Letizia, un architetto Italiano a Jeddah

Interviste agli espatriati
  • Letizia a Jeddah
Pubblicato 2014-08-14 alle 00:00 da Expat.com team
Letizia ci racconta: " Questa città è affascinante, un luogo unico al mondo dove si possono incontrare persone provenienti da tutto il mondo. Il costo della vita è basso se paragonato ad altre zone dell'Arabia Saudita".

Ciao Letizia, grazie per averci concesso quest'intervista. Ti va di parlarci un po' di te e delle ragioni che ti hanno portato a Jeddah, in Arabia Saudita?

Grazie a voi per l'interesse dedicatomi. E' un piacere fare questa intervista. Io sono una ragazza di 28 anni da poco laureata al Politecnico di Milano in Architettura, facoltà iniziata in ritardo dopo 3 anni di lavoro in Italia. Durante il mio percorso universitario ho usufruito della possibilita' di effettuare un intercambio a Quito in Ecuador, più un breve periodo di un paio di mesi a Sao Paulo, Brasile, per il lavoro di tesi. Dunque la mia idea, per affrontare la crisi economica che investe il nostro Paese, era provare a tornare in Sudamerica alla ricerca di opportunita' che potessero realmente farmi crescere professionalmente. Ma ecco che prima di terminare la mia tesi sono stata contattata dall'Arabia Saudita. Il mio attuale manager, Saudita, venne in Italia e visitò lo showroom di un amico al quale chiese se conosceva un architetto donna disposta a venire qui a Jeddah. Cosi il mio amico ci mise in contatto Skype e dopo aver conosciuto il mio manager virtualmente e aver ricevuto la proposta e il contratto, decisi si intraprendere quest'avventura.

È stato facile ottenere un permesso di lavoro? Potresti darci qualche informazione basata sulla tua esperienza?

Come dicevo è tutto capitato un po' per coincidenze, non so ancora dirti se fortunate, ma indubbiamente costruttive. Il fatto che ricercassero una donna è legato a strategie di marketing, inoltre lavorando con ragazze Saudite è un po' un esempio che viene dato loro di indipendenza e dimostrazione che una donna può badare a se stessa. Certo non è semplice, soprattutto vivendo fuori da un compound... il lavoro è duro e le aspettative da parte del mio manager sono alte, sfruttano molto la nostra conoscenza su certi versi, su altri non si riesce proprio ad entrare in contatto culturale...

Qual'è stato, per te, l'aspetto più difficile da sormontare legato al trasferimento in Arabia Saudita ?

Il fatto di non poter guidare. Si, noi donne dobbiamo anche indossare sempre l'abaya (una sorta di vestito prevalentemente nero che copra ciò che è 'Ḥarām' (proibito), ossia il nostro corpo, concetto totalmente avulso da ogni nostro principio, ma ancora sopportabile, se pensiamo che è' in gran parte legato ad una questione di tradizione, più che di religione (credo che questo sia uno dei pochi Paesi in cui il velo e' ancora obbligatorio per i musulmani, non per noi cristiani...).
Il fatto di non poter guidare è davvero frustrante certe volte, comporta il dover dipendere sempre da qualcuno, amici o driver che sia. Altra cosa è il gap culturale a livello lavorativo, su certe cose la maggior parte delle compagnie (io lavoro per una piccola compagnia locale...) sono completamente disorganizzate, senza sistema e senza conoscenze tecnologiche, e ciò aumenta notevolmente il livello di stress.

C'è una tradizione, un'usanza locale che più ti ha colpita e che ti va di raccontarci?

Beh, tutt'ora dopo quasi 7 mesi di permanenza qui, quando vedo qualche donna completamente coperta, e intendo completamente nera (velo sugli occhi e guanti inclusi), rimango alquanto attonita. La mia collega è fortemente legata alle usanze religiose e locali, nessun uomo, nessuno a parte familiari, può vederla in volto. Dunque abbiamo una stanza solo per noi e quando viene qualche collega deve annunciarsi cosi che lei possa coprirsi (mani e occhi scoperti...) prima che lui entri. Io ovviamente non seguo questa cosa; ma nessuna delle due giudica l'altra anzi, ci confrontiamo molto, parliamo di qualsiasi cosa liberamente, anche se non siamo d'accordo. È molto dolce e simpatica. E poi i megafoni delle moschee che annunciano il momento della preghiera... non ti dico all'inizio quando le parole del Corano uscivano da megafoni (gracchianti...) alle 5 del mattino.

