Mobilità internazionale: Australia, Stati Uniti e Canada sono le destinazioni preferite dagli espatriati

Notizie di attualità
  • Brisbane, Australie
    Shutterstock.com
Pubblicato 2024-05-20 alle 10:00 da Asaël Häzaq
Le ultime tendenze sulla mobilità internazionale sono contraddittorie. Malgrado l'inasprimento delle politiche migratorie, le persone si spostano alla ricerca di una vita migliore, lontano dal Paese d'origine. La solidità economica delle nazioni con una lunga storia di immigrazione, e l'immagine positiva che proiettano le potenze economiche, sono tra i fattori che incoraggiano i lavoratori a tentare la fortuna all'estero. Segue un'analisi.

Australia, il Paese che attrae più lavoratori stranieri

Secondo il quarto studio globale sulla mobilità internazionale, pubblicato in aprile da Boston Consulting Group (BCG), The Network e The Stepstone Group (specialisti del reclutamento online), l'Australia è il posto migliore dove trasferirsi. Il rapporto raccoglie i dati relativi al 2023 e li confronta con il primo studio pubblicato nel 2014. Hanno risposto all'indagine, condotta tra ottobre e novembre 2023, 150.735 lavoratori provenienti da 188 Paesi. Tra questi, molti vivono negli Stati Uniti, in Messico, Brasile, Sudafrica, Germania, Cina e Indonesia (5.000 o più), ma anche in Canada, Argentina, Algeria, Marocco, Kenya, Spagna, Francia, Turchia, Italia, Finlandia, Singapore e India (tra 500 e 4.999 intervistati).

Nel 2023, l'Australia si è aggiudicata il podio come miglior destinazione per la mobilità internazionale. Le persone hanno ripreso a spostarsi e cercano un avanzamento di carriera all'estero. Se l'Australia ha raggiunto il gradino più alto della classifica, è perchè gli intervistati la considerano il posto migliore per lavorare. In 10 anni, è passata dal 7° al 1° posto. L'Australia ha detronizzato il Canada, 1° nel 2020. 

Australia: leader del mercato del lavoro

Nonostante un leggero calo del PIL (1,7% nel 2023, 1,3% previsto per giugno 2024), il mercato del lavoro australiano rimane solido. Il tasso di disoccupazione è sceso al 3,7%, risultato migliore di quanto previsto dal governo. Nel 2022 la percentuale era del 4,1%. Un tasso che resta ben al di sotto di quello di altre potenze mondiali. Secondo l'Australian Bureau of Statistics, l'occupazione netta è balzata a +116.500 unità a febbraio, rispetto alle +15.200 unità di gennaio. Un'impennata su base mensile che non si vedeva da 10 anni. I risultati positivi sull'occupazione vanno di pari passo con un mercato del lavoro che offre possibilità nei settori della sanità, dell'edilizia, della gestione, della contabilità, dei trasporti e dell'agricoltura. Il governo aggiorna regolarmente l'elenco delle professioni qualificate che reclutano talenti stranieri.

L'Australia attrae nonostante il giro di vite sull'immigrazione

Paradossalmente, l'Australia sta inasprendo sempre più la sua già restrittiva politica di immigrazione. L'11 dicembre 2023, il Ministro degli Interni, Clare O'Neil, ha presentato un piano per ridurre il numero di nuovi immigrati. Le misure includono requisiti più severi per la conoscenza della lingua inglese e per le qualifiche professionali. L'obiettivo principale del governo è quello di limitare l'ingresso di stranieri poco qualificati, per concentrarsi su laureati e professionisti altamente competenti. Il Ministro prevede che la riforma dimezzerà il numero di espatriati nel biennio 2024-2025. L'Australia è alle prese con un numero record di stranieri sul territorio: circa 500.000 nel 2023, una cifra senza precedenti, in parte dovuta al “recupero” dopo la chiusura delle frontiere durante la pandemia di COVID.

Di fronte alla crisi degli alloggi e all'impennata dei prezzi, il governo dice di comprendere l'insoddisfazione di una parte della popolazione. Alcuni analisti collegano l'aumento del numero di stranieri all'aumento dei prezzi delle case, come in Canada. Clare O'Neil ricorda il ruolo essenziale dell'immigrazione per la prosperità del Paese e dice di voler “costruire un sistema che funzioni meglio”.

Le riforme sull'immigrazione in Australia, tuttavia, non hanno scoraggiato i potenziali espatriati. Secondo lo studio, chi sceglie l'Australia parla di “migliori opportunità di lavoro”, “un'economia in crescita dopo la fine della crisi sanitaria” e “possibilità di fare carriera”. 

Altre destinazioni interessanti

Australia a parte, gli Stati Uniti restano tra le mete più gettonate dai lavoratori stranieri. Secondo lo studio, si posizionano appena sotto l'Australia (dopo essere stati in testa nel 2014 e nel 2018). Il Canada si piazza al terzo posto. Era primo nel 2020 e terzo nel 2018 e nel 2014. Regno Unito, Germania, Giappone, Svizzera, Singapore, Francia e Spagna completano la top 10. 

