Ma come sono i portoghesi?

Buongiorno Serpaid1,

mi trovo d'accordo, poi ci sono variabili tipo livello d'istruzione e lavoro, diciamo che un buon 70% dei portoghesi risponde alla mentalità del "pequenino" nel senso che tutto mi sembra sottodimensionato senza attenzione alla qualità ma con estrema cura dell'apparenza (adorano le cianfrusaglie), e d'altra parte dell'ostentazione con auto rigorosamente tedesche e magari datate, quindi inquinanti.
Le auto ibiride ed elettriche qui non si vedono che molto raramente, credo per scarsa consapevolezza della necessità di proteggere l'ambiente e perché bisogna premere sull'acceleratore, sennò che senso ha guidare un'auto di "prestigio"? 
Però ricordo che anche in Italia le cose non erano molto diverse tra gli autisti...

Vengo in Portogallo mediamente 4/5 volte l'anno per due o più settimane, grazie a corsi di aggiornamento. La zona più o meno è cascais non lontano da Lisboa, riguardo ai portoghesi/e posso semplicemente dire che sono meravigliosi, solari sorridenti, nonostante le difficoltà dovute a salari bassissimi direi.

sono molto legati alle tradizioni e c'è un livello di rispetto che in Italia solo alcune generazioni addietro avrebbero parificato.

Forza Portugal.

Ah quasi dimenticavo amano noi italiani

Non posso che essere concorde da Setubal, in 6 mesi di vita vissuta (trasferimento definitivo), mi sono sempre trovato a mio agio con i/le portoghesi. Ho trovato simpatia e disponibilita' anche quando non veniva messo subito in atto il 'freno' di "Eu sou italiano e nao falo portugues"

A me pare un popolo che si da' da fare molto  e bada molto alla sostanza piu' che alla forma ma, ripeto, e' il mio pensiero.

In ogni caso per tutti i documenti e la burocrazia mi sono sempre trovato a mio agio con i/le portoghesi (interfacciandomi in inglese) e ho sempre trovato cortesia e disponibilita'. Ovvio che i tempi sono 'portoghesi'

@Vincent1977 verissimo, sono da apprezzare, educati, cortesi, rispettosi, e, soprattutto delle regole... che gli italiani hanno dimenticato. Vivo in Portogallo dal 2019, ed in tutta franchezza, quando torno in Italia, noto la differenza.

Vengo in Portogallo mediamente 4/5 volte l'anno per due o più settimane, grazie a corsi di aggiornamento. La zona più o meno è cascais non lontano da Lisboa, riguardo ai portoghesi/e posso semplicemente dire che sono meravigliosi, solari sorridenti, nonostante le difficoltà dovute a salari bassissimi direi.
sono molto legati alle tradizioni e c'è un livello di rispetto che in Italia solo alcune generazioni addietro avrebbero parificato.
Forza Portugal.
-@Vincent1977

Beh, ecco, ognuno fa le sue esperienze. Parlo quindi soltanto ed esclusivamente per me e senza volere per nulla generalizzare MA guarda caso... tutto il mio guaio è partito proprio da questo malinteso dell'avere dapprima conosciuto il clima (dal lato umano come pure da quello professionale) di Cascais-Estoril ...  E non è QUELLO, il Portogallo. Semmai volesse uno scambio e altri dettagli, preferisco tramite M.P. date le poco gradevoli esperienze fatte anche sul foro, dove guai (a me) dire qualcosa che fosse in contrasto con gli entusiasmi altrui. Probabilmente, "il mio peggior difetto" almeno in relazione a quello che posso suscitare, è il non potermi di certo togliere l'occhio ... sicuramente da deviazione professionale. 1f602.svg

