Puoi presentarti brevemente?
Sono una francese di origine senegalese. Vivo e lavoro a Barcellona dal 2017.
Da dove vieni e perché hai scelto Barcellona?
Sono nata e cresciuta a Parigi. Il mio legame con la Spagna data nel tempo. Da adolescente trascorrevo le vacanze estive a Barcellona, dove viveva parte della mia famiglia. Già ai tempi adoravo la lingua spagnola!
All'università ho deciso di studiarla perchè volevo approfondirne la conoscenza oltre che a sapere di più sulla cultura spagnola.
In seguito, ho incontrato un catalano. Per anni abbiamo vissuto una storia a distanza e ho fatto la spola tra Parigi e Barcellona. Nel 2017 ho finalmente deciso di fare le valigie e di trasferirmi.
Di cosa ti occupi?
Lavoro nel settore del marketing e delle vendite per un'azienda spagnola che opera nel settore della logistica farmaceutica. Sono completamente immersa nel mondo del lavoro catalano. In ufficio, il 90% delle volte parlo spagnolo, il che mi permette un'integrazione quasi totale.
Ci racconti gli inizi della tua vita all'estero?
Nel 2013 mi trasferii a Madrid. Non avevo progetti in testa, volevo solo andare alla scoperta della capitale spagnola. Trovai alloggio abbastanza in fretta. Putroppo rimasi meno di un anno perchè la crisi economica in Spagna era terribile in quel momento. Non riuscii a trovare un impiego e dovetti tornare con grande rammarico a Parigi. L'esperienza fu comunque positiva, ho imparato a cavarmela da sola e ho conosciuto tante persone.
Le qualità che apprezzi di più dei parigini e dei barcellonesi?
Della mia gente apprezzo la disposizione d'animo, sono benevoli. Dei barcellonesi ammiro l'ottimismo. Essendo io una persona ansiosa, mi stupisco sempre di come loro riescano a relativizzare.
E il difetto?
A mio avviso i parigini hanno la tendenza a lamentarsi. Io sono la prima a farlo, sono sincera. A Barcellona, andando più sul concreto, direi che ci sono pochi cinema che proiettano i film in lingua originale.
Dal punto di vista culturale, hai avuto difficoltà?
Direi di no, conoscevo già la città. L'unica cosa che ho dovuto cambiare sono le mie abitudini alimentari: cenare tardi la sera e sostituire il burro con l'olio d'oliva.
Come hai fatto per sormontare questa differenza di abitudini?
Ho semplicemente smesso di paragonare la mia vita parigina con quella a Barcellona.
Con quale sfida ti sei dovuta scontrare dopo l'espatrio?
Vivo e lavoro nella periferia di Barcellona. A seguito di una promozione, ho dovuto cambiare ufficio. Mi sono resa conto che non c'erano mezzi pubblici che collegassero casa mia al nuovo posto di lavoro. Ho dovuto quindi prendere la patente in Catalogna!
A Parigi mi spostavo con i mezzi pubblici, non avevo mai sentito l'esigenza di avere una patente o di imparare il codice della strada.
Prendere la patente in Spagna non è stato facile, ma mi sono impegnata e ce l'ho fatta.
Se fossi una città, quale saresti?
Tokio. L'ho visitata due anni fa. Si respira un'aria effervescente che ho molto apprezzato.
Se fossi un libro?
"Travesuras de la niña mala" dell'autore ispano-peruviano Mario Vargas Llos. Un'avvincente storia di amore che si svolge tra Parigi, Cuba, Londra e Lima.
Quali differenze interculturali hai dovuto sormontare lavorando in Catalogna?
Il modo di relazionarmi con i clienti. In Spagna ci si dà del tu e all'inizio ho avuto parecchie difficoltà perchè in Francia usiamo il voi.
Cosa ti ha insegnato la vita all'estero?
Sono diventata più nazionalista vivendo all'estero. Rivendico maggiormente le mie origini francesi da quando vivo a Barcellona.
Quale nuovi abitudini o stile di vita hai adottato?
Vivo molto più a contatto con la natura. La Catalogna è il posto ideale per chi ama il verde. Approfitto di ogni momento libero per fare escursioni in montagna o passeggiate in riva al mare.
Quale consiglio avresti voluto ricevere prima di arrivare a Barcellona?
Prendi la patente prima di trasferirti in Catalogna!