Intervista: Omar a Hong Kong
Ultima attività 07 Luglio 2016 di arredamento
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Ciao a tutti!
Con piacere metto a disposizione del forum la testimonianza di Omar.
Originario della provincia di Teramo ed esperto nel mercato della comunicazione d'impresa, nel 2013 Omar lascia l'Italia per trasferirsi ad Hong Kong dove attualmente vive e lavora.
Vi riporto un estratto della sua intervista:
Le tue considerazioni circa l'inserimento di un espariato nel settore di grafica e marketing a Hong Kong...
Questo è un settore ove risulta abbastanza complicato inserirsi perché le aziende cinesi, soprattutto, ma non solo, preferiscono assumere personale cinese per i molteplici benefici che da questo derivano, tra cui, ricordiamolo, il salario più basso rispetto ad un expat (anche del 50%), pretese di lavoro assurde come lavorare overtime anche sabati e domeniche (diciamo che un cinese si adatta un po' più facilmente) e, last but not least, la lingua cinese.
Su quest'ultimo punto, ammesso che ci si impegni ad imparare a parlare cinese, è quasi del tutto impossibile imparare a scriverla e se fai comunicazione, come faccio io, diventa difficile avere appeal per le aziende locali.
La soluzione è lavorare con companies straniere, ma che abbiano la sede qui e che abbiano contestualmente il 95% del loro mercato nel resto del mondo (io lavoro per una ditta indiana al momento).
E' stato facile integrarsi nella comunità locale?
Per me sì. Poi dipende dalle persone. Va detto che vige una sorta di regola non scritta, comune un po' a tutte le grandi città, dove ci si fa un po' tutti i fatti propri. Però se da un lato alcune persone ci guardano un po' storto per via del fatto che un expat è considerato un po' un "privilegiato" da queste parti visto che vantiamo salari più alti della media, condizioni generali migliori ed anche un certo successo con la popolazione femminile locale, dall'altro gli Hongkoghesi, soprattutto giovani, sono molto curiosi di confrontare il loro stile di vita, spudoratamente ispirato al modello occidentale (in particolare quello americano), con le reali esperienze di vita di un expat che possa raccontare di persona cosa ci sia di vero e cosa di falso in quello che loro vedono in televisione e soprattutto su internet.
La popolazione giovane è assolutamente open-mind, curiosa, socievole e si muove come una popolazione di vera avanguardia, dove tutti rispettano gli altri e dove nessuno ha stimoli di prevaricazione di tipo etnico-razziale.
Continua a leggere l'intervista : https://www.expat.com/it/intervista
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Saluti,
Francesca
Esperienza molto interessante. Trasferirsi all'estero è un grande sacrificio e richiede uno spirito d'adattamento al di fuori del comune. Complimenti a Omar, sappiamo bene anche noi che il mercato orientale presenta enormi difficoltà ma chi è capace, soprattutto se italiano, può avere buoni risultati.