Essere felici.. bella domanda. Ognuno di noi è capace della sensazione di felicità
ma ovviamente è diversa per ogni individuo.
Quando si parte per la Cina, per intraprendere un periodo lavorativo, si è forse più
eccitati e spaventati, che felici. O almeno era cosi nella mia esperienza nel lontano 2014.
Poi secondo me va considerato il tipo di esperienza che si va ad intraprendere.
Per esperienze, più o meno lunghe, ma che hanno una data di scadenza,
forse è più facile sentirsi liberi e più "protetti". Si sa che comunque dopo una forte esperienza
come vivere da espatriato in Cina, si rientra. In questo caso di solito le persone sono più
avvezze a fare esperienze anche forti, a spendere più denaro ed a "provare" di più.
Nel mio caso è differente. Non avevo un tempo di rientro, ed ero assunto da una ditta
Cinese (questo fa molta differenza)
Ambientarsi in Cina è facile se si vive da turista, o da ricco lavoratore straniero.
Se si intraprende un cammino come residente, frequentando i luoghi cinesi,
dove i veri indigeni vivono, come supermercati, negozi, zone della città dove non
esistono stranieri e ti devi confrontare con la burocrazia e le abitudini autoctone, è differente.
Tutto sta nella prospettiva di tempo e di visione che si ha della esperienza.
Ho visto italiani, vivere a Shanghai, con micro appartamenti costosissimi in super centro,
girare solo con Uber (Didi taxi, Uber è stata eliminata) o con taxi, mangiare 3/4 volte a
settimana nei ristoranti italiani, vivere solo con altri italiani, fare aperitivo tutte le sere,
ed uscire a ballare 4 volte a settimana. Felicissimi!! ma non integrati nel tessuto e nella
cultura cinese. Vivevano da border line, non interagivano con la Cina, e vivendo sopra
le righe, il loro stile di vita era costosissimo.
Ben diverso se intendi crearti una vita, risparmiare per il futuro, per un matrimonio, dei figli,
un appartamento e magari una macchina. Se ti approcci alla vita come se fosse la tua nuova
casa, tutto è diverso. Andare nella piscina del quartiere, dove nessuno parla inglese,
dove sei l'unico straniero e vieni guardato come un elefante a pois, i supermercati ed i
negozi dove ti devi intendere con i gesti e le poche frasi che sai di cinese, la amministrazione
delle piccole cose, come litigare con telecom china per la bolletta, attivarti da solo il contratto
di elettricità o del gas perchè non hai un landlord che affitta minuscoli locali a stranieri,
e quindi parla inglese e risolve lui per te, a costi esorbitanti tutta la burocrazia.
Importantissimo per me sono state le amicizie cinesi, che mi indirizzavano nella giusta
direzione quando dovevo litigare con la banca, o andare alla polizia perchè mi avevano
rubato il cellulare o perchè mi hanno clonato la carta di credito della Bank of China.
La pressione esiste, e quindi se vivi così, non solo lavorativa ma nella vita di tutti i giorni,
che tu sia a Shanghai, Roma o Sydney.
Per alleggerire la pressione, ci sono svariate cose da fare, piscina, corsi di yoga,
ma in Cina, la cosa migliore è trovarsi uno spazio sicuro dove riuscire finalmente a stare soli!
E' quasi impossibile in Cina. Sempre pieno di gente ovunque, dappertutto e in ogni orario.
Anche passeggiare al parco è problematico, dovendo dribblare dozzine e dozzine di cinesi.
Comunque una esperienza a Shanghai vale la pena farla!
Ti cambia la vita ed il modo di pensare e di vedere il mondo, e solitamente
ti cancella la visione rosea ed idilliaca che hanno quelli che non hanno fatto
una esperienza così unica, forte ed incisiva.