L'Australia rilascia più visti per sanare il suo mercato del lavoro

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Pubblicato 2022-09-09 alle 10:00 da Ameerah Arjanee
La chiusura delle frontiere australiane a causa della pandemia ha avuto conseguenze disastrose sul mercato del lavoro locale. Non c'è manodopera. Per fronteggiare questa situazione, l'Australia ha deciso di correre ai ripari. Durante quest'anno finanziario (giugno 2022-giugno 2023) rilascerà 195.000 permessi di residenza contro i 160.000 degli ultimi dieci anni. 

La carenza di manodopera e di competenze in Australia

L'Ufficio australiano di statistica ha segnalato quasi 500.000 offerte di lavoro non soddisfatte, a metà del 2022. Questo nonostante il tasso di disoccupazione sia al minimo storico del 3,4%, il più basso degli ultimi 50 anni. Non ci sono abbastanza lavoratori.

Da tempo, l'Australia, il Canada e la Nuova Zelanda si affidano agli immigrati per far girare la loro economia. In effetti, più della metà della popolazione australiana è nata all'estero o ha un genitore nato all'estero.

Con la chiusura improvvisa e prolungata delle frontiere durante la pandemia, tra il 2020 e il 2021, la manodopera straniera non ha potuto entrare nel Paese. I titolari di visto di vacanza-lavoro (migranti a breve termine) e gli studenti internazionali (soprattutto dalla Cina e dall'India) hanno lasciato il Paese dove è scoppiato il Covid-19 e poi sono rimasti bloccati. Di conseguenza, l'Australia si trova ad affrontare una forte carenza di manodopera e di personale qualificato.

Alcuni settori professionali, come quelli più specializzati, turismo e ospitalità, sanità e agricoltura sono i più colpiti.  Sul sito web della National Skills Commission of Australia è stato pubblicato l'elenco delle professioni più richieste che sono: farmacisti, optometristi, infermieri, operatori sanitari, saldatori, elettricisti, fabbri, macellai, ingegneri, professionisti IT, revisori dei conti, scienziati e consulenti agricoli, operatori di impianti mobili e potatori, tra gli altri.

Nel corso di quest'anno, gli infermieri del Nuovo Galles del Sud, lo stato australiano più popoloso (la cui capitale è Sydney), hanno già organizzato quattro manifestazioni per protestare contro la carenza di personale e il sovraccarico di lavoro. Per scongiurare la sindrome da burnout, chiedono un rapporto più equo tra infermiere e paziente, ossia 4:1 nei reparti e 3:1 in pronto soccorso. Chiedono anche un aumento dello stipendio pari al 2,5%. La situazione potrà migliorare solo assumendo personale qualificato dall'estero o studenti stranieri laureati in infermieristica in un'università australiana.

La carenza di manodopera nelle aziende agricole e di confezionamento, registrata nelle zone rurali dell'Australia, ha avuto ripercussioni sulla catena di approvvigionamento alimentare del Paese. L'Australian Fresh Produce Alliance afferma che, nel corso del quest'anno, il settore ha subito una carenza di personale tra il 20 e il 50%. Questo sta causando problemi logistici nel trasporto di frutta, verdura, latticini e carne fresca dalle fattorie ai supermercati. Nel 2021, pomodori, zucche, verdure, banane, ecc. sono marciti sui piante perchè non c'erano braccianti per la raccolta. Le perdite per i raccolti mancati sono state quantificate a circa 38 milioni di dollari australiani

All'inizio del 2022, il supermercato Coles ha introdotto delle limitazioni per l'acquisto di carne e uova. Il mese scorso i clienti potevano comprare solo due confezioni di uova a spesa.  In Australia mancano le uova perchè, durante la pandemia, gli agricoltori hanno dovuto ridurre il numero gli allevamenti di galline data la carenza di personale.

La concorrenza internazionale per la manodopera qualificata

Altri Paesi industrializzati stanno al momento cercando di attirare manodopera altamente qualificata per colmare le proprie carenze. Il Canada sta attraversando una crisi ancora più grave di quella australiana e anche la Germania, la Nuova Zelanda e il Regno Unito hanno creato nuovi programmi di visti per richiamare manodopera straniera. Per non soccombere, l'Australia ha deciso di aumentare il numero di visti per gli stranieri. 

In occasione di un convegno sul lavoro organizzato qualche giorno fa, il Ministro degli Affari Interni Clare O'Neil ha sottolineato quanto sia importante che l'Australia faccia un salto di qualità: "Per la prima volta nella nostra storia, non siamo la destinazione di riferimento degli immigrati più qualificati che si stanno dirigendo verso il Canada, la Germania e il Regno Unito". 

Tra il 2013 e il 2019, il tetto massimo consentito sul numero di immigranti che potevano soggiornare in Australia su base permanente era di 190.000 persone.  Un anno prima della pandemia (marzo 2019) è stato ridotto del 15%. Il governo precedente, che aveva una posizione meno favorevole all'immigrazione rispetto a quello attuale, aveva dichiarato che la riduzione serviva ad alleviare la congestione urbana. Il nuovo governo laburista, eletto a metà del 2022, ha ripristinato le politiche a favore dell'immigrazione. Ha alzato nuovamente il tetto massimo a un livello leggermente superiore a quello del 2013-2019 (da 190.000 a 195.000). Il nuovo Primo Ministro Anthony Albanese ha sottolineato che "la migrazione è una componente della nostra storia [dell'Australia]".

Accelerare la concessione dei visti

Uno dei motivi per cui l'Australia sta perdendo punti rispetto ad altre destinazioni è la burocrazia. Le Autorità competenti ci mettono troppo tempo ad evadere le domande di visto perchè devono smaltire una quantità enorme di richieste arretrate. Questo dissuade i potenziali migranti dal fare domanda o li spinge ad accettare altre offerte di lavoro mentre i loro visti australiani sono ancora in fase di elaborazione. Alcuni visti di lavoro o di studio a lungo termine richiedono addirittura 2-3 anni per essere approvati, anche quando il richiedente soddisfa tutti i criteri e ha una fedina penale e lavorativa ineccepibile.

 Zhang Wenjun, un ingegnere cinese di 35 anni che lavora nel settore delle energie rinnovabili, ha dichiarato all'emittente televisiva ABC News che sta aspettando il visto di lavoro dal 2019. È già in contatto con aziende australiane intenzionate ad assumerlo, che non possono formalizzare l'offerta finché non ottiene il visto. Ha un'esperienza decennale nell'industria cinese dell'energia eolica e solare avanzata, competenze che lo rendono un candidato perfetto per lo schema sull'immigrazione permanente; ma l'attuale politica del rilascio dei visti lo penalizza.

Per risolvere la questione, il Ministro dell'Immigrazione Andrew Giles ha promesso che nei prossimi 9 mesi assumerà oltre 500 dipendenti e stanzierà 36,1 milioni di dollari australiani per accelerare l'elaborazione dei visti. Alcuni temono però che l'aumento del tetto massimo sul numero degli immigrati permanenti andrà a peggiorare una situazione già precaria: incrementare il personale per evadere più velocemente le richieste di visto servirà a poco se il numero delle richieste aumenta.  

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