L'impatto del Covid-19 sugli studenti internazionali

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Pubblicato 2021-02-03 alle 11:00 da Maria Iotova
In questo momento di incertezza a livello mondiale, anche la vita degli studenti universitari è profondamente segnata dalla crisi sanitaria. Il Covid-19 li mette di fronte a delle sfide tra cui l'insicurezza finanziaria, la precarietà dei permessi di soggiorno e l'imprevedibilità del mercato del lavoro. La mancanza di una valida rete di supporto aumenta il loro senso di inquietudine.

Salute mentale

Secondo uno studio, pubblicato su Frontiers in Psychiatry, che analizza l'impatto della pandemia sulla salute mentale degli studenti universitari internazionali, emerge che l'84,7% degli intervistati è affetto da un "livello di stress da moderato ad alto"; il 12,1% soffre di "disturbi d'ansia e depressione da moderati a gravi". In aggiunta a queste patologie scatenate dal Covid-19, gli studenti che vivono all'estero devono fare i conti con lo shock culturale, con una lingua diversa dalla loro e con la lontananza dalla famiglia.

Per supportare al meglio gli studenti internazionali, è importante che gli istituti scolastici comprendano le loro necessità e preoccupazioni, fornendo un adeguato supporto psicologico. Il personale docente dovrebbe supportarli nei momenti di stress, soprattutto durante le sessioni d'esame. E' importante che le università abbiano un approccio proattivo ed informino gli studenti sulle misure di sostegno psicologico disponibili. Devono inoltre essere in grado di dare informazioni accurate e chiare sui protocolli da seguire in questo periodo di crisi sanitaria.

Alloggi studenteschi e affitti

Nel Regno Unito, durante l'anno accademico 2018/2019, gli studenti internazionali rappresentavano il 20% della popolazione studentesca. In Australia, il settore dell'istruzione superiore fornisce 130.000 posti di lavoro circa. Il Canada, nel 2018, ha accolto 721.205 studenti stranieri: il numero più alto mai registrato nel Paese. Gli studenti stranieri, e nello specifico gli alloggi che affittano, rappresentano una significativa fonte di reddito per i paesi che li ospitano. Purtroppo, a causa della crisi sanitaria in corso, tanti alloggi per studenti sono vuoti e i fornitori non hanno entrate.

Parallelamente a ciò, si registrano tanti studenti universitari che sono rimasti nel paese ospitante e che, a causa di problemi finanziari, non possono pagare l'affitto. Alla luce di questa situazione, i governi di molti paesi hanno attuato dei programmi per offrire degli alloggi temporanei ai giovani in difficoltà, emettendo anche un divieto di sgombero per chi non riesce a pagare il canone mensile.         

Prospettive di carriera in ribasso

L'assetto del mercato del lavoro è stato modificato dalla crisi. Il lavoro a distanza non agevola tutti i settori, soprattutto quelli dell'alta tecnologia. Con molta probabilità dovremo fare i conti con un periodo di recessione. Gli studenti che si sono laureati da poco, e che sono alla ricerca del lavoro, si scontrano con un'offerta in ribasso e con tagli salariali. Per ovviare a questa situazione, possono optare per proseguire il loro percorso accademico al fine di acquisire nuove competenze spendibili in futuro. 

Intervista ad una studentessa brasiliana nei Paesi Bassi

Valentina, 22 anni, brasiliana, è iscritta alla facoltà di Legge presso l'Università di Leiden, nei Paesi Bassi. Quando il Covid-19 è stato dichiarato una pandemia, si trovava nel Regno Unito per l'ultimo anno della triennale. La situazione si è aggravata rapidamente e Valentina ha deciso di tornare temporaneamente in Brasile. 

Come ha operato la tua università in questo periodo di crisi? Che misure precauzionali ha preso?

Durante il primo semestre (da settembre a dicembre 2020), l'università ha offerto corsi ibridi, il che significa che i corsi con meno di 20 studenti si svolgevano faccia a faccia. Altri invece si tenevano online, dal vivo o registrati. L'università ha sempre permesso a noi studenti di seguire tutti i corsi online, lasciandoci la scelta se andare in facoltà o restare a casa. Oggi, a causa delle nuove restrizioni e del lockdown nei Paesi Bassi, tutte le lezioni si svolgono online. Ciò che mi ha scioccato ed impaurito di più è che nei Paesi Bassi le mascherine sono diventate obbligatorie solo a fine novembre. Ho avuto l'impressione che le autorità non prendessero sul serio la situazione.

In che modo la tua università ha garantito il benessere e la salute mentale degli studenti?

Ha organizzato dei seminari e delle conferenze sul tema del benessere, ma, onestamente, seguirli non mi ha particolarmente aiutata. Ho scelto quindi di iniziare un percorso di terapia, privatamente, perché il Covid-19 e la mancanza di interazione con l'esterno mi hanno segnato.

Sei soddisfatta di come i docenti hanno gestito la situazione?

Tutto sommato devo dire di sì, sono stata fortunata. Sono stati comprensivi e mi hanno sostenuto. Li ho sentiti vicini come degli amici.

Il tuo programma di studi include un tirocinio?

Purtroppo no. Mi laureo a luglio di quest'anno e subito dopo dovrò trovarmi un impiego. La cosa mi preoccupa non poco, data la crisi in cui versa il mondo del lavoro.

Che impatto ha avuto il COVID-19 sulla tua vita da studentessa?

Mi sento come se avessi sprecato questo ultimo anno. Peccato perchè mi ero fatta delle nuove amicizie e ho dovuto lasciare tutto. Non ho fatto neanche in tempo a sfruttare quello che di bello offrono i Paesi Bassi. Chissà se potrò ritornare, per il momento sono ferma in Brasile. Tutto sommato però sono riuscita a perseguire la maggior parte dei miei progetti a livello accademico quindi non mi lamento.

Le circostanze esterne (lockdown, chiusura di bar e ristoranti, ecc.) ti hanno aiutata a concentrarti maggiormente sugli studi?

Solo in parte. Quando ero nei Paesi Bassi passavo molto tempo a studiare, dalle 10 alle 15 ore al giorno, senza uscire di casa anche per una settimana di fila. Questo isolamento forzato ha influito negativamente sul mio stato d'animo. Alla fine, studiare così tanto, non è servito a molto perchè mi sono sfinita ottenendo voti non buoni.

Il Covid-19 ha influenzato i tuoi piani futuri?

Ho una relazione a distanza. Il mio ragazzo vive e studia a Londra. Prima del Covid cercavamo di vederci appena possibile, dato che il Regno Unito e i Paesi Bassi distano 40 minuti di volo. Ora incontrarci è praticamente impossibile. I piani che avevo fatto con lui sono fermi. Questa situazione è particolarmente complessa per me da gestire. Non averlo vicino è difficile.