Singapore, entrata nella classifica nel 2020, mantiene l'ottava posizione. Il Giappone, che era 10° nel 2018, è salito al 6° posto nel 2023. La Francia, sesta nel 2014, ha perso costantemente terreno, scendendo al 9° posto nel 2023. La Spagna, uscita dalla classifica nel 2020, torna al 10° posto. La Nuova Zelanda, entrata nel 2020 al 10° posto, è uscita dalla classifica.

La Germania guadagna punti 

Pur avendo perso una posizione rispetto al 2020 (5° posto nel 2023), la Germania resta una delle principali destinazioni per i lavoratori stranieri. Secondo Stepstone Group, la Germania necessiterebbe di oltre 540.000 talenti stranieri. Due terzi dei dirigenti aziendali ritiene che la manodopera straniera aiuti a colmare il deficit a livello nazionale, generando più profitti e innovazione. La terza economia mondiale continua ad attrarre talenti stranieri, nonostante il difficile clima economico. Il PIL tedesco ha subito una contrazione dello 0,3% a gennaio 2024. Era già sceso a -0,2% nel 2023. Malgrado la flessione, resta una potenza economica. Gli espatriati apprezzano i progressi compiuti per favorire l'immigrazione. A differenza della riforma francese, considerata molto restrittiva, quella tedesca mira a semplificare le procedure di rilascio dei visti. Dal 1° marzo, il governo ha alleggerito le norme sui visti per gli studenti stranieri che lavorano. Anche le procedure di naturalizzazione saranno semplificate e accessibili dopo 5 anni di residenza (o anche 3, a seconda dei casi), rispetto agli 8 attuali. Questa riforma dovrebbe entrare in vigore a maggio 2024.

Il Regno Unito non perde terreno, nonostante la Brexit

Si pensava che la Brexit avrebbe frenato definitivamente l'immigrazione. Nonostante il forte calo del numero di studenti europei nelle università britanniche, il Regno Unito non ha perso attrattiva e sta addirittura guadagnando punti. Lo studio mostra che, dopo essere sceso dal 2° posto (2014) al 5° posto nel 2018 e nel 2020, è risalito al 4° posto nel 2023. Eppure il governo sta facendo tutto il possibile per ridurre la migrazione netta.

Sunak ha introdotto numerose misure per ridurre il numero di cittadini stranieri. Il sistema a punti, introdotto dopo la Brexit, ha definito il tono della nuova politica. Da allora sono entrate in vigore nuove restrizioni: aumento delle tasse per i visti e per accedere all'assistenza sanitaria, riduzione del 20% del numero di professioni che necessitano manodopera, aumento dello stipendio richiesto per ottenere un visto (almeno 38.700 sterline all'anno, rispetto alle precedenti 26.200), aumento del reddito minimo per il visto per coniugi/familiari (29.000 sterline, che saliranno a 38.700 sterline entro il 2025) e priorità ai lavoratori britannici.

Le città che attraggono il maggior numero di espatriati

Nonostante la sua politica di immigrazione apertamente restrittiva, Londra è la destinazione preferita dai lavoratori che hanno risposto al sondaggio. La capitale britannica precede di poco Amsterdam e Dubai. Ad Amsterdam, gli sfoghi di alcuni politici contro gli espatriati, ritenuti troppo numerosi e “non abbastanza Amsterdamesi”, non sembrano aver influenzato i lavoratori stranieri. Dubai, invece, continua ad attrarre stranieri dopo aver dimezzato l'investimento richiesto per ottenere il Golden Visa: da 2 milioni di dirham a 1 milione di dirham (da 545.000$ a 270.300$ circa ). Abu Dhabi guadagna un punto e si posiziona al quarto posto. Nonostante il costo della vita molto elevato, New York è salita di 3 posizioni e si è piazzata al 5° posto tra le destinazioni più popolari. 

Il sogno americano è ancora attuale

Anche in questo caso, lo studio solleva un paradosso. Gli Stati Uniti continuano a essere molto popolari tra gli stranieri, nonostante la corsa ad ostacoli per ottenere il prezioso permesso di lavoro. Questo è un anno ad alto rischio per l'amministrazione Biden. Nel bel mezzo della sua campagna di rielezione, il Presidente deve rispondere agli attacchi che criticano la sua politica di immigrazione. Biden ha lasciato il segno optando per una politica più umana, distante dall'era Trump. All'inizio del 2023, Biden ha favorito l'ingresso dei cittadini di Cuba, Venezuela, Nicaragua e Haiti grazie a un permesso di soggiorno di due anni. Il programma è stato un successo, ma altri cittadini stranieri privi di documenti hanno continuato a tentare la fortuna. La tensione al confine con il Messico è ai massimi livelli.

