COVID-19: testimonianze di italiani da Svizzera e Regno Unito

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Pubblicato 2020-03-25 alle 11:19 da Francesca
Secondo l'ultimo bollettino emesso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, in data 24 Marzo 2020 si contavano 8.015 casi di contagio da coronavirus in Svizzera e 6.654 in Gran Bretagna. Come stanno affrontando questa emergenza sanitaria i nostri connazionali che vivono in queste due nazioni? Lo abbiamo chiesto a Marco e Angelo, ecco la loro testimonianza da Londra e da Gland. 

Testimonianza di Marco da Londra

Da quanto tempo vivi in Inghilterra ed in che città risiedi?

Vivo a Londra dal 2014 ed ho già ottenuto la residenza permanente che mi consente di vivere e lavorare in UK senza limitazioni indipendentemente da Brexit; ad ogni modo nel corso di quest'anno conto di trasferirmi a Lisbona dove ho già preso una casa in affitto.

Come ti tieni informato sull'evolversi dell'epidemia in Gran Bretagna?

Generalmente on line tramite il Guardian e la BBC.

Di cosa ti occupi e che ha impatto ha avuto questa emergenza sanitaria globale sulla tua attività professionale?

Mi occupo di investimenti immobiliari principalmente a Londra, Dublino e Lisbona per conto di investitori privati ed istituzionali. Sicuramente questa emergenza sanitaria, che limita di fatto le possibilità di spostamento da un paese all'altro, sta rallentando molti progetti; pur essendo gli aeroporti completamente aperti qui in UK, nei paesi di destinazione è ormai spesso prevista una quarantena obbligatoria all'arrivo. Questa emergenza penso comunque che creerà importanti opportunità di investimento nel settore immobiliare, quindi prendo la cosa con un relativo ottimismo.

Che misure sta adottando il governo britannico per contrastare la propagazione  del COVID-19?

Il governo finora ha sempre minimizzato puntando sulla cosiddetta "immunità di gregge", vale a dire: ammalatevi pure che tanto poi il virus non attaccherà più avendo la maggior parte della popolazione sviluppato gli anticorpi per combatterlo. Insomma una selezione darwiniana. L'alternativa sarebbe la soluzione all'italiana che ha però la controindicazione di disintegrare l'economia del paese, l'ultima cosa che si vuole adesso dopo la scelta del Brexit.

L'opinione pubblica ha ovviamente protestato per questa sottovalutazione del rischio vedendo quello che succedeva in Italia e in Spagna e il governo ha fatto allora qualcosina come la chiusura dei pub e dei ristoranti (possono comunque vendere in take-away). Credo che questa mossa sia stata attuata più che altro per calmare l'opinione pubblica perchè a mio avviso l'idea di base dell'immunità di gregge è rimasta: le scuole sono state chiuse solo venerdì scorso e l'NHS invierà questa settimana un'informativa a tutti i soggetti a rischio (>70 anni e/o con patologie) di rimanere a casa per i prossimi 3 mesi. Vedremo nei giorni a venire se la linea resterà questa.

Stai lavorando da casa oppure devi uscire ogni giorno? Se devi uscire, che precauzioni adotti per evitare il contagio?

Lavoro da casa e quando esco cerco di mantenere una distanza di sicurezza di un paio di metri. Non uso la mascherina, d'altronde sull'effettiva efficacia del suo utilizzo (e soprattutto sul riutilizzo di mascherine usa e getta per settimane) si sono già espressi negativamente molti medici.

I supermercati e le farmacie stanno assicurando la continuità di prodotti di prima necessità e di medicine, oppure le scorte iniziano a scarseggiare?

Per le medicine bisogna distinguere tra farmaci da banco in libera vendita e farmaci richiesti al proprio medico. Per i primi c'è stato un po' di accaparramento quindi paracetamolo ed antifebbrili scarseggiano. Per i secondi non ci sono problemi in quanto basta telefonare al proprio medico che metterà a disposizione i farmaci richiesti (anche da banco) nella farmacia di preferenza, pronti per essere ritirati.

Per i generi alimentari pasta e carta igienica sono introvabili. Olio d'oliva scarseggia. C'è stato un accaparramento generale di questi prodotti (almeno qui in centro Londra) e i supermercati faticano a rifornire gli scaffali di questi prodotti. Credo comincino ad esserci anche dei rallentamenti sulle filiere dei prodotti che vengono da Italia, Spagna ed anche Irlanda. Non si tratta comunque di problemi insormontabili: la cucina inglese a me piace e posso anche andare avanti a Cottage Pies.

La popolazione locale è consapevole dei rischi derivanti dall'emergenza pandemica?

Credo divenga sempre più consapevole ma qui non si vuole rinunciare ad uscire e godersi le giornate.

Sei coperto dal sistema sanitario nazionale in caso di contagio da coronavirus?

Si, come tutti i residenti in UK sono coperto dal servizio sanitario nazionale (NHS). C'è da considerare che almeno qui in centro Londra il servizio sanitario è già al collasso di suo in condizioni normali. Onestamente non saprei come possa gestire un'emergenza del genere in mancanza di personale e strumentazione. Mi pare che il governo stia correndo comunque ai ripari assoldando altri medici ed utilizzando anche le strutture private. Staremo a vedere.

Testimonianza di Angelo da Gland

Da quanto tempo vivi in Svizzera ed in che città risiedi?