Le caratteristiche di Jeddah che più ti piacciono...

È affascinante. Penso un luogo unico al mondo. Indubbiamente sono stata fortunata in quanto Jeddah è molto più aperta rispetto a tutte le altre città dell'Arabia Saudita. Si incontrano persone provenienti da tutto il mondo, essendo città portuale è un interessante meltin pot. E poi al venerdi (giorno di festa) posso andare in spiaggia (ce ne sono un paio dedicate agli Europei), si può fare diving, gite in barca e vari sport acquatici, ed essendo una milanese, non mi dispiace affatto...

Ci sono dei lati della città con i quali invece vai meno d'accordo?

Mancano quasi totalmente i marciapiedi. L'industria americana automobilistica ha totalmente il controllo della (non-) pianificazione urbana, e mettici anche che per fare il pieno ad una macchina di grossa cilindrata te la cavi con massimo 10 euro. Dunque 'farsi una passeggiata' è praticamente impossibile se non in qualche zona (una di fronte al mare, piacevole); altro motivo per cui gli expat tendono a vivere in un compound con spazi aperti dove ci si può togliere l'abaya, correre o camminare all'aria aperta (basicamente somigliano a dei grandi villaggi turistici).

Come giudichi il costo della vita a Jeddah?

Basso. Questo è il punto forte nell'avere un lavoro qui. Nei Paesi vicini, dal Qatar agli Emirati, spesso lo stipendio e' uguale, ma il costo della vita è molto più alto (anche perchè ci sono molti più vizi in cui spendere, qui ad esempio l'alcool è fuori legge...). Dunque si riesce a risparmiare molto di più in tempi brevi. Uscire a cena in un ristorante di lusso sul mare costa al massimo 30 euro con pesce fresco! Ma se si vuole spendere poco si mangia anche con 2 euro!

Quali sono i luoghi che consigli di visitare a Jeddah e dintorni?

Al Balad, il centro storico. Ora patrimonio Unesco. È un posto interessante e incantevole, pregno della cultura autoctona persa nel resto della città. Purtroppo è tenuto molto male, ma ora si stanno attivando diverse grandi compagnie per progetti di riqualificazione (come architetto sarebbe un sogno poter lavorare in uno di questi...).
E poi Mada in Saleh, a circa 4 ore di macchina da Jeddah, un posto incredibile, distinto per costruzioni nella roccia (come Petra in Giordania), totalmente in mezzo al deserto!
Poi c'e' la KAUST, un polo di ricerca universitaria finanziato dal re estremamente interessante. E mi hanno parlato della presenza di un cratere, che ancora non ho visitato...

Sei riuscita a farti delle amicizie tra la gente locale oppure gli stranieri escono principalmente tra di loro? Come funziona la vita sociale li?

Mah ho parecchie conoscenze, è pieno di Spagnoli (per via del progetto della linea di treni veloci che connetterà Mecca, Jeddah, Medina e Riyadh), il che spesso mi salva perchè qui vi è la necessità di passare del tempo con Europei. Ci sono ragazzi giovani e famiglie. Il Consolato organizza delle cene per gli Italiani (ma ancora non sono stata..). E poi ho diverse conoscenze di gente Araba, da Palestinesi a Egiziani, tutti molto socievoli e carini nei miei confronti, spesso sono nati qui e conoscono perfettamente la durezza del posto, quindi cercano di ammorbidirla il più possibile. Ogni tanto c'è qualche festa e la cosa assurda è che per via delle restrizioni che in generale regnano nel Paese, si impara a godere di più di momenti che in generale diamo per scontati o addirittura noiosi.

A fronte della tua esperienza, c'è un qualcosa che è assolutamente necessario fare prima della partenza (ad esempio stipulare un'assicurazione sanitaria privata) oppure portare con sè dall'Italia (tipo prodotti che lì non si trovano)?

Ai documenti tipo assicurazione sanitaria ecc, la compagnia per cui lavori è obbligata a fornirteli, in quanto il tuo documento, visto o iquama (permesso di soggiorno) che sia ha una sorta di tutore, che può essere la tua compagnia stessa o una persona fisica, e sono obbligati a pensare a queste cose. Ma la moka e il caffè italiano sono da portare!

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