Cina: futuro incerto per gli studenti stranieri

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Pubblicato 2021-02-17 alle 08:40 da Veedushi
Per evitare una recrudescenza del coronavirus, il governo cinese ha deciso di non autorizzare il rientro degli studenti internazionali che avevano lasciato il Paese a causa dello scoppio della pandemia. Una decisione che crea ansia e frustrazione tra migliaia di giovani. Li abbiamo incontrati per raccogliere il loro scontento. 

Se fino a qualche mese fa il governo cinese sosteneva la vitale importanza degli studenti internazionali per il Paese, e dichiarava che il loro diritto allo studio sarebbe stato mantenuto, con l'anno nuovo la situazione è cambiata radicalmente. A parere degli organi di stampa internazionali, la seconda ondata di Covid-19 sta costringendo la Cina a rafforzare le sue misure di sicurezza. Tra queste, il divieto d'ingresso per tutti i giovani stranieri che frequentano un'università cinese e che erano rientrati nel paese d'origine con lo scoppio della pandemia.

Studenti allo sbando

Gli atenei cinesi non hanno chiuso i battenti e continuano a dispensare corsi a distanza agli studenti internazionali. Questa soluzione però è lontano dall'essere ideale. In primis va detto che gli studenti sono obbligati a pagare le tasse scolastiche come se frequentassero dei corsi in presenza. Poi c'è il fuso orario. Alcuni di loro sono in seria difficoltà, come Sarah, una ragazza del Tagikistan. “È complicato seguire i corsi online, la connessione è lenta e spesso salta. Per non parlare della mancanza di comunicazione con i docenti. Siamo molto indietro con i programmi. Studio in Cina da quasi sei anni. I primi due ho seguito dei corsi di lingua e gli altri quattro ho studiato per prendere la laurea. Ho appena iniziato il master, che sto seguendo online. È vero che la situazione nel mondo è esasperante per tutti, ma ho l'impressione che tutti abbiano avuto la possibilità di riprendere gli studi, tranne noi".

Opinione condivisa da Deborah, giovane studentessa francese iscritta al secondo anno di medicina. “Sono arrivata in Cina a settembre di 2 anni fa e ci sono rimasta fino alla primavera del 2020, poi sono rientrata in Francia. Oggi, come migliaia di altri studenti, cerco invano di tornare in Cina. Non ho più la forza, o il coraggio, di seguire corsi a distanza come ho fatto negli ultimi mesi ”. Deborah fatica a comprendere la posizione presa dal governo. Perchè non applicare agli studenti stranieri lo stesso protocollo che regola l'ingresso degli altri viaggiatori?. "Hanno il vaccino, quindi non vedo perché abbiano deciso di limitare il ritorno sul territorio a solo 500.000 studenti stranieri".

Musonda, una giovane zambiana, aggiunge che il governo cinese avrebbe dovuto collaborare con le università per facilitare il rientro degli studenti stranieri, nel rispetto delle normative sanitarie. Questa studentessa al quarto anno di medicina è bloccata nel suo paese natale da gennaio 2020. La cosa più sconcertante è che l'istituto dove è iscritta non offre corsi online, a differenza di altre università. “Non posso continuare ad aspettare, soprattutto perché non vedo una fine. Riconosco che con questa misura la Cina mira a preservare la popolazione, ma avrebbero potuto permetterci di rientrare in piccoli gruppi. Sottoporsi al test PCR e alla quarantena, vaccinarsi se necessario, non è un problema." 
Musonda avrebbe voluto chiedere un trasferimento in Zambia ma l'università in Cina purtroppo non lo permette. Quindi non ha altra scelta che aspettare.

La disperazione di Kaminee

Kaminee è una studentessa indiana al terzo anno che è stata costretta a tornare a casa nel gennaio del 2020. Sembra avere più difficoltà degli altri a digerire le decisioni prese dalle autorità cinesi. "La medicina è un campo di studi delicato e l'apprendimento a distanza, senza esercizio pratico, vale poco". Visibilmente stressata, Kaminee ci dice che questa situazione si ripercuote negativamente anche sui suoi genitori, che finanziano gli studi. “Sono bloccata da più di un anno in India e, ogni volta che vedo i miei, mi chiedono con insistenza quando riprenderò i corsi... I giorni passano e sono tutti uguali. Tengo d'occhio i social media in attesa di buone notizie. Ma per ora niente. Mi metto sui libri pensando al mio futuro. Quando potrò riprendere le lezioni? Quanto dovrò aspettare prima di essere ricontattata dall'università?".

Aspettando giorni migliori

A detta di Ahmad, uno studente di origine afgana, il divieto di ingresso sta seriamente compromettendo il suo percorso accademico. Studia in Cina da quattro anni. "Dovrei laurearmi a luglio del 2022 ma, con tutte queste restrizioni, non so come andrà a finire. Lo scorso semestre avrei dovuto fare uno stage propedeutico al mio lavoro futuro, ma non è stato possibile”. Cerca di far fronte alla situazione continuando gli studi da remoto. 

Ci sono anche studenti che vogliono chiedere il trasferimento in un'università di un altro paese. Aayush, originario dell'India, ci dice che aspetterà fino alla riapertura delle frontiere, a settembre di quest'anno. "Ma se continuano a ignorarci, e a mettere a repentaglio il nostro futuro, chiederò un trasferimento in Georgia o nelle Filippine". Aayush è arrivato in Cina nell'ottobre del 2019 ma è dovuto tornare in Rajasthan sei mesi dopo. "La mia decisione era inizialmente giustificata perché il numero di casi era in aumento, ma oggi, dato che il vaccino è disponibile, questo divieto a rientrare in Cina mi pare insensato. La maggior parte dei paesi ha riaperto i propri confini e si prepara ad accogliere nuovamente gli studenti stranieri. Ho l'impressione che siamo gli unici ad essere rimasti a piedi”.

L'Unione degli studenti stranieri in Cina sta facendo circolare una petizione da inviare al Ministero degli Esteri cinese per chiedere che venga stabilita una data precisa per il loro rientro.