Bentrovata Francesca e grazie per i nuovi spunti.
Posso parlare per la mia esperienza personale che ho visto essere comunque abbastanza comune tra i miei contatti.
Ho cominciato a cercare lavoro all'estero nel 2017, quando mi era chiaro il livello, per me non piu' accettabile, della qualita' delle posizioni offerte in Italia. Parlo del complesso di responsabilita', inquadramento, salario, benefit, prospettive di crescita professionale (es. con spostamenti piu' o meno laterali nelle organizzazioni). La ricerca si e' concretizzata con un'offerta di lavoro a inizio 2018 dopo 2 colloqui telefonici ed 1 colloquio sostenuto nella sede finale di lavoro. Siamo quindi a 2 anni dall'inizio della pandemia, anche se credo che alcune questioni di base non siano cambiate.
Per la ricerca ho usato un approccio "multifattoriale" fatto da piattaforme social (LinkedIn e Glassdoor su tutte). Ho fatto poi un lavoro di ricerca e selezione di Aziende "Target" con i nomi dei responsabili HR e delle funzioni aziendali per me piu' interessanti: a questi ho inviato CV a strascico. Per questa attivita' mi e' stato di aiuto un corso di formazione fornito da una societa', LHH, che, tra i servizi offerti, mi ha dato accesso temporaneo alle sue banche dati. Per alcune Aziende target, diciamo le top-10, mi sono iscritto ai loro portali di Job post per avere notifiche su nuove posizioni compatibili con i miei criteri di ricerca ma anche solo per consultarli con regolarita'. Attivita' quest'ultima che continuo a fare anche ora, nel contesto di una permanent readiness a sostenere nuovi colloqui di lavoro.
Diciamo che cercare lavoro e' stato il lavoro principale quando ero disoccupato ed e' diventato il secondo lavoro quando avevo trovato una soluzione ponte in attesa (attiva) di nuove opportunita'.
Alcuni criteri/principi che ho usato: partire solo con un contratto firmato e solo dopo aver discusso quel complesso di argomenti che ho citato prima. Per quanto riguarda la retribuzione definire il Salario Annuo lordo ed avere una stima approssimativa delle trattenute. Bonus: non e' semplice stimarli a priori, spesso dipendono dalle performance individuali. Benefits: possono essere negoziati e definiti (affitto, auto, supporto scuola figli...altro?). Avere una chiara idea dei Paesi considerati non compatibili con le proprie esigenze e stili di vita. Chiarire se e' necessaria la conoscenza della lingua locale e definire il Relocation package in accordo con le Policies dell'azienda che assume. Farsi raggiungere dalla famiglia solo quando vi e' la ragionevole certezza di aver ingranato nella nuova realta'.
A posteriori, penso che se avessi cercato lavoro all'estero in epoca pandemica, non avrei cambiato di molto i criteri sopra elencati. Certo una maggiore enfasi sulla situazione del Sistema Sanitario Nazionale del nuovo Paese si sarebbe imposta, ma dentro la UE non credo ci siano differenze drammatiche.
Ogni altra esperienza dai membri della Comunita' e' super-benvenuta!
Buona giornata a tutti