Relazioni a distanza ed espatrio in Svizzera

Buongiorno a tutti,

Trasferirsi in Svizzera senza il partner o il coniuge è una situazione complessa da gestire. Vivere una relazione a distanza rappresenta una sfida per ambo le parti.

Che difficoltà avete incontrato espatriando da soli in Svizzera?

Che consigli ci date per gestire al meglio una relazione a distanza?

Come mantenere i contatti con la dolce metà considerando impegni o fusi orari diversi?

Con che frequenza viaggiate per passare del tempo con il partner?

Come creare una rete di contatti in Svizzera in assenza del coniuge?

Quali sono gli ostacoli da considerare se anche i vostri figli vivono lontani?

Grazie per condividere la vostra esperienza,

Francesca

Io mi sono trasferito all'estero diversi anni fa. L'idea era di andare avanti per primo e farmi raggiungere dalla famiglia. I piani sono fatti per cambiare, così è stato. Da alcuni anni passo il fine settimana con la mia famiglia, e la settimana lavorativa a 300 km.

Nel mio caso non ho riscontrato impatti significativi nelle relazioni familiari.
La tecnologia permette di stare in contatto quasi annullando le distanze. Possiamo chiacchierare, vederci, cenare "assieme".
Il tempo passato assieme di persona è di meno, ma diventa tempo di qualità. C'è più voglia di vedersi, non lo si da per scontato.

Per la mia famiglia sarebbe stato invece difficile trasferirsi. Dato che per me non è pesante, mi è sembrato naturale intraprendere questo cambiamento. Tutto funziona grazie al supporto e alla coesione che ho da parte dei miei cari, che non ringrazierò mai abbastanza.

È chiaro che qualche difficoltà esiste, la quotidianità è diversa, e la quotidianità conta tanto.
La lontananza presuppone fiducia, che si costruisce con dedizione continua. Fossati diceva che "la costruzione di un amore spezza le vene delle mani"...

Conosco molte persone che lavorano lontano dai loro cari. Per alcuni funziona, per altri meno.
La chiave di tutto secondo me è adattarsi alle situazioni nuove e prenderne il meglio, anziché spendere le proprie energie per lamentarsi e resistere al cambiamento.