Giappone: obbligo di visto per gli Europei in soggiorno per tre mesi

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Pubblicato 2022-07-05 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Dal 10 giugno, il Giappone ha riaperto le frontiere ai turisti. Per il momento, il governo non vuole correre rischi, visto il numero crescente di casi di Covid all'estero. L'ultima misura varata è stata quella di rendere obbligatorio il visto per i viaggiatori provenienti dall'Unione Europea (UE) e dallo Spazio Economico Europeo (SEE), anche per soggiorni brevi. Sembra quindi che la riapertura totale, che dovrebbe interessare anche gli espatriati, non avverrà a breve.

Visti obbligatori per gli europei

Considerando che la pandemia persiste, tra nuove varianti e nuove ondate, il Ministero degli Affari Esteri giapponese ha reso più severe le condizioni di ingresso. In breve, gli europei e i cittadini dello SEE devono richiedere un visto per soggiornare in Giappone, anche per un breve periodo. La regola non si applica ai titolari di un permesso di reingresso. Infatti, i viaggiatori già in possesso di un visto, che sia per lavoro, per studio, per vacanza-lavoro, ecc... possono lasciare il Giappone per un breve periodo senza dover richiedere un nuovo visto per rientare.

Fino ad allora, gli accordi bilaterali consentivano ai cittadini europei e dello SEE di soggiornare in Giappone per 90 giorni al massimo (3 mesi) senza visto, avvantaggiando molto il turismo. L' esenzione dal visto interessava 68 Paesi in totale. D'ora in poi, i cittadini europei che intendono soggiornare per 6 mesi in Giappone dovranno richiedere un'estensione del visto alla scadenza del loro visto di 90 giorni. Non sono state fornite informazioni su quando il Giappone toglierà questa nuova regola.

Potrebbe trattarsi di una strategia politica?

Questa nuova misura potrebbe avere ripercussioni sul turismo in Giappone. Secondo il sito turistico Kanpai, le agenzie di viaggio autorizzate hanno registrato solo 1.300 domande di visto fino ad oggi - 300 domande per giugno e 1.000 per luglio. Si tratta di una cifra piuttosto bassa se paragonata a luglio 2019, quando il Giappone ha accolto 3 milioni di turisti. Inoltre, sono ancora in vigore restrizioni sanitarie, come l'obbligo di indossare le mascherine anche all'aperto. I visitatori che non rispettano questa legge rischiano di rimanere bloccati in albergo o espulsi. Anche le guide turistiche sono tenute a garantire il rispetto delle norme vigenti. Le agenzie di viaggio devono fornire un programma dettagliato del soggiorno del loro cliente, che includa i luoghi visitati, i mezzi di trasporto utilizzati, il numero del posto a sedere occupato dal viaggiatore, ecc... I servizi di immigrazione potrebbero richiedere queste informazioni in caso di controlli.

Questa potrebbe essere una strategia politica del Primo Ministro giapponese, eletto in ottobre 2021, che si candiderà per un nuovo mandato alle prossime elezioni del 10 luglio. La campagna elettorale è iniziata il 22 giugno, ma l'attuale governo è in difficoltà. Il PIL giapponese non è ancora tornato ai livelli pre-Covid e l'inflazione è in aumento. L'impennata dei prezzi del petrolio e la guerra in Ucraina stanno facendo salire i prezzi dell'energia ( il Giappone ne importa il 90%). Il governo conta sul deprezzamento dello yen sul dollaro USA per aumentare le esportazioni. A queste problematiche si aggiungono le minacce di Russia, Cina e Corea del Nord. Il governo sta anche cercando di fronteggiare la presa di posizione della popolazione locale contro il massiccio ritorno degli stranieri. L'obiettivo di queste nuove regole sui visti potrebbe essere quello di attirare il favore degli elettori. Nel frattempo, gli stranieri, soprattutto i professionisti che cercano di fare carriera all'estero, sperano che le attuali restrizioni vengano abolite per l'autunno, in modo da poter finalmente viaggiare in Giappone.