• CuCINAnto
Pubblicato 2015-10-01 alle 00:00 da Expat.com team
La vita di una famiglia italiana in Cina raccontata attraverso gli aneddoti quotidiani, le sfide, gli ostacoli ed i piccoli successi.

Salve Antonella, grazie per dedicarci un po' del tuo tempo…ci racconti un po' di te e dei motivi che ti hanno portato, assieme alla famiglia, in Cina?

Il motivo che ci ha fatto approdare in Cina è essenzialmente dovuto al lavoro di mio marito... tre anni fa ha ricevuto una proposta di impiego che prevedeva lo spostamento in Oriente e così ci siamo detti “perché no?” Ci siamo trasferiti che i nostri bambini avevano rispettivamente 21 mesi e quasi quattro anni.

In quale parte del paese vi trovate e da quanto tempo avete lasciato l'Italia?

Ci troviamo nella provincia dello Jangsu, nella città di Suzhou, che si trova a circa 100 km da Shanghai. È una città piuttosto sviluppata dove si trova un po' di tutto, dal cibo importato ai ristoranti stranieri, ben servita ma al tempo stesso meno caotica della popolosissima Shanghai. Abitiamo qui da tre anni.

Cosa facevi in Italia e di cosa ti occupi attualmente?

In Italia ero contabile in uno studio commercialista. Col trasferimento ho lasciato il mio lavoro (senza rimpianti, lo devo ammettere!) e qua in Cina per ora sono “taitai” (che in cinese significa signora), ovvero non lavoro. Ho approfittato del maggior tempo libero per dedicarmi ad una delle cose che più mi piace fare: scrivere. Ho un piccolo blog intitolato CuCINAnto nel quale racconto la nostra vita quotidiana in Cina ed ho scritto un romanzo sull'espatrio, che spero verrà pubblicato il prossimo anno. Inoltre scrivo della nostra esperienza di espatrio su un giornale online dove mi occupo della rubrica Live da Suzhou (lenuovemamme.com).


Parliamo un po' del tuo blog

"CuCINAnto", da dove nasce il titolo?

Si tratta di un gioco di parole tra Cina, cucinare e Anto, il mio nome, in quanto all'inizio volevo raccontare la vita quotidiana in questo nuovo paese attraverso il cibo cucinato ogni giorno. Poi il blog si è un po' evoluto ed ho iniziato a raccontare non solo di noi ma anche storie di altri, o immagini ed impressioni della cultura cinese, abbandonando quindi il legame quotidiano col cibo che mi limitava. Ma il nome è rimasto perché ci sono affezionata!

Il blog ti è stato utile per instaurare contatti?



Il blog è nato come mezzo di comunicazione con la mia famiglia e gli amici rimasti in Italia ma mi son resa conto ben presto che veniva letto volentieri anche da altri. Tramite il blog ho fatto amicizie virtuali con altri blogger e sono anche stata contattata da varie donne che, in vista di un trasferimento in Cina, mi chiedevano informazioni. Questo mi ha fatto un'immenso piacere, quando io mi sono trasferita ho contattato dei blogger e mi sono stati molto utili e sono stata felice di poter ricambiare col mio contributo.

 

Avete avuto, tu o i bimbi, delle difficoltà iniziali di adattamento?

A parte il primo impatto col supermercato cinese, che ti fa pensare “e adesso che cavolo compro per preparare da mangiare?”, non mi ricordo di particolari difficoltà né per me, né per i miei bimbi. Mia figlia non ha amato molto la cucina cinese preparata dall'asilo, ma non la chiamerei una grossa difficoltà!

E' stato facile trovare delle scuole per i bambini? La retta mensile è cara?

La scelta di asili è piuttosto vasta, ne stanno aprendo anche di nuovi. Si può scegliere di mandare i bimbi in un asilo cinese o in uno internazionale. Le scuole (dalla primaria in su) o sono quelle bilingui (dove i ragazzi possono imparare sia cinese che inglese) oppure le internazionali, scelta effettuata dalla stragrande maggioranza degli stranieri che vivono qui. La retta degli asili è alta ma affrontabile, per quanto riguarda le scuole internazionali invece è decisamente alta. Le scuole bilingui sono più economiche, ma non offrono ad esempio il baccalaureato internazionale. Per quanto ne so io, gli stranieri non riescono ad accedere facilmente alle scuole pubbliche cinesi quindi la scelta di una scuola privata è d'obbligo.

Cosa ne pensi del livello di sicurezza a Suzhou?

La sensazione generale è di una diffusa sicurezza, io ho sempre girato da sola anche coi bambini senza nessun problema, in autobus e metropolitana anche di sera. Shanghai mi fa la stessa impressione, anche se è più caotica e magari bisogna stare un po' più attenti alla borsa nella calca della metro, ad esempio.
Però in linea di massima non c'è gente strana per strada, non ci sono gruppi di brutte facce che stazionano agli angoli, insomma mi sento sicura. Certo, ci sono alcune zone "poco consigliabili" ma sono quelle poco (o per niente) frequentate da stranieri, tipo vicoletti o zone fatiscenti nelle quali i "laowai" non si avventurano.