Sono in Svizzera dal primo di settembre 2019. Vivo in Gland, vicino Nyon, nel cantone di Vaud, a metà strada tra Ginevra e Losanna.
Ci abitano Schumacher e l'imprenditore Bertarelli ma per il resto è un paese dormitorio, non c'è molta vita in genere.
E' molto vicino al confine francese, quindi oltre a seguire le notizie svizzere, seguo le decisioni francesi. Attualmente sono limitato negli spostamenti oltre confine per incontrare gli amici frontalieri o fare semplicemente la spesa.

Come ti tieni informato sull'evolversi dell'epidemia in Svizzera?

I giornali on line sono le vie più facili, anche se ho notato che non ci sono notizie dettagliate.
Per esempio in Gland ci sono stati dei casi positivi, ma non ho trovato dettagli, è stato il medico curante a darmi queste informazioni.
Inoltre, lavorando per una multinazionale americana, a cadenza giornaliera riceviamo notizie su quello che possiamo o non possiamo fare.

Già da inizio febbraio ci hanno obbligato a cambiare il modo di relazionarci con i colleghi e di incontrare i clienti in ufficio. Le regole hanno anticipato, almeno in ambito lavorativo, le restrizioni governative.
Per notizie sul resto del mondo seguo i giornali italiani e francesi, dove i primi sono stati molto più pronti, ma allarmisti, mentre quelli francesi hanno sempre dato una parvenza di problema solo italiano e quindi di stare tranquilli.

Che misure sta adottando il governo svizzero per contrastare la propagazione  del COVID-19?

Il governo svizzero dà linee guida, ma sono i singoli cantoni, molto indipendenti tra di loro, ad anticipare le regole.
Il canton Ticino ha chiuso quasi subito, il cantone di Vaud, il secondo più colpito, ha chiuso tutto due venerdi fa.

Non c'è obbligo di stare in casa, vedo bambini che giocano fuori. Il consiglio è di stare dentro, ovviamente.
Non sono state chiuse le frontiere dalla Svizzera alla Francia, ma dalla Francia alla Svizzera si. Quindi solo i frontalieri possono attraversarlo.
Ora ci sono cantoni, come il Ticino ad esempio. che vuole chiudere tutto totalmente, allinearsi alla Lombardia anche nei modi di agire, con non pochi contrasti con il governo federale.

Stai lavorando da casa oppure devi uscire ogni giorno? Se devi uscire, che precauzioni adotti per evitare il contagio?

Faccio un lavoro d'ufficio quindi sono a casa da una decina di giorni.
Per uscire non prendo nessuna precauzione, è una zona poco popolosa, non devo incontrare gente. Forse sottovaluto ma comunque sia in farmacia non ho trovato guanti e mascherina, ci sono carenze anche qui.
Vivo da solo, quindi non ho il pensiero di essere un vettore portatore di virus per la famiglia.

I supermercati e le farmacie stanno assicurando la continuità di prodotti di prima necessità e di medicine, oppure le scorte iniziano a scarseggiare?

I supermercati sono aperti, seppur con meno prodotti italiani sugli scaffali (le penne sono l'unico tipo di pasta che abbonda). Questa situazione si riscontra sia sul ato svizzero che oltre confine, appena fuori.
Si entra nel supermercato pochi per volta e non ci sono code in ingresso come in Italia.

Le farmacie sono aperte ma non ci si può avvicinare al banco per essere serviti. Per mantenere una distanza di sicurezza tra il personale ed i clienti, sono stati installati dei vetri di protezione. 
I farmaci non scarseggiano, c'è stata un po' di corsa all'acquisto di farmaci antinfluenzali come tachipirina e ibuprofene.
Per i farmaci importati e salvavita, la Svizzera assicura delle scorte di magazzino per 6 mesi. La Comunità Europea ha garantito frontiere aperte tra gli Stati membri e i Paesi AELS.

La popolazione locale è consapevole dei rischi derivanti dall'emergenza pandemica?

La gente in Svizzera ha cominciato a comprare mascherine già molto tempo prima che il problema esplodesse in Italia e in Europa.
Vedo comunque parecchia gente in giro. Non nei locali, che sono chiusi, ma con le belle giornate che ci sono state ne hanno approfittato per fare passeggiate all'aria aperta.

Sei coperto dal sistema sanitario nazionale in caso di contagio da coronavirus?

Ho un'assicurazione sanitaria privata obbligatoria, come previsto in Svizzera.
Per il momento il governo centrale e le assicurazioni non hanno trovato un accordo su chi debba pagare in caso una persona necessiti cura se in  presenza di sintomi da coronavirus. 
Secondo il governo, sono le assicurazioni, e quindi le persone assicurate, che devono intaccare la propria franchigia. Molti hanno una franchigia di 2.000 franchi, quindi sicuramente dovranno sborsare di tasca propria. Ma le due parti ne stanno ancora discutendo.
Comunque, in caso di ospedalizzazione a carico totale delle assicurazioni, il sistema sanitario esploderebbe. Nemmeno gli Svizzeri sanno darmi una riposta univoca.

Come gestisci la lontananza dalla famiglia e dagli amici in Italia in questo momento difficile?

Questo è l'aspetto piu' interessante: è la prima emergenza in cui possiamo avvalerci del supporto dei servizi di presenza a distanza (telepresenza), come la videochiamata su Skype ad esempio. 
Per restare in contatto con la famiglia e gli amici uso anche Whatsapp 

L'istinto mio e dei miei amici espatriati all'inizio è stato quello di voler rientrare in tempi non sospetti. Ma le varie aziende avevano imposto quarantena in casa al rientro.
Questo quando l'Italia era già considerata come zona a rischio.
Ora il problema è non impazzire in casa. Qui resta tutto chiuso fino al 30 aprile, come prima data stimata.