Fabrizio a Singapore: mi sono dovuto riadattare ma sono contento!

Interviste agli espatriati
  • Fabrizio a Singapore
Pubblicato 2013-10-03 alle 09:00 da Expat.com team
Il cibo, insieme all'osservazione delle altre culture e tradizioni, è forse l'aspetto migliore della mia esperienza a Singapore, insieme alla pulizia ed ai trasporti. La città è anche molto moderna ed efficiente ma mi mancano il nostro lifestyle e la socialità Italiana.

Ciao Fabrizio, sei a Singapore da due anni ma vivi e lavori all'estero già da molto tempo. Ti va di raccontarci un po' la tua storia?

Sono di Roma, ho 45 anni, mi piace disegnare, dipingere, cucinare, suonare il piano, passeggiare, leggere, ascoltare musica classica, amo gli animali e specialmente i cani; ho fatto studi umanistici ed ho una laurea (Master Degree) in Business Administration; da sempre coltivo la passione per i viaggi, le lingue e conoscere nuova gente, posti e culture.
Ho fatto tantissimi lavori in Italia, dalle assicurazioni alla vendita di libri, alla ristorazione, all'insegnamento, all'accompagnamento di studenti per scambi culturali all'estero, al giornalismo, alla professione commercialista, ma a 28 anni ho avuto l'opportunita' di iniziare a lavorare come Cooperante per la Caritas Italiana nelle emergenze internazionali, in particolare Balcani ed Europa dell'Est. Già scrivevo progetti di sviluppo e supporto alle fasce vulnerabili in Italia per la Caritas di Roma, per cui non ho esitato a partire per Bosnia ed Albania, che a quei tempi, era il '96, era in pieno caos e guerra civile.
Lì ho portato avanti vari progetti finanziati dall'Unione Europea e da altri Donors, comprese le Nazioni Unite.
Ho lavorato nel campo della cooperazione internazionale complessivamente per 14/15 anni. Ho gestito la logistica delle varie emergenze della guerra civile albanese e del Kossovo e una miriade di progetti sociali, sanitari, di emergenza e sviluppo, compresa l'esperienza in un campus ospedaliero universitario dove ho costruito e gestito un centro di fisioterapia.
Questi anni mi hanno regalato un'esperienza dura fisicamente e mentalmente, ma indimenticabile dal punto di vista umano.

Di cosa ti occupi attualmente?

Qui ho dovuto attendere un anno il Permanent Resident per poter lavorare, perchè prima non mi era permesso.
Da un anno a questa parte sono un insegnante free-lance di lingue. Ne ho dovute studiare ben otto nell'ambito del mio lavoro, comprese alcune che in pochi Italiani sanno, come Polacco, Albanese, Serbo-croato, Russo, ma anche le più tradizionali Inglese, Francese, Spagnolo e Tedesco, ed ora sto studiando anche Cinese. Insegno specialmente Italiano, Spagnolo, Latino e Greco sia tramite tuition che in scuole o Community Clubs. Ho preparato personalmente due libri per l'insegnamento dell'Italiano e del Latino. Ho avuto una qualifica per l'insegnamento delle lingue presso la People Association di Singapore, l'ente governativo che presiede un po' tutte le attività della comunità locale qui. Sono anche qualificato come chef di cucina italiana, che è stata sempre la mia passione, portandomi anche ad aprire ristoranti all'estero o a collaborare con amici nei Paesi dove ho vissuto. In questo ambito ho partecipato al Singapore Culinary Journey 2013, il programma dell'Associazione per lo sviluppo della cultura culinaria nella Città-Stato. Ho delle collaborazioni con privati, anche per fuori Singapore, scrivo per riviste gastronomiche e traduco per professionisti e consulenti in campo culinario quando vengono qui. Ho fatto e faccio attualmente anche altri lavori in campo manageriale, ma quanto sopra mi prende di più e mi lascia maggiore libertà.

Tua moglie è di Singapore, dove vi siete conosciuti? Vi siete sposati li oppure in Italia?

