Impatto delle restrizioni sanitarie sugli studenti internazionali

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Pubblicato 2021-08-10 alle 10:00 da Ester Rodrigues
Molti studenti e ricercatori temono di non poter perseguire il loro sogno di studiare all'estero a causa delle restrizioni sulla mobilità imposte dai governi a causa della pandemia. Riportiamo le loro testimonianze.

Andare a studiare all'estero è un progetto che richiede sacrifici e tanta organizzazione, soprattutto in questo periodo di pandemia. I continui lockdown e le restrizioni sulle mobilità, stanno minando i piani degli studenti internazionali. Gli studenti brasiliani, ad esempio, rischiano di perdere la borsa di studio. L'Europa ha chiuso le porte ai brasiliani nel febbraio 2021 a causa della nuova variante del coronavirus, consentendo solo i viaggi essenziali. 

Studenti stranieri in Europa

Abbiamo parlato con alcuni studenti brasiliani, peruviani e indiani che dovevano trasferirsi in Europa per frequentare l'università. Ci raccontano la loro storia. 

Nei piani di Luiza Catapani, brasiliana di San Paolo, c'era un master in Gestione del turismo sostenibile a Barcellona. Per finanziare gli studi ha venduto la macchina e l'appartamento, tornando a vivere con i genitori. "Non so quando la Spagna riaprirà i confini. Vivo un momento di grande frustrazione. Ho fatto tanti sacrifici per poter andare a studiare all'estero. Oltre alle spese di iscrizione, ho dovuto studiare molto per l'esame di ammissione. Se il divieto di ingresso continuasse, potrei perdere la borsa di studio", ci racconta.

La situazione attuale impedisce a più di 330 brasiliani di accedere agli studi e fare ricerca in Spagna. Per dare visibilità al problema, Luiza e altri giovani hanno creato il movimento Estudiar Es Esencial su varie pagine dei social media. Hanno contattato le autorità spagnole e brasiliane, chiedendo aiuto, e stanno usando i social network per perorare la loro causa.

Lavorare all'estero non è concesso

Studiare all'estero è un grande vantaggio perchè apre sbocchi professionali e favorisce uno scambio sia a livello culturale che sociale. Anche per chi si approccia al mondo del lavoro, un'esperienza all'estero può cambiare la vita.

José Vieira, anche lui brasiliano, vorrebbe lavorare in Germania ma il Paese ha bandito l'ingresso agli studenti e ai lavoratori brasiliani a causa del Covid-19. “Ho una laurea in ingegneria meccanica e un contratto con una multinazionale alimentare tedesca, dovrei iniziare in autunno”. E' membro di un gruppo chiamato Banned From Germany, formato da studenti, scienziati, lavoratori, au pair e volontari brasiliani che si trovano nella sua stessa situazione.

India

Rhea Bhansali, originaria di Mumbai, India, è titolare di una borsa di studio Erasmus Mundus e ha conseguito una doppia laurea in Idro informatica e Scienze e gestione delle acque presso la Commissione Europea. Può decidere se trasferirsi in Spagna, in Francia e in un paio di altri Paesi dell'Unione Europea, oppure nel Regno Unito.

E' l'unica studentessa indiana a beneficiare di una borsa di studio di 49.000 euro interamente finanziata da questo programma. Se non potrà  viaggiare nei prossimi mesi rischia di perderla. Le frontiere spagnole sono attualmente chiuse agli studenti, ai ricercatori e ai professionisti indiani.

Anche se le ambasciate di Mumbai e Delhi accetteranno a breve le domande di visto, i permessi non saranno rilasciati fino alla revoca del divieto di ingresso imposto dalla Spagna. “Temo per il mio futuro. Sono preoccupata e mi sento impotente. Ho l'impressione di essere invisibile e che nessuno mi ascolti. Studiare all'estero per me è un'opportunità unica, che mi permetterà di fare carriera e avere migliori prospettive di vita".

Perù

Italo Del Castillo è peruviano e a settembre dovrebbe volare in Canada per fare la specializzazione in economia aziendale. Il paese non ha mai chiuso i confini agli studenti internazionali tuttavia, già dall'anno scorso, impone un rigido protocollo sanitario anti covid-19 tra cui un soggiorno obbligatorio in hotel di tre giorni all'arrivo, seguito da un periodo di quarantena. Nel corso delle prossime settimane questo protocollo potrebbe essere rivisto.

Italo non si perde d'animo tanto più che, essendo vaccinato, ha diritto di entrare in Canada."Se non riuscissi ad andare quest'anno, sarà per il 2022. Farò una nuova richiesta di visto. C'è sempre un piano b per tutto!".

Che prospettive per il futuro?

Tutti questi studenti sperano che le misure sanitarie in corso vengano presto revocate o allentate. Il loro sogno è quello di seguire un percorso accademico all'estero e non si arrenderanno facilmente. Il fatto di doversi sottoporre a un test PCR prima dell'imbarco e una quarantena nel paese di destinazione non li spaventa. Sperano che la condizione di stallo in cui vivono si risolva al più presto e che i governi ascoltino i loro appelli. 
Purtroppo, data l'ascesa inarrestabile dei contagi legati alla variante Delta, i loro piani potrebbero essere nuovamente compromessi.