Gli espatriati e lo scandalo dei Pandora Papers

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Pubblicato 2021-10-26 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Il 3 ottobre scorso, l'International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), un'organizzazione senza scopo di lucro, ha pubblicato un rapporto sull'evasione fiscale. La stessa organizzazione portò allo scoperto i Panama papers (2016), che scossero le economie e i sistemi politici di tutto il mondo. Nel 2021, lo scandalo dei Pandora papers rivela che le promesse fatte nel 2016 non sono state mantenute.

Circa 600 giornalisti, provenienti da 117 Paesi, hanno analizzato milioni di documenti riservati di 14 società di servizi finanziari con sede a Singapore, Svizzera, Cipro, Isole Vergini britanniche...Il rapporto coinvolge personaggi politici e figure pubbliche, nomi noti accanto a nomi sconosciuti. Sono emersi nuovi paradisi fiscali, come il South Dakota (Stati Uniti), rifugio preferito degli ultra ricchi.

I Pandora papers e gli espatriati

Questo nuovo scandalo finanziario arriva cinque anni dopo i Panama Papers ed è sempre inerente a questioni fiscali. Dopo l'uscita dei Panama Papers, i governi di tutto il mondo si sono impegnati a combattere l'evasione fiscale e a garantire una maggiore trasparenza. Ma gli stessi Stati sono nuovamente coinvolti in traffici poco chiari. Si fanno i nomi di molti presidenti, ministri, ex ministri e altre personalità politiche. Lo scandalo sta avendo un enorme eco mediatico.

E gli espatriati in tutto ciò? Il rapporto stilato tocca anche molti espatriati. 
ll termine "espatriato" è piuttosto complesso e ha diverse sfaccettature. Per la legge, un espatriato è una persona che lavora in un paese diverso da quello d'origine. Per estensione, si applica a tutti gli individui che immigrano legalmente.
Questa parola viene anche usata per identificare persone ricche e danarose, che investono all'estero. Nella maggior parte dei casi però l'espatriato medio è un lavoratore che percepisce un reddito simile a quello che guadagnerebbe nel proprio paese d'origine. E quando percepisce di più, le somme non sono lontanamente paragonabili a quelle che compaiono nei Pandora papers. Ci sono di contro espatriati facoltosi che fanno gola ad alcune nazioni, tra cui la Thailandia, ma in questo caso si tratta di investitori e uomini d'affari che non per forza operano in maniera fraudolenta.

Ottimizzazione o evasione fiscale?

È importante fare una distinzione tra ottimizzazione fiscale, evasione fiscale e frode fiscale.

L'ottimizzazione fiscale si riferisce a qualsiasi processo legale volto ad abbassare le tasse investendo, ad esempio, nel capitale di una società, in beni immobili, facendo delle donazioni, ecc. L'ottimizzazione fiscale viene definita "aggressiva" quando prende i connotati dell'evasione fiscale. Ciò accade quando un individuo cerca di sfruttare qualsiasi incoerenza del sistema fiscale per pagare meno tasse.

Il trasferimento di beni (patrimoniali e da reddito) in uno Stato a bassa tassazione diventa evasione quando vengono utilizzati dei metodi illegali per ridurre l'importo delle imposte da versare.

Frode fiscale internazionale

Sebbene l'ottimizzazione e l'evasione fiscale siano processi legali, hanno delle ripercussioni sul piano morale. In questo momento di crisi (sanitaria, economica, socio-politica...) fa orrore rendersi conto che tanti personaggi pubblici hanno trasgredito alle leggi che loro stessi hanno emanato. Discorso simile per gli espatriati che sfruttano le falle del sistema per evadere le tasse. Già condannato nel processo dell'ex ministro francese Jérôme Cahuzac, l'avvocato svizzero Philippe Houman è nuovamente coinvolto nell'inchiesta sui Pandora papers. Il processo Cahuzac (2016) ha portato allo scoperto la figura dell'avvocato che all'epoca aiutò il ministro a nascondere un conto in una banca svizzera. Philippe Houman vive a Dubai dal 2009 dove gestisce società offshore per conto di clienti internazionali. Una società offshore è una società registrata in un paese dove il costituente non è residente. Fin qui nulla di illegale a patto di poter tracciare l'attività della società nonchè l'origine delle cifre coinvolte nella sua creazione e gestione, per evitare qualsiasi forma di evasione fiscale.

Un'altra personalità coinvolta è l'ex segretario di Stato belga Pierre Chevalier. Il nome del politico compare sui Pandora papers accanto a quello di George Forrest, uomo d'affari franco-congolese. I due si conoscono da molto tempo. Nel 2008 Pierre Chevalier è stato obbligato a lasciare l'incarico svolto presso le Nazioni Unite perchè, nel frattempo, ha assunto una posizione di prestigio nell'azienda di Forrest senza informare l'organizzazione intergovernativa. Dopo questo fatto, Pierre Chevalier assume la guida di una società offshore di Hong Kong, con sede a Panama, per conto di George Forrest. Tra i suoi compiti: assumere espatriati per inviarli nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). In realtà, i Pandora papers rivelano che gli stipendi di questi "espatriati" venivano trasferiti a quattro succursali del gruppo Forrest. Caroline de Klerk, portavoce del gruppo Forrest, smentisce e afferma che i dipendenti del gruppo sono pagati da Hong-Kong.

I Pandora papers riusciranno a contrastare l'evasione fiscale? I vari Stati nel mondo si impegnano, resta da sapere se manterranno fede ai loro propositi. Gli espatriati non vogliono pagare lo scotto per colpa dei personaggi coinvolti nell'indagine. Ci tengono a fare chiarezza sul fatto che pagano le tasse nel paese che li ospita e, in alcuni casi, anche in quello d'origine. Non sono dei privilegiati, vogliono solo continuare a vivere serenamente dato che la loro posizione fiscale è in regola.

Articolo tradotto da Pandora papers et les expats