Buongiorno a tutti e a lavinia 1f642.svg


per una volta concordo con te, ognuno fa le proprie esperienze e le racconta commettendo forse a volte la leggerezza di generalizzare...so che hai avuto i tuoi guai con i portoghesi e hai di conseguenza "il dente avvelenato" e quindi hai le tue buone ragioni per invitare a non generalizzare...io vivo in una piccola realtà del nord e anch'io giudico da quel poco che ho visto i portoghesi gentili, disponibili ecc. ecc. ... non ho avuto esperienze particolarmente negative però riesco a vedere anche cose che mi lasciano molto perplesso ... diciamo comportamenti non proprio ineccepibili che non mi lasciano così entusiasta come la maggioranza di persone che ha espresso la propria opinione qui... diciamo che a volte sono un po' "schizofrenici", se mi passi (passate) il termine, ...per alcune cose si dimostrano avanti ed educatissimi, per altre assolutamente no...tipo, per esempio, fare pipi nelle aiuole (ho visto anche donne farlo)...non fare quasi mai la raccolta differenziata buttando nel secco tutto quanto... buttare cartacce e rifiuti vari per terra...usare la statale di notte per fare passaggi in moto o auto a velocità pazzesche...parcheggiare o sostare in doppia e tripla fila senza minimamente curarsi se il traffico veniva bloccato.......insomma cose di questo genere...


però, ripeto, nei rapporti personali, non ho nulla da dire, ho sempre avuto dei riscontri più che positivi e quindi il mio personalissimo giudizio è in generale positivo...con qualche riserva 1f642.svg

@Fio54 Buongiorno argomenti molto interessanti!! Io direi studi un po' di Storia sia più informata e culturata!! Fare il portoghese è un'espressione che si utilizza nel gergo comune per indicare qualcuno che usufruisce di un servizio senza pagarlo, ad esempio che viaggia su un mezzo pubblico senza biglietto o che tenta di entrare gratuitamente da qualche parte. Ma perchè si dice proprio “fare il portoghese”. I Lusitani sono famosi per non pagare? Vediamolo subito!

Il Portogallo era una nazione molto ricca e florida, culturalmente ed economicamente. Aveva ambasciate in tutte le zone europee, la più importante di esse era quella presso la Santa Sede a Roma.

I Lusitani erano soliti organizzare grandi spettacoli e ricevimenti presso il Teatro Argentina. Per i connazionali il biglietto era gratuito, bastava dichiarare all'ingresso la propria nazionalità.


Esiste anche un'altra versione fornita addirittura dell'ambasciata portoghese a Roma.


Una volta, al tempo di Giovanni V il Magnifico, il Portogallo era considerato una delle nazioni più ricche d'Europa, vale a dire del mondo di allora. Infatti, il XVIII secolo fu tempo di fastose feste nelle ambasciate, in particolare quella del Marchese di Fontes (1713), e quella di Mello e Castro, Conte di Galveias (1718) – quest'ultimo abitando vicino a Piazza Argentina.


Probabilmente fu lui a realizzare a Teatro Argentina degli spettacoli ai quali, naturalmente, la comunità portoghese residente a Roma, per entrare, non doveva pagare il biglietto. E così, con la furbizia che gli è caratteristica, il romano che voleva entrare senza pagare negli spettacoli faceva finta di essere portoghese…

Per questo motivo, molti romani furbetti provarono ad entrare senza pagare il biglietto dichiarandosi, appunto, portoghesi.


Questo modo di dire è nato quindi a Roma ed è ancora qui molto diffuso, ma nel tempo si è allargato anche ad altre zone d'Italia.

Beh, io non conosco personalmente portoghesi ma mi hanno detto che chiamano qualcuno "italiano" proprio come noi chiamiamo qualcuno "portoghese", cioè qualcuno che entra da qualche parte senza pagare il biglietto, un imbucato, insomma...

vi risulta?
-@Fio54

     Studiare é importante e tenere la mente fresca come il nostro più bello Mare Oceano!

