Bacchette&Forchette

L'espatriato del mese
  • Bacchette&Forchette - Skyline by night
  • Bacchette&Forchette - Strada di Shangai
Pubblicato 2018-08-01 alle 00:00 da Francesca
Classe 1984, scienziata naturale, nata camminatrice, lettrice seriale e cuoca accanita. Ma prima di tutto una italiana catapultata a Shanghai.

Parlaci di te: chi sei e da dove vieni? 

Mi chiamo Daria, 1984, e sono nata e cresciuta nel nord del Varesotto, nella zona dei laghi.

In che Paese vivi?

Attualmente in Cina, vivo a Shanghai.

Da dove nasce il tuo progetto di trasferimento in Cina?

Da una proposta di lavoro fatta al mio compagno, capitata in un periodo che tutta una serie di coincidenze hanno reso perfetto per tentare nuove esperienze. Come per esempio la scadenza del mio contratto di lavoro, un po' la stanchezza e la delusione di non riuscire a mantenermi con quella che dovrebbe essere la mia professione... Un momento in cui nuovi stimoli e problemi diversi dal solito mi davano l'impressione di una boccata d'aria fresca, un modo per scrollare via quella ruggine e quel torpore che si creano inevitabilmente con la routine.
Ho pensato che un'esperienza in un Paese tanto diverso mi avrebbero insegnato sicuramente qualcosa e aiutata a ridimensionare e rimescolare le priorità. Come la relazione stessa col mio compagno: sarebbe stato troppo faticoso e difficile mantenerla da una così grande distanza e per un periodo indefinito di tempo (anni in ogni caso).
Così ho deciso di seguirlo e vedere cosa sarebbe successo.

Che strumenti hai usato per cercare informazioni su Shanghai prima di trasferirti?

Quando ti trasferisci non è come fare un viaggio sapendo di tornare a casa a breve, e le informazioni che cerchi e di cui hai più bisogno sono di vita vissuta, quindi mi sono affidata soprattutto ai blog, dove ho scovato informazioni pratiche. Poi siti ufficiali, come quello del Consolato, e anche qualche guida turistica... giusto per sentirmi un po' in vacanza, almeno all'inizio.

Di cosa ti occupi?

In Italia ero impiegata e saltuariamente mi occupavo di didattica ambientale. Qui a Shanghai per ora non lavoro ma, dopo un po' di assestamento, sto cominciando a guardarmi attorno per cercare di capire in cosa posso lanciarmi.
Ormai da anni gestisco un blog di cucina - una delle mie passioni - a cui si è aggiunto quello sull'esperienza in Cina e al momento occupano buona parte della mia giornata.  E infatti, visto che adesso ne ho il tempo, ho colto l'occasione per cercare di trasformare l'hobby per la cucina e la scrittura in qualcosa di più professionale... di necessità virtu' diciamo!

Che tipo di visto hai e che iter hai seguito per l'ottenimento?

Al momento ho un visto turistico: due ingressi da 30 giorni l'uno. Per ottenerlo ho seguito l'iter standard: ho compilato e stampato il form trovato on-line, poi l'ho consegnato al Consolato Cinese a Milano assieme agli altri documenti richiesti, tra cui la prenotazione aerea di a/r e l'indirizzo in cui avrei soggiornato in Cina. 
Sto ora cercando di ottenere il visto di ricongiungimento familiare con il mio compagno, in modo da non avere più vincoli per le entrate e le uscite dal Paese, ma non so ancora come andrà a finire... alla peggio gli chiederò di sposarmi!

Bacchette&Forchette - Tian Zi Fang

Scrivi un blog, come si chiama e quando hai cominciato a scriverlo?

Si chiama “Bacchette&Forchette” e ho iniziato a scriverlo poco prima della partenza per la Cina.

Che tematiche tratti nel blog?

In realtà non seguo nessuna tematica precisa o rigorosa. E' semplicemente un diario, un posto in cui appunto le cose che più mi colpiscono o interessano di una cultura così diversa da quella in cui sono cresciuta, dove parlo di quello che mi succede e di come mi sento. 
Racconto la mia esperienza personale, il punto di vista di un'italiana sempre vissuta in Italia e finita improvvisamente in Cina. 

Cosa ha ispirato il titolo del blog “Bacchette&Forchette”?

La mia passione per la cucina e il cibo. E' inevitabile, casco sempre lì. Volevo qualcosa di simbolico, di immediatamente riconoscibile nell'immaginario collettivo, che suggerisse le differenze tra i due Paesi, ma allo stesso tempo anche un filo comune. 
In entrambe le culture infatti la tradizione culinaria e gastronomica è profonda e riveste un ruolo importante. E così le bacchette e le forchette riassumono tutto questo: due strumenti di uso quotidiano così diversi tra loro - quasi iconici - che suggeriscono il legame che entrambi i Paesi hanno con il cibo. Poi faceva rima, fattore decisivo.  

Quali differenze sostanziali hai potuto riscontrare tra lo stile di vita cinese e quello italiano?