Mia moglie, manager di una multinazionale, l'ho conosciuta 5 anni fa al Botanic Garden di Singapore.
Ero di passaggio tra un contratto ed un altro, in procinto di lasciare Belgrado per rientrare a Tirana e volli visitare il Sud Est Asiatico che non avevo mai visto, proponendomi come ultima tappa l'Australia, il mio sogno da ragazzo.
Conobbi la mia futura moglie scherzando con lei - e facendo un po' il cascamorto - mentre passeggiavo nei giardini, mi piacque per la sua grazia e non andai più in Australia. Rientrato in Europa ci siamo sentiti per tre anni via skype ed incontrandoci di tanto in tanto, poi la decisione di sposarci perchè la distanza era pesante per entrambi. Ci siamo sposati due anni fa civilmente qui a Singapore, perchè qui esiste soltanto il matrimonio civile per i buddhisti, e religiosamente in Italia con rito misto. Così abbiamo anche fatto felici entrambe le famiglie, che hanno potuto assistere al nostro matrimonio senza doversi spostare con tutta la serie di disagi che la cosa avrebbe comportato. Un mio amico albanese, fotografo, ci ha fatto ben 15,000 foto di nozze tra Roma e Singapore!

Ci sono molti espatriati Italiani che vivono e lavorano li? La gente locale come si pone negli confronti degli stranieri?

Recentemente il numero degli espatriati Italiani è raddoppiato, da circa 1.000 di un paio di anni fa ai 2.000 attuali.
Quasi tutti sono inviati dalle proprie aziende e lavorano nel campo dell'ingegneria, chimica, finanza, spedizioni, ricerca universitaria. La percentuale di chi sta qui perchè ha messo famiglia con un/una locale, come me, è bassa. Ci sono anche dei free-lance, specialmente tra i giovani, ma per gli Italiani, a differenza degli anglofoni, la situazione non è facile se vieni senza un contratto di lavoro o il supporto della tua azienda, perchè per lavorare è necessario lo status di Permanent Resident (PR) o un Working Pass, permesso di lavoro, che può essere di vari tipi.
La gente è generalmente tollerante, curiosa, molto gentile e cortese, ma ci sono stati negli ultimi tempi episodi di xenofobia, anche a causa del comportamento di alcuni stranieri, ed il dibattito se Singapore sia o meno una città xenofoba è diventato molto aperto.
La Città-Stato ha aumentato la sua popolazione da 3 milioni di qualche anno fa agli attuali 5 milioni e passa, specialmente di Asiatici (Cinesi, Indiani, Malesi, Filippini soprattutto), e le strutture, i servizi, la convivenza civile in parte ne risentono. Alcuni stranieri che lavorano qui, come ad esempio gli autisti degli autobus, parlano solo la loro lingua, non conoscono l'Inglese e comunicare diventa un problema. Ma tutto questo lo noti se vivi qua, un turista non ha tempo di accorgersi di questi fenomeni e coglie la parte migliore e più aperta del Paese.

Quali sono i settori che al momento offrono più opportunità d'impiego per gli stranieri e quali sono le figure professionali più richieste?

Se vieni come imprenditore ad aprire un'attività qui e porti denaro, sei il benvenuto qualsiasi cosa tu faccia, dato che contribuisci allo sviluppo dell'economia e dell'impiego nel Paese. Per le richieste di lavoro invece, le figure più richieste sono in ambito ingegneristico, manageriale, economico, finanzario, informatico, di ricerca universitaria, posizioni di eccellenza. In questi ambiti ancora si è aperti nei confronti del lavoratore straniero. Per tutto il resto si preferisce riferirsi ai locali.
La logica è: noi abbiamo fatto tanti sacrifici per costruire questo Paese, creare lavoro ed una vita migliore ai nostri figli, non a chi viene da fuori. Pertanto negli ultimi due anni la politica e la posizione della gente nei confronti degli stranieri è cambiata. In precedenza li si accoglieva a braccia aperte. Ora la tendenza è nell'accettare quelle fasce di stranieri disposti a lavorare in "profili umili" che il Singaporeano rifiuta, come sorveglianza, pulizia di strade, costruzioni, Food&Beverage, tutti lavori ad alto tasso di fatica e bassa remunerabilità, mentre più o meno apertamente si preferisce dare lavoro a un locale piuttosto che allo straniero negli altri campi. Il settore pubblico è off-limits anche se formalmente aperto ai PR.

Nella vita di tutti i giorni ti rapporti con una realtà abbastanza diversa da quella in cui sei cresciuto. Penso alla lingua, al clima, al cibo...come hai imparato a conviverci?