   Fare il portoghese è un'espressione che si utilizza nel gergo comune per indicare qualcuno che usufruisce di un servizio senza pagarlo, ad esempio che viaggia su un mezzo pubblico senza biglietto o che tenta di entrare gratuitamente da qualche parte. Ma perchè si dice proprio “fare il portoghese”. I Lusitani sono famosi per non pagare? Vediamolo subito!

Il Portogallo era una nazione molto ricca e florida, culturalmente ed economicamente. Aveva ambasciate in tutte le zone europee, la più importante di esse era quella presso la Santa Sede a Roma.

I Lusitani erano soliti organizzare grandi spettacoli e ricevimenti presso il Teatro Argentina. Per i connazionali il biglietto era gratuito, bastava dichiarare all'ingresso la propria nazionalità.


Esiste anche un'altra versione fornita addirittura dell'ambasciata portoghese a Roma.


Una volta, al tempo di Giovanni V il Magnifico, il Portogallo era considerato una delle nazioni più ricche d'Europa, vale a dire del mondo di allora. Infatti, il XVIII secolo fu tempo di fastose feste nelle ambasciate, in particolare quella del Marchese di Fontes (1713), e quella di Mello e Castro, Conte di Galveias (1718) – quest'ultimo abitando vicino a Piazza Argentina.


Probabilmente fu lui a realizzare a Teatro Argentina degli spettacoli ai quali, naturalmente, la comunità portoghese residente a Roma, per entrare, non doveva pagare il biglietto. E così, con la furbizia che gli è caratteristica, il romano che voleva entrare senza pagare negli spettacoli faceva finta di essere portoghese…

Per questo motivo, molti romani furbetti provarono ad entrare senza pagare il biglietto dichiarandosi, appunto, portoghesi.


Questo modo di dire è nato quindi a Roma ed è ancora qui molto diffuso, ma nel tempo si è allargato anche ad altre zone d'Italia.

@margarida64

grazie per tutte le preziose info...ripetute anche più volte così le imparo bene...1f600.svg

e grazie anche per gli altrettanto preziosi consigli...soprattutto per questo:


"@Fio54 Buongiorno, cerchi di fare un po' di Coltura!!..."


appena trovo un pezzo di terra coltivabile dalle mie parti provvederò...1f600.svg1f600.svg

Mi sembrava strano che l'espressione fosse nata dal comportamento dei portoghesi, come tanti, compreso io, ritenevano.

Come nasce un modo di dire non è mai certo, le leggende abbondano e nessuna è confutabile, specie dopo 300 anni, quello che invece è certo è che oggi il ruolo del "portoghese" è spesso appannaggio degli italiani, come ci fanno notare i nostri anfitrioni e, mi duole dirlo, spesso a ragione.

Ovviamente generalizzare non va mai bene ma di certo c'è che abbiamo comportamenti che il portoghese medio trova sconvenienti e spesso abbastanza sconcertanti, cosa spesso reciproca, se non fosse che non siamo a casa nostra.

Un minimo di tolleranza reciproca non fa mai male, nonostante, nella mia personale esperienza, siano in Portogallo più gli italiani che manderei a quel paese e che ho trovato irritanti che i portoghesi.

Anche se devo dire che nel post-pandemia certi atteggiamenti irritanti e poco tolleranti sono in crescita in terra lusitana, soprattutto nel settore della ristorazione ma anche, e l'ascesa di Chega lo dimostra, nel sentito comune. I demagoghi prosperano nelle crisi economiche e anche in questo non sono diversi dagli italiani.

Alla fine fine di tratta di trovare una via di convivenza indolore.

"Fare il portoghese..."

https://www.expat.com/forum/viewtopic.p … 04#4972558

(#13)


Chi è espatriato deve essere disposto a incontrare il diverso senza giudicare o sminuire il comportamento altrui.