Il problema degli immigrati illegali ha riaperto la questione dei permessi di lavoro. Diverse città, tra cui Chicago, stanno proponendo di regolarizzare lo status dei lavoratori senza documenti che si trovano sul suolo americano “da molto tempo”. I tempi di elaborazione delle domande sono ancora troppo lunghi. Alcuni stranieri attendono da oltre 20 anni e chiedono di poter beneficiare dello stesso programma offerto agli espatriati venezuelani alla fine del 2023.

Politica di immigrazione e attrattiva

L'amministrazione Biden punta il dito contro i repubblicani, pronti a fare qualsiasi cosa per minare la sua politica. Ha ribadito il suo desiderio di attrarre talenti stranieri. L'8 aprile, le autorità per l'immigrazione hanno esteso i permessi di lavoro a 800.000 stranieri. Tra gennaio e aprile, inoltre, il governo ha lanciato un programma pilota per facilitare il rinnovo dei visti di lavoro H-1B. I tempi di elaborazione, però, frenano l'ingresso di chi vuole trasferirsi negli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti possono contare su buoni numeri:+1,9% di crescita nel 2022, +2,5% nel 2023 e +2,7% nel 2024, stando ai dati del Fondo Monetario Internazionale. Il leggero rimbalzo dell'inflazione (+3,5% a marzo 2024) è lontano dal picco del 2022 (+9,1%). Come l'Australia, anche gli Stati Uniti hanno un mercato del lavoro solido (con un tasso di disoccupazione del 3,8%) con una media di +231.000 posti di lavoro al mese nel 2023. I settori che prevedono assunzioni nel 2024 sono molti: sanità, informatica, marketing, finanza, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, risorse umane, ecc. Secondo The Stepstone Group, gli Stati Uniti necessiterebbero di oltre 2,7 milioni di talenti stranieri.

Il Canada vuole migliorare l'accoglienza dei cittadini stranieri 

Il Canada è innegabilmente una delle destinazioni preferite dagli espatriati, classificandosi al terzo posto nel 2014 e nel 2018, e al primo nel 2020 prima di tornare al terzo posto. Ma come influiranno le recenti misure governative sui piani di trasferimento dei lavotori?

La politica canadese in materia di immigrazione ha subito un'importante svolta a marzo, quando il Ministro dell'Immigrazione, Marc Miller, ha annunciato di voler limitare il numero di residenti temporanei (studenti, lavoratori stranieri e richiedenti asilo) per ridurlo al 5% entro il 2027, rispetto al 6,2% di oggi. Non si tratta della prima riforma sull'immigrazione. A gennaio, il governo ha emanato un “tetto temporaneo” al rilascio dei permessi di studio che prevede che, nel 2024, saranno rilasciati 360.000 permessi a studenti stranieri, con una diminuzione del 35%.

Miller sostiene di voler migliorare l'accoglienza riservata agli espatriati. Ricorda che gli stranieri non sono responsabili della crisi abitativa e sottolinea l'importanza di accogliere in modo “più efficiente” i cittadini stranieri, per evitare che cadono nelle mani di aziende e università che vogliono truffarli.

Il Canada, terra di immigrazione, afferma che rimarrà fedele ai suoi principi. Per l'esecutivo è impossibile fare a meno dei lavoratori stranieri. Il Paese, con l'invecchiamento della popolazione, fa affidamento su questi immigrati per sostenere la sua demografia e la sua economia. Il Ministero delle Finanze è soddisfatto dei dati di crescita: +3,5% stimato per il primo trimestre del 2024. L'inflazione è scesa dall'8,1% del 2022 al 2,8% del febbraio 2024. Il mercato del lavoro rimane solido, con molti settori che assumono (sanità, edilizia, insegnamento, lavori amministrativi, contabilità, lavori industriali, ecc.)

Mobilità internazionale in aumento

L'interesse per gli spostamenti internazionali sta gradualmente aumentando. Il 23% degli intervistati sta cercando attivamente un lavoro all'estero, contro il 21% del 2020 e del 2018. Il 63% dichiara di essere molto interessato a trovare impiego all'estero. Questi aspiranti espatriati hanno un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, sono laureati e non vogliono più limitare la ricerca di lavoro al loro Paese. Ritengono di avere maggiori opportunità se si posizionano sul mercato internazionale.

Se i giovani talenti stranieri (tra i 20 e i 30 anni) sono i più mobili (32%), i professionisti senior non sono da meno (30%), altrettanto motivati a sfruttare al meglio le loro competenze all'estero. Grazie all'allungamento delle prospettive di vita (in buona salute), alcuni Paesi hanno già adottato misure per incoraggiare l'assunzione di manager e direttori senior. Resta da vedere se questi progressi si rifletteranno nelle future politiche di immigrazione delle nazioni che continuano a favorire i giovani talenti stranieri.