Il cibo, insieme all'osservazione delle altre culture e tradizioni, è forse l'aspetto migliore della mia esperienza a Singapore, insieme alla pulizia ed ai trasporti. La città è anche molto moderna ed efficiente. Per descriverti come si vive a Singapore rispetto all'Italia dovrei dirti che non è come andare soltanto lontano da casa, cosa a cui ero e sono abituato, ma come vivere su un altro pianeta!
Scherzi a parte, la cultura è parecchio diversa dalla nostra, qui naturalmente lo noti visivamente dapprima, ed anche nel dettaglio successivamente. La prevalenza della popolazione è cinese (75%), raramente fuori dalla City vedi un "caucasian", le lingue parlate sono asiatiche, quasi mai, eccetto che con gli amici, sentirai parlare Italiano. La gente poi, come detto gentilissima e cortese, è tutta casa e lavoro, non socializza perchè non è molto nella loro cultura, non ha hobbies anche perchè qui il lavoro prende molto della giornata tipo di una persona. Il clima, che inizialmente mi piaceva tantissimo per il caldo, è umido e difficile da sopportare per un Europeo. Senza parlare della stagione delle piogge. A differenza degli altri posti in Europa dove mi ero inserito molto bene con la popolazione locale, qui, sebbene sposato con una persona del luogo ed accettato, fatico ad abituarmi.

Com'è la tua giornata tipo?

Mi sveglio alle 6 con mia moglie che va al lavoro e facciamo colazione. Poi lavoro al computer, sia per organizzare workshops che per inviare e rispondere alle mail. Faccio le mie lezioni private agli studenti disponibili al mattino, a casa e tramite skype. Preparo materiale di lavoro per le lezioni, traduzioni per le agenzie e scrivo su blog e gruppi. Attualmente ho una collaborazione con una multinazionale, seguo dei mercati europei, perciò vado in ufficio con un orario di lavoro dall'una a mezzanotte. Altrimenti normalmente, e in questo periodo nel fine settimana, concentro tutte le mie altre attività con gli studenti a casa e gli insegnamenti nelle scuole e Community Clubs. La sera quando torna mia moglie preparo qualcosa per cena o andiamo a mangiare fuori e facciamo la spesa. Nel fine settimana cerco di vedermi anche con qualche amico italiano o andiamo al family reunion a casa dei miei suoceri.

Quali sono gli aspetti che ti affascinano di più di questo Paese e quali invece quelli ai quali fai ancora fatica ad abituarti?

Parlo in generale e spero che nessuno si senta offeso da quello che dico. Di sicuro mi piace l'efficienza dei servizi, l'ordine pubblico e la direzione politica che permette al Paese di procedere avanti e far affluire molti investimenti stranieri, anche se qui il tutto è monopartitico e senza possibilità di vera opposizione. La legge è legge, va rispettata da tutti e c' è certezza della pena e del rispetto dei propri diritti. Anche la multiculturalità, il melting pot di razze, la tolleranza e convivenza tra diverse etnie, per me che mi sono trovato nelle varie guerre balcaniche, è un aspetto da sottolineare e su cui si lavora molto. I trasporti sono efficienti. Le infrastrutture e le leggi a supporto dell'economia sono snelle e funzionali, anche se per taluni Singapore è l'ultimo paradiso fiscale. Tuttavia c'è anche molta apparenza di efficienza dietro questo. Forse ho avuto uno sguardo naive all'inizio e mi sembrava tutto perfetto, adesso vedo anche vari problemi, ed è normale che sia così. L'efficienza a volte è solo formale e fuori dagli schemi ci si perde. C'è molta disparità retributiva e se da un lato questo è il Paese dove c'è la più alta percentuale di milionari al mondo, tra l'altro solo per gli appartenenti alle famiglie top e dell'entourage politico, dall'altro c'è anche molta gente povera senza supporti sociali. I Singaporeani vivono la loro vita con continuo stress e senza rilassarsi. Mi manca soprattutto il nostro lifestyle e la socialità italiana, perchè qui farsi amicizie in cui non si parli solo di lavoro è molto difficile ed il Singaporeano medio, a causa del molto tempo dedicato al lavoro, è stressato e non ha in generale hobbies od interessi culturali.
Io ho una cultura di stampo classico e sento molto la differenza con la cultura locale, anche se in Europa sono stato una persona che si è integrata dappertutto, in tutti i Paesi in cui ha lavorato e vissuto. Il Singaporeano medio a mio parere è educato nel senso di istruzione, ma non di educazione come intendiamo noi, anche se le persone saranno sempre gentili. La gentilezza è un valore marcato qui e si nota, ma a volte è dovuta al timore di sanzioni o per interesse economico. Essendo il Paese poi relativamente giovane, manca di storia, arte, radici e di una cultura in senso europeo. Per gli Asiatici il denaro e la praticità sono le cose più importanti; la cultura no, nemmeno la propria asiatica, ed a parte poche persone con cui posso interagire intellettualmente il livello culturale è abbastanza basso, anche a causa del sistema scolastico molto competitivo e nozionistico e poco portato al ragionamento ed alla mentalità critica, ed anche questo mi crea qualche disagio. Per fortuna molti dei miei studenti sono curiosi ed interessati e mi gratifico con loro! Insomma Singapore è un interessante progetto di costruzione di un Paese, con 50 anni di storia come Nazione, ma che in pratica è partito da 0, con l'aiuto dei migliori consulenti internazionali e locali in campo architettonico, politico, economico, sociale, sanitario e come tale presenta i suoi pro e contro. Lanciato verso il futuro ma col rischio di perdere le sue radici. E lo si vede dal fatto che della vecchia Singapore amata da Terzani non è rimasto più quasi nulla, eccetto il Raffles Hotel. Costruire, costruire, costruire, senza mai fermarsi, senza mai rallentare. Anche se la città non è un blocco di cemento, c'è molto verde e parchi.