Esistono centinaia di luoghi comuni su città, regioni e persino su un paese. Chi non ha mai detto che un tedesco mangia solo salsicce? O che un parigino non fa il bagno? O che una donna brasiliana è una donna di strada, facile, volgare, e un uomo brasiliano è un pigro? Etc, etc, ...


L'stereotipo è un'immagine mentale molto semplificata e ignorante che alcune persone si fanno di un certo gruppo di persone, soprattutto se non fanno parte del "nostro" gruppo, qualunque esso sia .... È il modo più semplice che troviamo per etichettare gli altri sulla base di una visione etnocentrica, individualista e ignoranti.


Il più delle volte, ciò che vediamo sono caratteristiche comportamentali di uno o di un piccolo gruppo di individui e non del luogo in cui si vive.


Cambiate la vostra attenzione...


Prima di generalizzare l'altro, pensate se a voi, italiani, piacerebbe essere etichettati come fate qui con i portoghesi.


Non tutti gli italiani stanno davanti agli altri in coda, non tutti gli italiani parlano con le braccia e a voce alta, non tutti gli italiani fanno parte di organizzazioni criminali come la mafia e le brigate rosse, non tutti gli italiani sono maleducati e ingrati, non tutti gli italiani vanno in lambretta,...


E se ci rivolgiamo agli stereotipi regionali? Non tutti i milanesi sono arroganti. Non tutti i napoletani sono rumorosi e fanno le pizze. Non tutti i siciliani sono mafiosi e invidiosi. Non tutti i romani sono rumorosi e burini, ... etc, etc.

Cmq le BR non sono un'associazione criminale, rettifico per onor di cronaca e storia, per il resto ovviamente concordo, era quanto dicevo nel mio post.

@Chris,  Quanto al fatto che non sia un'associazione criminale, è discutibile... non sono stati loro ad assassinare Aldo Moro? Anche in Portogallo abbiamo avuto tali "gruppi terroristici"... stiamo pagando ancora oggi per gli errori che hanno lasciato...

La Storia assegna alla lotta armata di sinistra degli anni 60/70 ben altri giudizi. La situazione portoghese è stat ben diversa da quella italiana, basca, irlandese, palestinese e tedesca, ognuna con le sue peculiarità. Non è certo questa la sede adatta per una pur interessante discussione in merito, cosa che ben farei davanti a una birra e un piatto di caracois, ma nella pur minima riduzione, se per criminale intendi che hanno ucciso delle persone, benché questo sia ovviamente insito nella stessa natura della lotta armata, ovviamente non sbagli.

@JohnnyPT gli italiani, purtroppo, sono abituati ad essere associati a stereotipi ben più banali, nel migliore dei casi o offensivi, nel peggiore.  Anche qui in Portogallo veniamo "etichettati" senza andare troppo per il sottile.  A nessuno importa da quale parte d'Italia vieni o quali siano le tue tradizioni.  Sei italiano/a.  E tanto basta.

@Fio541f602.svg1f923.svg Fammi sapere se hai bisogno di una mano per fare... coltura...

@Santi,

Avete ragione. Molti portoghesi non conoscono le differenze tra le varie regioni d'Italia, distinte per costumi e cultura, e unificate "recentemente" meno di 200 anni fa?  Per quanto riguarda gli stereotipi di cui parli tanto qui, ti ricordo che il Portogallo ha avuto una dittatura per più di 50 anni, che voleva tenere i portoghesi ignoranti e senza accesso alla cultura, in modo che non mettessero in discussione il regime dittatoriale e le guerre coloniali che non hanno portato a nulla .....


... e dopo una rivoluzione incruenta, è arrivata una "libertà" con quasi 50 anni che non è stata utilizzata per un maggiore sviluppo, grazie alla mediocrità di gran parte della classe politica, e alla partenza di gran parte delle persone qualificate all'estero... e mi fermo qui perché non è questo il luogo per parlarne.... solo si mangiare un piatto di "caracois", ma..... cosa che non mi piace.... ma il problema è mio che non faccio parte di questo stereotipo... eheheh

Eh sì, non è il posto giusto per una discussione così interessante, ma i caracois mi piacciono da impazzire non per stereotipo, è tutta la vita che mangio lumache come ogni buon sardo che si rispetti 😂😂😂😂

@JohnnyPT stiamo parlando di stereotipi o di storia?  Io in Portogallo ci vivo da 6 anni e non come RNH. 