Le differenze non sono poche ed è difficile generalizzare.
La cosa che forse colpisce di più – almeno qui a Shanghai – è la dipendenza dalla tecnologia e internet: qui si fa tutto con il cellulare e con le app. In Italia al confronto siamo dei dilettanti.v Pagare, chiamare i taxi, prendere la bicicletta, l'ombrello in metro, perfino chiedere l'elemosina! E ovviamente comunicare con le altre persone. C'è una vera e propria dipendenza, il cellulare qui è un'appendice della mano, che viene usata in ogni situazione e di continuo, anche mentre si va in motorino o in bicicletta. Con conseguenze che vi lascio facilmente immaginare. 
Sono molto meno individualisti di noi occidentali, fanno molte cose insieme, e in tanti. Sono sempre tanti.
In realtà oltre a differenze ho trovato anche più punti di contatto.
Il piacere per il cibo e la buona cucina: se vuoi far contento un cinese regalagli del cibo.
La struttura e l'organizzazione della famiglia, l'importanza riservata ai bambini (che hanno una festa nazionale tutta per loro), la mamme molto attente e premurose e il ruolo fondamentale dei nonni. 
I giovani si sposano prima rispetto all'Italia, e hanno bambini prima. Ciò influisce molto sulla loro vita sociale che mi pare molto meno attiva, incentrata sulla famiglia, rispetto alla stessa fascia di età in Italia.
Per quello che ho potuto vedere finora qui nella vita quotidiana si segue tanto la regola del “tu comincia a fare, alle cose che servono ci pensiamo man mano.”. E così ti imbatti in supermercati e locali pronti a metà, in lavori messi insieme alla meno peggio... 

Sei riuscita ad integrarti nella comunità locale?

No, sono qui da troppo poco ancora. Al momento ho avuto occasione di conoscere solamente altri expat e qualche collega cinese del mio compagno.
L''impressione è che non sia molto facile integrarsi qui e l'ostacolo più grande di tutti è quello della lingua, dato che praticamente nessuno parla inglese. Anche parole che noi consideriamo universali come “ok” qui non vengono comprese.
Perfino la gestualità è diversa e non è immediata. Tutto questo immagino sia dovuto alla forte chiusura dello Stato, fino a pochi anni fa, nei confronti del resto del mondo, .
Sono infatti un popolo riservato e chiuso, allacciare rapporti che vadano oltre a quelli di lavoro o di cortesia non è nè facile nè frequente. Anche se si percepisce una certa curiosità e simpatia verso il mondo occidentale che noi expat rappresentiamo qui.

Bacchette&Forchette - Giardino del Mandarino Yu

Parli cinese e dove/come l'hai imparato?

Non parlo cinese, se si escludono quelle cinque-sei parole necessarie per la sopravvivenza quotidiana. L'ostacolo più grande che ho incontrato da quando sono qui è proprio quello della lingua: oltre a complicare cose semplicissime come fare la spesa o comprare un analgesico, impedisce anche di instaurare rapporti semplici come quelli di vicinato, non è possibile nemmeno scambiare due parole sul più e sul meno.
Visto che è una cosa che mi sta pesando molto farò presto qualche corso per migliorare un po' la situazione. 

Quali sono i settori lavorativi più comuni ricoperti da espatriati a Shanghai?

Per quello che ho potuto osservare finora, qui a Shanghai buona parte degli espatriati ricade in tre categorie lavorative.
Per primi i dipendenti di grandi/medie aziende italiane che lavorano presso gli uffici di rappresentanza in Cina o fanno consulenza: soprattutto ingegneri, avvocati e professionisti vari.
Poi ci sono quelli che si occupano dell'insegnamento sia nelle scuole che in privato, ruoli che non di rado vengono ricoperti da fidanzati, mogli o mariti della categoria precedente, da chi insomma è arrivato qui in Cina al seguito di qualcuno.
La terza categoria racchiude invece chi è legato alle piccole imprese che in Cina si occupano di import/export di vino o altri prodotti gastronomici, o più in generale si occupa di ristorazione.

L'idea che ti eri fatta della Cina prima di trasferiti si è modificata dopo che hai iniziato a viverci e se si, perché?

Per dirla tutta non avevo un'idea nitida di come potesse essere in realtà questo Paese oltre ai soliti luoghi comuni.
Facevo davvero fatica ad immaginarlo e cercavo di non cader vittima di aspettative sbagliate.
Non si può immaginare prima come sarà camminare in una via shanghainese o come il controllo dei mezzi di informazione influenzi la quotidianità. Te lo dicono, lo sai, ma esserci dentro è un'altra cosa. Quindi sto costruendo la mia idea di Cina man mano, vivendoci.
L'unica cosa che mi aspettavo - e che anzi è ancora meglio di quanto avessi immaginato - è la bontà della cucina!

Cosa ne pensi del livello di sicurezza personale a Shangai?