Cosa ti piace fare nel tempo libero? Che opportunità di svago offre Singapore?

Nella City ci sono diverse opportunità culturali, anche se non c'è la grande offerta delle nostre maggiori città italiane. Musica, pubs, ristoranti, cinema. Chinatown, Little India, il Botanic Garden e i Chinese and Japanese gardens, gli zoo notturno e ornitologico, Clark Quay con i suoi pubs, Sentosa, Marina Bay, Orchid Road e i vari Commercial Centres per gli amanti dello shopping sono le maggiori attrazioni, insieme alle giornate nazionali ed alle festività religiose o di capodanno delle varie etnie.
L'hobby preferito del Singaporeano è lo shopping o il mettere foto di quello che mangia su Facebook! Per quanto riguarda me, io sono una persona semplice, mi basta chiacchierare con qualcuno dei miei amici italiani, andare al cinema una volta al mese, uscire con mia moglie, fare cose con lei e soprattutto ho i miei hobbies a casa: i miei libri, la mia cucina, il modellismo, il disegno e la pittura (da ragazzo ho lavorato per un certo periodo nei laboratori di due famosi pittori romani) e il pianoforte. La televisione e i canali italiani sono quasi off-limits, dato che la parabola è illegale. Comunque molto dipende da dove vivi. Io vivo ad Ovest della City e mi ci vuole almeno un'ora per raggiungerla, perciò faccio cose più tranquille nella mia zona. Chi sta al centro invece ha maggiori opportunità di vita notturna e di incontro.

Un bilancio dopo tanti anni di vita passati all'estero, lo rifaresti? Con il senno di poi, c'è qualche situazione che magari affronteresti diversamente?

La situazione economica e politica in Italia adesso è allarmante però io sarei tornato volentieri nel mio amato Paese. Ma sono venuto a Singapore perchè essenzialmente mia moglie avrebbe avuto grosse difficoltà di ambientamento in Italia per via della lingua e del clima, che per noi è mite ma per lei è freddo. Al contrario sono adesso io a soffrire per il caldo umido e per i vari dialetti cinesi che si parlano qui ed il diverso modo di parlare l'inglese, che a volte fatichi a comprendere. Anche le opportunità di lavoro sono limitate ai locali, con poche eccezioni.
La mia professionalità, che pure era elevata in Italia, forse per il lavoro che ho svolto non viene apprezzata o viene considerata overqualified qui. Pertanto mi sono dovuto riadattare. Ma sono contento di stare vicino a mia moglie che è una donna semplice e deliziosa e la sua famiglia è fantastica. Pertanto lo rifarei ma con qualche accorgimento e cercando di realizzare maggiormente i sogni che ho lasciato nel cassetto. L'ideale sarebbe per me consolidare il mio lavoro di modo da lavorare tra qui e l'Italia, ad esempio col turismo. Sei mesi qui e sei mesi li', sincronizzati tra periodi freddi e caldi, sarebbero perfetti!

Condividi la tua esperienza d'espatriato!

Partecipa anche tu all' intervista e contattami

Partecipa