Cosa vi piace fare nel tempo libero? Che opportunità di svago offre la città  per le famiglie con bambini?

Noi qui non abbiamo la macchina (in Cina la patente internazionale non vale e serve fare quella cinese, passando un apposito test) e questo ci limita un po': molti posti carini da visitare si trovano spesso lontano e andarci coi mezzi o in taxi, anche se possibile, diventa un po' lungo e disagevole. Qualche volta andiamo a fare una passeggiata nello splendido centro storico o visitiamo uno dei famosi giardini tipici di Suzhou (che, essendo percorsa da canali, viene anche chiamata la Venezia d'oriente), oppure portiamo i bambini in qualche parchetto divertimenti indoor (nei centri commerciali ce ne sono davvero tanti). Spesso nel week end andiamo a cena o pranzo fuori con amici.

Vivono molti Italiani a Suzhou? Esistono dei circoli o dei luoghi in città in cui ci si incontra tra connazionali?

A Suzhou vivono davvero molti connazionali, anche perché ci sono parecchie aziende italiane che hanno la sede qui oppure in città limitrofe. Non esiste un vero e proprio circolo ma non è difficile incontrarsi: tra colleghi della stessa azienda o genitori che hanno i figli nelle stesse scuole si fa presto amicizia. E poi i posti dove vivono gli stranieri sono più o meno sempre quelli quindi è facile incontrarsi (e tra italiani ci si riconosce sempre!)

Come si vive in Cina rispetto all'Italia? Quali sono le differenze principali?

Beh la Cina per certi versi è un pianeta a parte: la mentalità spesso è molto diversa e i fraintendimenti non sono pochi. Una cosa che mi manca qui a Suzhou è la possibilità di immergersi nella natura senza dover fare centinaia di chilometri. A Suzhou c'è molto verde, ma sono comunque giardini costruiti dall'uomo e si trovano circondati da decine di palazzi di cemento, quindi la sensazione di libertà di un bosco o di una spiaggia manca completamente. Altra differenza che rende la vita più difficile qua è l'inquinamento, che alle volte raggiunge livelli altissimi e ci condiziona nella vita di ogni giorno: alle volte è meglio restare in casa piuttosto che uscire a giocare coi bimbi, per evitare di esporli troppo alle polveri sottili. Per contro, i cinesi sono gentilissimi coi bambini e gli permettono praticamente di tutto, continuando a guardarli col sorriso: in Italia non mi capita quasi mai! Inoltre qui percepisco molto più dinamismo rispetto all'Italia, anche se la mentalità materialista del cinese medio (che punta soprattutto al successo economico e sociale) alle volte è difficile da sopportare.

Come giudichi il costo della vita a Suzhou?

Suzhou non è una città definita di “prima fascia” come Shanghai (che è davvero cara), ma certe cose costano molto anche qui: la già menzionata scuola internazionale è carissima ma anche il costo degli appartamenti in affitto nei compound più gettonati dagli stranieri raggiunge prezzi stellari: si possono pagare anche l'equivalente di 4000 euro al mese (per quelli più grandi e meglio tenuti), scendendo ad un livello medio di 1000-1500 euro per quelli magari con mobili un po' meno nuovi o in stabili più vecchiotti. Nei compound cinesi del centro i prezzi sono ovviamente molto più bassi ma sono davvero pochi gli stranieri che vanno ad abitarci: ci vuole spirito di adattamento!
Per contro ci sono altre cose che costano poco: i trasporti pubblici (una corsa in autobus costa al massimo l'equivalente di quaranta centesimi di euro), i taxi (una corsa di venti minuti costa due/tre euro) e, acquistando online (metodo molto usato dai cinesi) si trovano elettrodomestici che in Italia costerebbero oltre i cento euro anche per trenta/cinquanta euro (ovviamente di marca cinese). Anche per i ristoranti vale il binomio: quelli occidentali sono cari come da noi, mentre in quelli cinesi per l'equivalente di cinque euro a testa si può mangiare bene e a sazietà.
Il cibo importato costa parecchio ma tutto sommato non è un ricarico esagerato. Frutta e verdura non sono convenienti, soprattutto se comperate nei quartieri dove vivono gli stranieri.

Per concludere, hai qualche suggerimento da dare ai nuovi arrivati a Suzhou o a chi sta per trasferirsi al fine di organizzarsi al meglio?

Consiglio, se possibile, di contattare già prima di partire qualche italiano che vive da queste parti, in modo da crearsi in anticipo la propria “rete”: come dicono i cinesi, nel tuo paese d'origine fai conto sui genitori ma fuori fai conto sugli amici: credo sia davvero importante, dato che viviamo tutti lontano dalle famiglie, crearsi un gruppo di amici sui quali potersi appoggiare per qualsiasi emergenza.
Inoltre, per il primo periodo, finché non si prende confidenza coi negozi e i prodotti offerti, portarsi in valigia generi di conforto come spaghetti e salsa non è una cattiva idea.
Raccogliere più informazioni possibili aiuta ad evitare la sensazione di “salto nel vuoto”.

 

CuCINAnto