Hai diritto all'assistenza sanitaria nei Paesi extra europei?

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Pubblicato 2021-11-03 alle 00:00 da Expat.com team
Se vai a vivere all'estero per motivi di lavoro o di studio, puoi beneficiare dell'assistenza sanitaria? In questo articolo ti spieghiamo le condizioni da soddisfare per avere diritto alle cure quando ti trasferisci in un Paese che non fa parte dell'Unione Europea.

I cittadini italiani che si trasferiscono in una nazione extraeuropea, che non ha stipulato accordi bilaterali con l'Italia in materia di sanità, possono avvalersi dall'assistenza in forma indiretta ma solo se soddisfano determinati criteri. Questa normativa è regolata dal Decreto n.681 emesso dal Presidente della Repubblica il 31 luglio 1980.

Cosa significa assistenza sanitaria indiretta

Assistenza sanitaria indiretta significa che il paziente deve anticipare le spese per le cure mediche sostenute e successivamente deve chiedere il rimborso. La domanda di rimborso va presentata entro i tre mesi dalla prestazione presso le autorità diplomatiche italiane presenti nel Paese estero di espatrio.  

Per sapere qual'è l'elenco completo dei documenti da allegare alla domanda di rimborso leggi questa pagina del Ministero della Salute.

Chi ha diritto all'assistenza sanitaria indiretta

Partiamo dicendo che non tutti gli italiani che vivono in un Stato extra europeo hanno diritto al rimborso delle spese sanitarie. Per beneficiarne, la condizione indispensabile da soddisfare è essere iscritto al SSN e appartenere a una delle categorie incluse nel Decreto n.681 citato sopra.

Vediamo nel dettaglio quali sono queste categorie:

  • personale alle dipendenze delle Amministrazioni Statali
  • militari, anche di leva, che prestano servizio all'estero
  • insegnanti di ruolo in servizio presso un istituito scolastico italiano, o un centro di cultura, con sede all'estero. Rientra nella categoria anche il personale non docente e non di ruolo
  • impiegati di Enti pubblici italiani che vanno a lavorare presso la sede estera
  • persone che lavorano all'estero con un contratto regolato dalla legge italiana che prevede assistenza sanitaria garantita dal SSN
  • lavoratori autonomi e liberi professionisti che sono all'estero per un periodo di tempo definito e che sono soggetti al regime fiscale italiano
  • lavoratori che si trovano temporaneamente all'estero al servizio di un'azienda che ha la sua sede legale in Italia
  • lavoratori con residenza estera che svolgono un'attività lavorativa regolata dalla legge italiana
  • studenti che hanno ottenuto una borsa di studio, o la possibilità di fare uno stage, presso un'università estera o un ente legalmente riconosciuto
  • pensionati in istanza temporanea all'estero per svolgere un'attività lavorativa commissionata dallo Stato italiano
  • collaborazioni domestici alle dipendenze di funzionari statali all'estero
  • invalidi di guerra 
  • familiari a carico di una delle categorie sopra elencate
  • membri del clero che svolgono attività lavorativa retribuita ai sensi della legge 222/85 e del D.P.R. 17.2.87, n. 33 

Procedura da seguire prima di partire per l'estero

Per avere diritto al rimborso delle spese sanitarie che sosterarrai nel tuo Paese estero di residenza, devi essere in possesso dell'ex art.15 DPR n.618 del 31 luglio 1980. 

Se mantieni la residenza in Italia, il documento va richiesto presso la ASL del tuo comune di residenza. Se invece porti la residenza all'estero, il documento va richiesto presso le autorità italiane presenti nel Paese di riferimento, allegando la seguente documentazione:

  • fotocopia del libretto sanitario che attesta l'iscrizione all'Azienda Sanitaria locale, o una dichiarazione sostitutiva
  • codice fiscale del richiedente e dei familiari al seguito, o dichiarazione sostitutiva
  • i lavoratori devono presentare una documentazione che attesti il trasferimento all'estero e la continuità dell'iscrizione all'INPS
  • gli studenti sono tenuti a sottoporre documenti che attestino il conseguimento della borsa di studio o dello stage presso l'università estera o altro ente accreditato

Per maggiori informazioni sull'argomento, consulta il sito del Ministero della Salute.