gli studenti internazionali 

Come pensa di modificare questo visto Suella Braverman, il Ministro degli Interni in carica? Il Times riporta che sta spingendo per ridurre in modo drastico la durata del diritto di soggiorno per lavoro dopo la laurea, da 2 anni a sei mesi.

Come già detto, l'anno scorso la Gran Bretagna ha accolto quasi 100.000 studenti internazionali in più rispetto alle previsioni. Dare un giro di vite al Graduate Visa potrebbe garantire che il numero di studenti rimanga entro l'obiettivo desiderato. Il piano del Ministro dell'Interno è quello di ridurre l'immigrazione netta e per farlo cercherebbe anche di diminuire il numero di studenti internazionali. Nel 2022, il Regno Unito ha accolto 504.000 nuovi espatriati, 331.000 in più rispetto all'anno precedente. 

Il Times scrive che i funzionari del Ministero dell'Interno affermano che gli studenti internazionali che conseguono lauree di "basso livello" saranno quelli più colpiti. Potrebbero essere negata loro la possibilità di trasferirsi con persone a carico. Non è chiaro quali lauree siano considerate "di scarso valore", ma si suppone che siano quelle artistiche/umanistiche e quelle non inerenti alla scienza, alla tecnologia o alla finanza. Potrebbero essere prese di mira anche le università più piccolen che non fanno parte del Gruppo Russell o che non sono quotate a livello mondiale. In genere, applicano tasse più basse rispetto alla media. 

Alla fine del 2022, il Primo Ministro Rishi Sunak accennava alla possibilità di accettare solo studenti stranieri intenzionati a iscriversi nelle università più prestigiose. Al tempo, molti enti di istruzione superiore avevano condannato questa proposta, affermando che sarebbe stata una catastrofe finanziaria per le altre università.

La proposta del Ministro degli Interni di limitare il diritto al lavoro dopo lo studio sta suscitando la stessa reazione, non solo nel settore dell'istruzione superiore, ma anche all'interno del governo stesso. Il Dipartimento dell'Istruzione, il Tesoro, il Dipartimento per le Imprese, l'Energia e la Strategia Industriale, e il Dipartimento per il Commercio Internazionale, si oppongono ala mozione.

Gillian Keegan, il Ministro dell'Istruzione, ha dichiarato al Financial Times che gli studenti internazionali danno una spinta economica "di enorme valore" al settore dell'istruzione superiore. Ritiene che le università britanniche siano "una grande vetrina per il Paese" e che questa brusca inversione di rotta danneggerà la sua reputazione internazionale.

Il direttore di Universities UK International, Jamie Arrowsmith, dichiara a The PIE News che questa mossa metterà in cattiva luce la Gran Bretagna, favorendo altre destinazioni note per accogliere studenti internazionali. L'Australia, ad esempio, dove le tasse universitarie sono leggermente più alte rispetto al Regno Unito, permette agli studenti internazionali di lavorare sul territorio da 2 a 5 anni dopo la laurea. Sei mesi non possono certo competere con questo incentivo.

Gli studenti internazionali che sono entrati nel Regno Unito negli ultimi anni potrebbero trovarsi di fronte a un futuro incerto. Se non riuscissero a trovare un lavoro altamente qualificato e attinente al loro titolo di studio entro 6 mesi dalla laurea, potrebbero rischiare l'espulsione. Per il momento, gli studenti internazionali possono accettare qualsiasi lavoro - ripetizioni, assistenza agli anziani - fino a quando non trovano un impiego adeguato alle loro competenze. Chi ha contratto ingenti prestiti per andare a studiare nel Regno Unito, contando in seguito di guadagnare in sterline, potrebbe trovarsi sul lastrico. 

La proposta del Ministro degli Interni arriva a solo un anno e mezzo dal lancio del Graduate Visa. Un laureando arrivato nel 2021, che dovrebbe laurearsi entro il 2024, si trova di fronte a condizioni diverse rispetto a quando è entrato. La Braverman e Keegan sono ancora in trattative per trovare un punto d'incontro, avendo punti di vista diametralmente opposti. L'incertezza pesa come un macigno sugli studenti internazionali, che dovranno aspettare ancora qualche settimana prima di poter avere un'idea più chiara della direzione che il governo britannico intende prendere.