viaggio in Africa attraversando il deserto del Sahara.
Ultima attività 11 Febbraio 2015 di Francesca
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Conoscere il deserto del Sahara, viverci, lavorare, camminare, tra le dune, sentirti solo in una distesa di sabbia infinita, per lunghi anni non è un'impresa da tutti. Ma veniamo alle origini del perche decisi di andare nei Paesi Arabi. Mi chiamo Italo, nato nella bellissima città di Treviso, proveniente da una famiglia povera, terminato il servizio militare nel corpo degli alpini a Tolmezzo con una specializzazione nella meccanica pesante (mezzi da cantiere movimento terra) e fresco di matrimonio con una figlia di due anni, senza un soldo e senza lavoro decisi di andare la guadagnare molti soldi. I lavori più pericolosi sono sempre i più pagati dissi, ho fatto richiesta di lavoro con la ditta più grande d'Europa la Condotte acque di Roma, fui assunto e andai a Bandar Abbas sul golfo Persico in Iran. Era l'anno 1980 la guerra Iran Irac era furibonda, diceva la radio locale che i morti erano più di diecimila al giorno, i primi sei mesi la mia famiglia era in Italia, poi chiesi alla ditta che non volevo più rimanere in Iran sentivo la mancanza dei miei cari, pertanto in qualità di capo officina, potei portare mia moglie e mia figlia in Iran, con conseguente rischio a mio carico firmando un documento che mi prendevo ogni responsabilità sapendo che il Paese è in guerra. Non c'era da mangiare a quei tempi, mangiavamo pesce mezzogiorno e sera, le bombe piovevano dagli aeroplani Iracheni giorno e notte si viveva nel terrore, dimenticavo di dire che la ditta costruiva il secondo porto navale più grande al mondo, all'inizio lavori eravamo in 14.000 uomini alla costruzione, poi siamo rimasti solo 2.000 gli altri italiani miei colleghi ritornarono a casa in Italia. I lavori durarono ben 14 anni io restai in Iran solo due anni, poi i rimanenti uomini furono imbarcati verso l'Italia, il pericolo era troppo e la ditta non voleva rischiare la nostra vita, cosi tornammo a casa mia moglie, mia figlia ed io. Non potevo stare con le mani in mano, avevo assaporato il gusto della adrenalina mi ingagiai con il gruppo Agip in Algeria nel deserto del Sahara, il mio incarico era specialista meccanico movimento terra, unico meccanico tra Algeri e altri sei cantieri sparsi in vari posti in mezzo al deserto. In questo posto si trivellava alla ricerca di gas e petrolio, molte volte mi spostato con un aereo biposto tra un cantiere e l'altro con la mia cassa di ferri per le varie riparazioni sul posto (dicevo sempre che mi sentivo un commesso viaggiatore ma, munito di aereo). Io sinceramente avevo paura del deserto del Sahara dei beduini, degli uomini blu, cosi detti Tuareg, molte volte entravo in panico, piangevo come un bambino vedendo il Ghibli (vento del deserto) alzava montagne di sabbia e le trasportava di qua e di la, il panorama cambiava di giorno in giorno IL DESERTO È VIVO! Successivamente andai a lavorare in Libia, prima a Tripoli poi a 1.450 km. dentro nel deserto, con la ditta Condotte Strade, lavorai per un totale di 5 anni tra rifacimento di strade nel deserto e ricostruzione di una pista per aerei. La mia esperienza di Paesi arabi in totale fu di 15 anni dei quali 5 nel deserto del Sahara tra Algeria e Libia. Ci ritoranai due anni fa con la ditta Conicos sul confine della Libia nel deserto del Sahara, è bellissimo, mi piace, il deserto mi chiama, amo fare lunghe passeggiate nel cuore del deserto, conoscendo i pericoli e le insidie che si celano tipo i scorpioni che solo dopo 5 secondi dalla loro puntura ti paralizzano i centri nervosi morendo poco dopo con atroci dolori, poi c'è la vipera cornuta, o serpente sette passi, il suo veleno paralizzandoti non ti fa più camminare e se non hai subito l'antidoto muori da li a poche decine di minuti. Io temo il deserto ma lo sfido, perché mi prende inconsciamente, il suo silenzio infinito, spazio e tempo si fermano e ti immergi nei propri pensieri ritrovandoti alla fine come rinato, vengono a galla cose che credevi di non ricordare, amo il deserto perché non è deserto è vivo! Amo la fotografia, ho scattato oltre mille foto nel deserto, mi piacerebbe condividerle con chi ne è interessato.
Ciao Italo,
grazie per l'interessante testimonianza e per averci raccontato un po' di te!
Se ti va di condividere qualche scatto, lo puoi fare nel nostro album Foto Guinea Conakry.
Saluti,
Francesca
Buongiorno Francesca,
NO, non sono contento perchè voi non avete accettato molte mie fotografie, pertanto non mi chieda di inserire foto anzi penso proprio cosa ci stò a fare io qui nel vostro blog.
Io sono un uomo che capisce, conosce le regole di buona convivenza e di civiltà, pertanto avendo posto delle foto belle, professionali, decenti, rispottose delle normali regole etiche e di pudore, io credo che le mie foto a documento di quanto dico,.... Pertanto comprovano quanto io stesso ho scritto, devono essere pubblicate!!!
Pensando a ragazzi, studenti, persone le quali non hanno avuto la mia stessa fortuna di viaggiare e vedere il deserto, credo che abbiano il diritto di vedere come è fatto un serpente cornuto (cosi si chiama) o un scorpione, animali tipici ed unici del deserto.
Cordiali saluti
Scirè italo