Shanghai è la città più sicura in cui abbia mai camminato!
Non è semplice da spiegare, ma qui si percepisce forte il senso di sicurezza semplicemente girando per le strade, era una cosa che non mi aspettavo.
Finora non c'è stata zona della città o orario in cui abbia percepito anche solo un piccolo disagio, pur spostandomi da sola.
Non è molto che sono qui, ma ho girato parecchio, soprattutto a piedi. Non mi è ben chiaro da cosa dipenda, se dalle telecamere onnipresenti, dalla timidezza e riservatezza tipiche dei cinesi o che altro. Ma al momento è l'aspetto di Shanghai che apprezzo di più.
Tutto questo a patto di non farsi investire da un qualsiasi mezzo con le ruote, che sia auto, bicicletta o motorino, ma evitarli è una cosa che si impara in fretta!

Quali sono le caratteristiche climatiche della zona?

Non sono poi molto diverse dall'Italia. Anche qui ci sono le quattro stagioni, con inverni freddi (anche se raramente ghiaccia o nevica), estati molto (molto) calde e afose, in cui si raggiungono facilmente i 40°C, durante le quali piove parecchio e si scatenano forti temporali. Le stagioni intermedie sono invece piacevoli e miti. 

Bacchette&Forchette - Century Park

Se dovessi fare un elenco di cose che assolutamente vanno fatte/viste a Shangai e dintorni, cosa consiglieresti?

Bè, per farsi un'idea della città consiglio di andare a vedere tutti i classici: un passeggiata sul Bund per godere dello skyline e della vertiginosa Shanghai Tower.
Due passi a Century Park e poi in un normale parco cittadino: decisamente folkloristico con i cinesi che si ritrovano per fare assieme thai-chi, cantare e ballare danze popolari.
Una visita al Giardino del Mandarino Yu e la città vecchia non può mancare, come una passeggiata nel quartiere della French Concession.
Con la metro si possono raggiungere anche caratteristici borghi sull'acqua, come Qibao, dove godersi le case caratteristiche e qualche delizia tipica.
E poi – ovviamente – non si può non assaggiare tutto quello che ispira, soprattutto ravioli e baozi! Shanghai non è il posto migliore per lo street food, ma qui si trovano alcuni dei migliori ristoranti di tutta la Cina.
Shanghai poi è molto ben connessa, i mezzi di trasporto sono efficienti, capillari e facili da utilizzare anche per chi come me non parla cinese, quindi gli spostamenti per visitare le varie zone sono veloci.

Che suggerimenti puoi dare  ai futuri espatriati per rendere più gestibile e piacevole il trasferimento?

Prima di partire per la Cina dotarsi di una buona VPN, altrimenti non è possibile accedere praticamente a nulla di quello che per noi è il normale internet: niente Google, niente YouTube, Facebook eccetera. Io stessa sono rimasta isolata dal mondo di prima per oltre una settimana e non è stato piacevole.
A Shanghai bisogna imparare in fretta ad usare le loro app più comuni: Didi per i taxi, e-permarket per la spesa, SmartShanghai per i ristoranti, AliPay per i pagamenti, Baopals per lo shopping online e la onnipresente Wechat, che loro usano per fare tantissime cose e che sostituisce egregiamente il nostro Whatsapp. Avrete il cellulare sempre in mano.
Appena arrivati meglio aprire un conto: Bank of China o ICBC. E' molto utile dato che ci si può legare Alipay o Wechat Pay per i pagamenti. Le carte di credito occidentali spesso non sono accettate e ci sono limiti molto stretti per il cambio di valuta per cui può essere difficile reperire i contanti.
Installare un traduttore può semplificare la vita e anche un monitor della qualità dell'aria può aiutare.
E poi consiglio di affrontare le cose con pazienza e un po' di ironia. Asiatici ed occidentali hanno innegabilmente modi estremamente diversi per affrontare e gestire le situazioni e i problemi. Arrabbiarsi o innervosirsi perchè non capiamo certi comportamenti non serve a nulla. La loro logica ci appare non lineare, contorta e a tratti innervosente. Ma alla fine è efficace!

La vita all'estero ti ha cambiata? Sotto che punti di vista?

Come ho già detto non sono qui da molto. Però il salto è stato grande e anche in questo breve periodo ho notato sì alcuni cambiamenti, o stati d'animo che porteranno inevitabilmente a cambiamenti. Basta anche solo il fatto di dover ritrovare e ricreare un nuovo equilibrio, dover ridisegnare una quotidianità. 
Sarà inevitabile che qualcosa cambi conoscendo nuove persone e una nuova cultura. Già in questi primi tempi mi sono ritrovata a rimescolare le mie priorità o quelle che credevo tali, a spostare e ridimensionare problemi o situazioni che finora sembravano inamovibili e consistenti.
Cambia il punto di vista e di conseguenza cambia anche il modo di affrontare la vita.
Un cambiamento forte di tanto in tanto lo trovo salutare: come in un trasloco dove ci si alleggerisce e ci si libera di tante cose che in realtà non si usavano più da anni.