Non sempre gli stereotipi sono negativi, come mi insegni. 

Ma sempre stereotipi sono. 

E anche per noi italiani vale lo stesso principio.

@Santi, Sono sempre collegate. La storia risponde a molte domande. Perché i Romani parlano molto con le braccia quando parlano? Perché all'epoca dell'Impero Romano, i Romani avevano a che fare con persone di lingue diverse e dovevano farsi capire.


Perché esiste lo stereotipo del tè delle 5 inglese? Questa abitudine "così inglese...." è stata portata in Inghilterra nel XVII secolo da una regina portoghese, come spiegato in questo link:


catherinefineteas.com/catarina-de-braganca-e-o-habito-de-tomar-cha-na-inglaterra/


(...)

Che ha una bella statua a Parco das nacoes vicino allo skate park ❤️

@JohnnyPT mi permetto una una banalità: la storia è essenziale per capire un popolo,  Ma gli stereotipi (positivi e) negativi sono una scorciatoia irresistibile quando ti trovi in fila al supermercato e tra 10 minuti devi iniziare a lavorare, mentre la cassiera scambia bejinos con la cliente di turno.

In quel momento io cerco di ricordarmi della storia moderna del Portogallo, ma ... ho dei limiti, lo ammetto.

Ancora mi risuona nelle orecchie il: "Só um bocadinho".

Nei grandi supermercati in cui vado non mi capita. Nei negozi di alimentari o nei mini-market è molto probabile che accada. Lo vedo di più nei servizi pubblici, ma questo è un problema che risolvo facilmente: prima richiamo la loro attenzione e, se non funziona, 15 secondi dopo urlo a tutti quelli che mostrano inefficienza nel loro lavoro. E se mi arrabbio davvero, lo scrivo nel registro dei reclami. Penso che anche voi dovreste fare lo stesso, ogni volta che sentite di non essere rispettati come clienti. Ma mi sembra che questo problema non sia esclusivo del Portogallo. Il "só um bocadinho" è tipico dei portoghesi... fa parte del dizionario .....

Santo cielo !

qualcuno crede di risolvere con chiavi di lettura che riguardano la.... coltura  (e forse ha ragione: quando non arrivassero più cibarie da fuori, un orticello può sempre far comodo averlo sotto casa o... sul balcone, con le erbette a disposizione anche dell'eventuale micio di casa).

Poi qualcun altro porta l'esempio che vive di qui, o che vive di là, o parla dei clichés e dei luoghi comuni rispetto ad altri popoli e in modo reciproco, tipico di noi esseri umani (forse...).

Fatto sta che ognuno di noi fa le sue proprie personalissime esperienze.  Le mie, per esempio -che non riporto anche avendo io a cuore la mia salute e non volendomi riscaldare vecchie minestre su questioni già trattate in passato-  non hanno da essere rappresentative di tutto un popolo, altrimenti lo si dovrebbe affogare....😁😂   Ma di certo che ci sono sì eccome, caratteristiche precise di un popolo rispetto ad un altro.  Per esempio può essere maleducazione qualcosa che in un altro paese è normale - e viceversa.  O ci sono modi di comportarsi o soprattutto di esprimersi, che sono abbastanza indicativi di specificità di zone e paesi.

