Proteste senza precedenti in Canada
In Ontario, Columbia Britannica, Manitoba e sull'Isola del Principe Edoardo, gli studenti internazionali protestano contro le nuove e severe politiche di immigrazione del governo federale. Oltre 70.000 studenti internazionali laureati rischiano di essere espulsi. I media canadesi riportano che, molti di questi studenti, volevano richiedere la residenza permanente dopo gli studi. Secondo le nuove regole, che includono restrizioni sui permessi di studio, rischiano di essere espulsi anche quelli che soddisfano i criteri necessari per ottenere la residenza permanente.
La questione coinvolge anche gli altri residenti temporanei, tra cui i lavoratori con un permesso in scadenza. Durante la pandemia, il governo Trudeau aveva allentato la sua politica per incoraggiare l'impiego di lavoratori e studenti stranieri. L'obiettivo era quello di fronteggiare una grave carenza di manodopera che, ad oggi, non è stata sanata ma si attesta ad un livello inferiore a quello del 2021 o del 2022. Il Primo Ministro ha riconosciuto il ruolo fondamentale dei lavoratori stranieri nel sostenere l'economia durante la pandemia, ma ha anche sottolineato che, da allora, il panorama economico è cambiato.
Il sogno canadese: la disillusione degli studenti stranieri
Per gli studenti stranieri in Canada, questa ammissione suona come un tradimento. Hanno lanciato una controffensiva organizzando manifestazioni su tutto il territorio (alla fine di agosto). Secondo le loro stime, la nuova politica diminuirà del 25% i permessi di soggiorno permanente. Hanno contestato l'analisi ufficiale, che tendeva a incolparli della crisi immobiliare. Al contrario, attribuiscono la colpa della carenza di alloggi al governo, incapace di attuare una politica coerente.
I residenti temporanei ritengono di essere sempre i primi a subire le conseguenze di una ristrutturazione aziendale o di una recessione economica. Sottolineano di essere essenziali per la crescita del Paese e di contribuire alla vita economica del Canada. Esortano il governo a estendere i permessi di lavoro e a fornire percorsi chiari per ottenere la residenza permanente.
Gli studenti stranieri si sono spesso giocati tutto per realizzare il loro "sogno canadese". Si tratta di un investimento enorme, che coinvolge tutta la famiglia, con anni di prestiti da rimborsare. È impensabile per loro tornare a casa dopo anni di studio nella speranza di trovare un buon lavoro. Gli studenti stanno manifestando non solo per loro stessi, ma anche per i futuri espatriati.
Il Paese più amato dagli espatriati potrebbe essere surclassato da altre destinazioni, perdendo una parte significativa dei suoi talenti stranieri e danneggiando la sua immagine.
Immigrazione di studenti stranieri: è tempo di restrizioni
Come siamo arrivati a questo punto? A fine 2022, Sean Fraser, l'allora Ministro dell'Immigrazione, sottolineava che il Paese intendeva accogliere 465.000 nuovi immigrati nel 2023 e 485.000 nel 2024, per arrivare a 1,5 milioni di nuovi immigrati nel 2025, in conformità con il piano del governo. In quel periodo, Fraser sottolineava che il Paese era stato costruito "grazie all'immigrazione". Di fronte alla grande carenza di manodopera e al calo demografico, il Canada spalancava le porte ai talenti stranieri.
Un tetto al numero di studenti stranieri
Un anno dopo, ci sono stati un cambio di squadra ministeriale e di direzione. Il 7 dicembre 2023, il nuovo Ministro dell'Immigrazione, Marc Miller, annunciava una modifica dei requisiti finanziari per gli studenti stranieri: a partire dal 1° gennaio 2024, per ottenere un visto avrebbero dovuto possedere almeno 20.635 dollari canadesi, rispetto ai 10.000 dollari canadesi richiesti in precedenza. L'inflazione e la crisi immobiliare hanno avuto il loro peso ma Miller non addossa la colpa della crisi agli stranieri: "Sarebbe un errore incolpare gli studenti stranieri per la crisi degli alloggi [...]" ha spiegato nel suo discorso.
Il 22 gennaio 2024, il Dipartimento dell'Immigrazione ha deciso di limitare il numero di permessi per studio a circa 360.000 unità. Si tratta del 35% in meno rispetto al 2023. La misura è volta a proteggere gli studenti stranieri dalle pratiche abusive di alcune università e dall'aumento del costo della vita. La restrizione durerà per due anni e non avrà ripercussioni sul rinnovo dei permessi di studio esistenti o sugli studenti già iscritti a un'università canadese. Le province più colpite sono quelle che accolgono il maggior numero di studenti stranieri (Ontario, British Columbia, ecc.).
È finita l'euforia post-Covid
A giugno, il Primo Ministro Justin Trudeau ha riconosciuto che l'euforia post-Covid è finita. Il clima economico è cambiato, anche nei settori interessati dalla carenza di manodopera. Di conseguenza, a luglio il governo ha proposto una riforma del permesso di lavoro post-laurea. Il permesso verrebbe concesso più facilmente ai laureati dei settori in cui c'è carenza di manodopera, ma sarebbe soggetto a limitazioni per gli altri laureati. La misura consentirebbe di soddisfare più facilmente le esigenze delle aziende. Il governo nega la volontà di inasprire le norme sull'immigrazione, ma parla invece di una misura pragmatica: è più facile trovare un impiego in un settore che necessita di forza lavoro. Il progetto potrebbe essere lanciato nel 2025. Dal 1° settembre, di contro, è entrata in vigore una regola molto restrittiva: gli studenti internazionali che iniziano un programma nell'ambito di un accordo per il diritto allo studio non possono più ottenere un permesso di lavoro post-laurea al termine del percorso accademico.
Verso un esodo degli studenti stranieri ?
Il futuro degli studenti internazionali in Canada è incerto. Dopo anni di sacrifici, non si sentono più i benvenuti. Per molti di loro, il "sogno canadese" è svanito e iniziano a pianificare le prossime mosse. A fronte dell'aumento delle tasse universitarie e del costo della vita, delle restrizioni sugli ingressi e dell'aumento dei requisiti finanziari, i vantaggi di rimanere in Canada stanno diminuendo.
Questi studenti segnalano anche notevoli ostacoli in merito all'integrazione professionale. I giovani laureati stranieri devono fare spesso i conti con la disoccupazione, la precarietà del posto di lavoro e la necessità di accettare lavori saltuari, non correlati alla loro specializzazione, che "svalutano il curriculum". Molti si sentono costretti ad accettare questi incarichi perché non trovano un impiego in linea con le loro qualifiche.
Nonostante la potenziale fuga di talenti stranieri, il governo rimane ottimista riguardo alla sua strategia di immigrazione. Sottolinea che il suo approccio è più flessibile rispetto a quello di altri Paesi e continua a sostenere una "politica di immigrazione aperta". Il Ministero dell'Immigrazione si impegna a migliorare l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati, rafforzando il suo impegno per un approccio inclusivo.