Di certo c'entra eccome, il tipo di regime politico, o di gestione politica in generale, che è stato in vigore in un paese, piuttosto che in un altro.  Da certi regimi dittatoriali, per esempio, si può restare marcati anche per oltre due generazioni.  Paesi dove c'è stato compenso in cambio dello spifferare sui fatti di parenti e vicini di casa, restano poi un riserbo che non è assimilabile al riserbo naturale e spontaneo.  Si resta marchiati da tragedie che neppure si sono vissute sulla propria pelle, ma delle quali se ne sono vissute le conseguenze dentro le famiglie che le hanno sofferte. 

Frequentando persone di paesi con caratteristiche storico-politiche dissimili da quelle che si sono vissute "a casa propria", si può per esempio (ho detto: per esempio !)  abbastanza facilmente essere indotti a "giudicare" che si tratti di gente falsa, ipocrita.  Ma alla radice di questo comportamento che in superficie si manifesta come tale anche in modo palese, sussiste ancora la paura.  Una paura di cui molto probabilmente la gente neppure è consapevole, essendosi questa paura radicata nel profondo e non in relazione a una causa di natura recente o vissuta personalmente.  Sempre soltanto per proseguire sul filo dell'esempio -e quindi del tutto ipoteticamente- , ecco allora che la paura rende sospettosi dell'altro. E se questo "altro" è anche uno diverso che viene da fuori, questo desta sentimenti e atteggiamenti che possono essere ambivalenti:  da un tratto diffidenza e cautela, dall'altro curiosità (nel senso buono del termine), ma anche con eventuale pronto irrompere di sentimenti di invidia.  Per cui vige anche un forte orgoglio, con l'avere bisogno di ricevere conferme e apprezzamento. Oppure, a seconda del carattere individuale, la voglia di far sentire allo straniero che "qui sei in casa mia e il gioco lo reggo io, se ti piace bene, altrimenti arrangiati"... MA questo è un atteggiamento che si può riscontrare ovunque. Per l'appunto...  Inoltre, come si è visto e letto anche su queste "pagine", ad un certo punto si può percepire come in alcune zone (quelle che hanno attirato molti "forastieri" con la grana, o di cui si crede che sia così) non si sia più così ben visti, rispetto ad altre zone dove le diverse nazionalità non spiccano oltre la popolazione locale di maggiore entità.    Quello che ad ogni modo non si potrà mai dimenticare è che stranieri siamo noi tutti, quando lasciamo il nostro paese.  E che quindi ... ci dovremo accomodare e vedere come ritagliarci il meglio di ogni dove, senza dis-turbare, ma anche senza dimenticare di far sentire il proprio apprezzamento, almeno quando è possibile e sincero, laddove le persone si sono dimostrate accoglienti e corrette per davvero.  Ecco, quello che invece ho trovato praticamente impossibile, in Portogallo, è stato trovare un modo di far passare il messaggio "di non essere d'accordo di subire decisioni prese sopra la mia testa senza consultarmi e soltanto per essere loro magari una maggioranza (per es. in un condominio dove si è comproprietari).   Avete in mente il bambino che quando, seppur gli si dicesse con delicatezza e gentilmente, spiegandogli anche i motivi per cui "le cose così non vanno bene", ti fa il muso, si chiude in sé stesso, e non ti rivolge la parola nè ti da' una risposta" ?  Ecco, questo è il genere di muro con il quale ho avuto a che fare e... più di una volta. La mia impressione è stata che si possa anche trattare di una specie di complesso.  Perchè essere loro colti in fallo e per giunta "da una di fuori" che ne sa qualcosa di procedure varie, per loro è qualcosa di assolutamente innammissibile.  E faranno allora come se niente fosse e... procedendo come se tu non avessi neppure cipito.  E guai se un giorno tirassi fuori un pelino di circostanza dal cassetto "degli accadimenti" passati, ti guarderanno attoniti e con il sorriso, trovando che il sole sia davvero splendente.

Ma come ho detto, ognuno di noi fa sia le sue proprie esperienze, come poi tirandone le sue proprie conclusioni e senza però neppure voler con queste supporre che siano o abbiano a dover restare definitivamente inalienabili. Infatti, sempre meglio non tirare conclusioni definitive su nessuno e neppure su sé stessi.  In fondo, siamo tutti in evoluzione.  Ed attualmente, per giunta, in un mondo che pare invece andare a marcia indietro fino a sfondare tutti i muri ed ogni limite.

Ciao gente.  E buon finde.

(Risposta alternativa alla domanda di come siano i portoghesi) :


Beh, dipende da come li condisci. Ma con un po' di olio d'oliva ce la si può fare. Senza però esagerare !


Nota a parte: la prova del fatto che siamo molto diversi, sta nel fatto che basta provare la loro pasticceria. Bella roba esposta, ma tutta con lo stesso non-sapore... soprattutto "non-aroma" a quintali di zucchero ***. Io per es. ho rinunciato ad entrarvi "preferisco un pezzo di pan secco mangiato in pace" come ben diceva il Topo Gigio di antica memoria.


😂😂😂


(*** appunto... mooolto gentili, e taluni ... troppo ! attenzione quindi alle carie -di ogni tipo!- )


Avvertimento: se a carnevale ogni scherzo vale, anche in tempi di guerre insulse con sanzioni nella direzione sbagliata valgono gli scherzi: come antidoto all'autodistruzione !

@JohnnyPT Buongiorno, ho letto che lei fa spesso ricorso ad alcuni eventi storici per spiegare o giustificare qualsiasi commento da parte di expat italiani che si permettono di criticare o di esprimere delle opinioni non elogiative sul Portogallo, paese in cui risiedono.

Mi permetto di farle notare che il diritto ad esprimere le proprie opinioni è sancito in tutti i paesi che sono membri dell'Unione Europea  (tralascio i dettagli tecnici per non essere, necessariamente  noioso e prolisso).  In secondo luogo mi permetto di ricordarle che chi risiede e paga le tasse nel paese che lo ospita ha il diritto come qualunque altro cittadino di criticarlo apertamente, sempre nei modi dovuti.

Comunque, ai giorni nostri la storia non giustifica più nulla. 

La globalizzazione, l'era digitale, i social, il turismo di massa e quindi il continuo confronto con varie culture, hanno reso le giustificazioni storiche irrilevanti, dittatura salazarista inclusa.

Mi sembra che questa conversazione assomigli un po' a una zuppa riscaldata più volte, una specie di "déjà vu"...


Innanzitutto, molti di voi hanno scelto il Portogallo non per pagare le tasse qui, ma esattamente per il contrario. Sì, i commenti non lusinghieri sono validi, purché siano contestualizzati, come cerco di fare. Alcuni di coloro che scrivono qui denotano ignoranza e cattiveria. E anch'io ho il diritto di commentarli, giusto? Probabilmente il mio aiuto agli espatriati qui è molto più rilevante di quello di chiunque di voi.


In secondo luogo, credo che prima di criticare gli altri dovremmo guardare a noi stessi. Quelli di voi che amano scrivere post qui, di solito seguono questo approccio di autoanalisi?


La storia giustifica molte cose. Giustifica il modo in cui sviluppiamo comportamenti, valori di vita e atteggiamenti. La globalizzazione, l'era digitale, il turismo di massa e gli scontri culturali non sempre raggiungono le generazioni meno giovani e con un livello di istruzione di base, e certi luoghi. Né in questo Paese né in altri. Questa situazione può essere cambiata solo con il ricambio generazionale e con lo sviluppo dell'istruzione, come fortunatamente sta avvenendo in Portogallo, anche se potrebbe essere molto meglio, lo ammetto.


Qualsiasi evento rilevante di notevole durata, sia esso politico, bellico (come quello che sta accadendo in Ucraina) o di altra natura, può avere implicazioni per diverse generazioni. Che si tratti di un regime dittatoriale, di un regime cosiddetto "democratico" o altro, .... etc etc...